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Energia, Tokyo Gas domani avvierà fornitura idrogeno attraverso gasdotto (2)

Il piano fa parte della tabella di marcia per la neutralità del carbonio del 2050, in base alla quale Tokyo Gas mira a ridurre, entro il 2040, le emissioni di CO2 Scope 1, Scope 2 e Scope 3 del 60% a partire dall’anno fiscale 2022-23 (aprile-marzo). “L’obiettivo di neutralità carbonica al 50% nel 2040 per la fornitura di gas sarà misurato attraverso l’introduzione di compensazioni di metano elettronico, idrogeno e carbonio sul volume di fornitura di gas”, ha dichiarato il presidente di Tokyo Gas, Shinichi Sasayama.

Tokyo Gas – che gas nel 2030 mira ad introdurre una miscela dell’1% di metano elettronico nella sua fornitura di, pari a 60.000 tonnellate – prevede un aumento di dieci volte di questo valore entro il 2040, come parte delle misure di decarbonizzazione, insieme alle compensazioni di idrogeno e carbonio, per raggiungere una neutralità carbonica del 50%. L’azienda nell’anno fiscale 2022-2023 ha importato un totale di 12,90 milioni di tonnellate/anno di GNL.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, Tokyo Gas domani avvierà fornitura idrogeno attraverso gasdotto

Tokyo Gas domani avvierà il primo gasdotto giapponese per la fornitura di idrogeno a Tokyo, nel distretto di Harumi, nell’ex villaggio degli atleti di Olimpiadi e Paralimpiadi. Lo ha dichiarato Tokyo Gas, la più grande azienda giapponese di distribuzione del gas. Nel suo gasdotto di idrogeno, lungo 1 km, la società fornirà circa 150 metri cubi/ora di idrogeno alle strutture condivise nei siti commerciali e nei condomini, dove il gas cittadino viene fornito separatamente per inquilini e residenti. La fornitura di idrogeno proverrà dalla stazione di idrogeno da 300 m3/ora di ENEOS nel distretto di Harumi, dove la società prevede di rifornire di idrogeno autobus e camion a celle a combustibile.

La mossa di Tokyo Gas arriva dopo che, lo scorso 22 marzo, ha dichiarato di voler sostituire almeno circa 600.000 tonnellate di GNL con e-metano nel 2040, come parte delle fasi di decarbonizzazione, puntando alla neutralità del carbonio del 50% nella fornitura nazionale di gas entro il 2040.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, a marzo da USA record esportazioni di GNL verso l’Asia (2)

I trasportatori di GNL, dalla metà del 2023, hanno utilizzato sempre più il Capo di Buona Speranza come passaggio commerciale preferito, quando una siccità storica, derivante dal modello meteorologico El Nino, ha portato ad abbassare i livelli dell’acqua nel Canale di Panama.

Sebbene le restrizioni a Panama consentissero ancora il transito delle navi metaniere, i tempi di attesa più lunghi hanno portato alcuni esportatori statunitensi, a partire dall’estate scorsa, a bypassare del tutto il canale. Finora nel 2024 solo 14 carichi di GNL statunitense hanno raggiunto il mercato asiatico attraverso il Canale di Panama, rispetto ai 40 carichi dello stesso periodo dello scorso anno. A marzo solo un carico ha effettuato il viaggio, la Diamond Gas Orchid, che è partita il 28 febbraio dal terminal di esportazione di Cameron LNG in Louisiana ed è arrivata in Giappone ieri, secondo i dati di S&P Global.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, a marzo da USA record esportazioni di GNL verso l’Asia

I carichi di GNL statunitensi che intendono raggiungere l’Asia continuano a scegliere la rotta più lunga attraverso il Capo di Buona Speranza poiché permangono i colli di bottiglia che incidono sui transiti attraverso i canali di Panama e Suez. Secondo i dati di S&P Global Commodity Insights, nel mese di marzo (al giorno 27) un numero record di 24 carichi di GNL statunitensi hanno viaggiato verso l’Asia attraverso il Capo di Buona Speranza. Si tratta del maggior numero di carichi mensili in viaggio da quando S&P Global ha iniziato a registrare i dati, nel 2010.

È un volume record anche in termini di dimensioni di carico, con quasi 1,6 milioni di tonnellate di GNL statunitense che hanno raggiunto l’Asia. Platts, parte di S&P Global Commodity Insights, ieri ha valutato il Gulf Coast Marker per i carichi FOB statunitensi caricati a 30-60 giorni in avanti a 7,87 dollari/MMBtu, in aumento di 16 centesimi/MMBtu nella giornata.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, India invierà squadre in Cile in cerca di litio e rame (2)

La fonte ha aggiunto che il governo sta inviando una delegazione separata per cercare risorse di rame. Il Ministero delle Miniere e KABIL non hanno risposto ad una richiesta di commento da parte dell’agenzia Reuters. L’India – il terzo Paese al mondo per emissioni di gas serra dietro Cina e Stati Uniti – si è impegnata a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette di carbonio entro il 2070 e ad aumentare la quota di energie rinnovabili nel suo mix energetico al 50% entro il 2030.

A gennaio KABIL ha firmato un patto di esplorazione del litio da 2 miliardi di rupie (24,01 milioni di dollari) per 5 blocchi in Argentina. L’accordo, firmato con un’impresa statale argentina, conferisce a KABIL i diritti di esplorazione e sviluppo per la produzione commerciale. Secondo la fonte, KABIL – che attualmente sta aprendo un ufficio in Argentina – è in trattative per l’esplorazione del litio anche con un’altra società cilena.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, India invierà squadre in Cile in cerca di litio e rame

L’India ad aprile invierà due delegazioni in Cile per cercare risorse di litio e rame, poiché la rapida espansione economica e gli sforzi di Nuova Delhi per accelerare la transizione energetica alimentano la domanda di minerali critici. Lo ha dichiarato una fonte governativa. Il Cile è un obiettivo chiave, in quanto è il più grande fornitore mondiale di rame e il secondo produttore di litio, essenziali per le batterie dei veicoli elettrici e i sistemi di energia rinnovabile per allontanarsi dai combustibili fossili.

Nell’ambito della spinta dell’India ad esplorare oltreoceano risorse minerarie, le aziende statali National Aluminium Company, Hindustan Copper e Mineral Exploration and Consultancy hanno creato una società chiamata Khanij Bidesh India (KABIL). “KABIL inviaerà una delegazione in Cile nel mese di aprile”, ha detto la fonte, che ha voluto restare anonima poiché i dettagli del piano non sono stati resi pubblici. “Siamo interessati all’acquisto di asset e cerchiamo di agevolare le aziende private e statali ad acquisirli anche in altri Paesi”.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, Anev: il 2023 anno record per l’eolico, aggiunti 116 GW (2)

Altro scenario delineato dalla WWEA è il facile raggiungimento del 40-50% di energia eolica nella produzione globale di elettricità, considerando che solo la Danimarca genera il 56% della sua elettricità dall’energia eolica e che altri paesi come la Germania, i Paesi Bassi, il Portogallo, il Regno Unito e l’Uruguay generano un terzo della propria elettricità dal vento. Essenziale sarebbe l’eliminazione dei sussidi ai combustili fossili che, negli ultimi due anni a causa dell’invasione russa in Ucraina, avevano raggiunto nuovi livelli creando condizioni di disparità per le energie rinnovabili.

Altro grande ostacolo osservato dalla WWEA è la lunga procedura di approvazione e pianificazione autorizzativa dei parchi eolici che dovrebbe ridursi a due anni, ritenuti sufficienti, e non a cinque o più come avviene in alcuni paesi. L’ANEV ricorda che nel nostro Paese oggi una procedura autorizzativa per un impianto eolico arriva a durare anche sette anni.

Il Presidente della WWEA afferma che la World Wind Energy Association è impegnata a superare gli ostacoli e a sfruttare le opportunità affinché l’energia eolica possa rimanere un pilastro della transizione globale verso le energie rinnovabili. I positivi risultati del 2023 sicuramente faranno da spinta verso nuove opportunità.

Energia, Anev: il 2023 anno record per l’eolico, aggiunti 116 GW

Secondo le statistiche preliminari pubblicate dalla World Wind Energy Association – di cui ANEV è l’Associazione per l’eolico italiano, nel 2023 il mondo ha aggiunto 116 GW di nuova capacità in un anno, raggiungendo così la capacità totale di 1.047 GW, pari ad una crescita del 12,5%, decisamente superiore al 10,2% del 2022. Ad oggi l’energia eolica genera il 10% dell’elettricità globale con un continuo trend di crescita.

La Cina, solo nel 2023, ha installato circa 75 GW, due terzi della nuova capacità raggiunta. Tra i paesi che presentano tassi di crescita più elevati troviamo il Brasile con il 20,8%, seguito dalla Cina stessa con il 19%. Tassi di crescita ben superiori alla media globale sono stati registrati dai paesi che sono ad oggi i mercati più dinamici tra cui troviamo i Paesi Bassi con il 34%, la Finlandia con il 22%, il Vietnam con il 24% e il Cile con il 26%. Al contrario, i Paesi che erano stati i principali riferimenti nel settore, Stati Uniti, Germania, India, Spagna e Regno Unito hanno registrato un tasso al di sotto del 10%.

Negli anni è avvenuta un’importante crescita, infatti, il superamento del milione di Megawatt di capacità eolica globale è avvenuto 25 anni dopo il raggiungimento dei 10.000 Megawatt e 15 anni dopo i 100.000 Megawatt, questo a conferma della continua accelerazione del settore eolico, grazie anche alla maturità tecnologica raggiunta.

È importante l’impegno che molti Paesi stanno mettendo per la realizzazione di nuovi parchi eolici onshore e offshore su larga scala, anche grazie al sostenimento delle misure politiche concrete. Il potenziale di crescita a breve termine ad oggi è molto elevato, infatti l’obiettivo primario è quello di riuscire a triplicare la capacità di energia eolica entro la fine di questo decennio e decuplicarla entro la metà del secolo, opzione ritenuta fattibile e realistica.

Per aumentare ulteriormente la produzione di nuova energia eolica bisognerebbe sfruttare meglio il ripotenziamento, ovvero la sostituzione delle turbine eoliche obsolete con turbine eoliche più moderne, grandi ed efficienti. La WWEA ha stimato che grazie a questa attività si potrebbe raddoppiare l’attuale produzione di energia eolica.

Energia, UBS vuole mantenere e aumentare prestiti a settore marittimo (2)

“È stata la prima volta che allineare insieme due importanti quadri, metodologie e programmi di sostenibilità, con tutta la ricalibrazione, la ridefinizione delle basi, la rianalizzazione di tutto, è stato un vero sforzo per noi”. Oltre a rivedere ed espandere il quadro politico sulla sostenibilità e sul rischio climatico del gruppo combinato – che governerà tutte le decisioni di finanziamento – il gruppo ha dovuto decidere cosa fare con miliardi di dollari di prestiti ereditati.

Mentre UBS, molto tempo fa, ha deciso di concentrarsi sulla gestione patrimoniale – un’attività che non impegna molto capitale – Credit Suisse è stato un importante finanziatore di investment banking a settori dannosi per il clima, tra cui energia, spedizioni e acciaio. Il bilancio complessivo di oltre 1.600 miliardi di dollari – quasi il doppio della dimensione dell’economia svizzera – ha attirato avvertimenti da parte delle autorità di regolamentazione sul rischio per il Paese, aggiungendosi al controllo su come UBS intende gestire le sue pratiche di prestito.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, UBS vuole mantenere e aumentare prestiti a settore marittimo

UBS cercherà di aumentare i prestiti al settore marittimo e di liquidare alcuni prestiti ai clienti di combustibili fossili ereditati da Credit Suisse, nel più grande test mai realizzato sull’impatto di una mega-fusione sugli impegni di sostenibilità delle banche. Lo hanno riferito alcuni dirigenti all’agenzia Reuters. Lo scorso anno il matrimonio tra i due maggiori istituti di credito svizzeri ha dato il via ad un complesso processo di integrazione, che prevede l’intreccio della varietà di prodotti, impegni e obiettivi ambientali, sociali e di governance dei due soggetti.

Come molte banche, entrambe si erano impegnate a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro la metà del secolo, ma i loro piani per arrivarci spesso erano molto diversi. “Dalle differenze fondamentali nella definizione di finanza sostenibile alla valutazione dei piani net zero dei clienti, il processo è stato complesso”, ha spiegato Michael Baldinger, Chief Sustainability Officer.

(Energia Oltre – ANR)

Superbonus, Bonetti (Az-Per): “divisioni nella maggioranza, serve patto per il Paese”

“Il governo è appena intervenuto sul Superbonus e già sentiamo alzarsi voci discordanti all’interno della maggioranza. Ennesima prova di un’unità della maggioranza più di facciata che di sostanza. Stiamo parlando di una misura che ha creato una voragine nei conti pubblici e che andava modificata prima, lo avevamo iniziato a fare con il ministro Franco nel governo Draghi ma tutti i partiti dell’arco parlamentare si opposero. Bene che si sia intervenuti per mettere un freno. Adesso serve un patto per il bene del Paese. Dobbiamo mettere da parte gli interessi particolari dei singoli partiti, perché oggi stiamo usando soldi a debito che serviranno ai nostri figli e al Paese di domani. Non possiamo permetterci di lasciare sulle loro spalle il peso della nostra indecisione.” Così sui social la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera, Elena Bonetti.

Energia, Enea: investiti 430 mln per la riqualificazione degli immobili PA centrale (2)

L’intervento più frequente riguarda la riqualificazione energetica (63% dei casi e 75% della superficie totale), mentre le ristrutturazioni importanti, sebbene meno frequenti (37% dei casi), hanno maggiori ricadute in termini di emissioni di CO2 evitate (53% del totale) e di energia risparmiata (50%). I lavori più frequenti riguardano l’isolamento dell’involucro opaco, la sostituzione dei serramenti e l’efficientamento dell’impianto di illuminazione. L’analisi delle proposte finanziate a partire dal 2017 evidenzia come i risparmi totali attesi di energia primaria sono pari a 1,8 TWh mentre le emissioni totali di CO2 evitate sono circa 295 mila tonnellate.

“Nel corso dei circa dieci anni del programma, il numero di proposte pervenute ha subito una variazione altalenante e i risultati raggiunti non sono ancora pienamente in linea con gli obiettivi del PREPAC che prevedono di riqualificare almeno il 3% all’anno della superficie climatizzata della Pubblica Amministrazione centrale”, spiegano Laura Ronchetti e Paolo Signoretti. “Tra i principali fattori che hanno influenzato il mancato raggiungimento del target – concludono – sicuramente la forte flessione in coincidenza del biennio pandemico, il basso livello di ammissibilità delle proposte presentate nel periodo antecedente alla pubblicazione delle Linee guida tecniche, ma anche il ricorso da parte delle Amministrazioni ad altri incentivi per la riqualificazione”.

Secondo un’analisi ENEA condotta sui dati contenuti nel portale del SIAPE, in Italia il 60% degli edifici pubblici o ad uso pubblico è classificato secondo le classi energetiche E, F e G.

Le PA centrali che intendono partecipare al PREPAC possono presentare le proprie proposte progettuali entro il 15 luglio di ogni anno. Per il decennio 2021-2030 le risorse finanziarie messe a disposizione dal PREPAC ammontano a 75 milioni di euro l’anno.

Energia, Enea: investiti 430 mln per la riqualificazione degli immobili PA centrale

Per migliorare le prestazioni energetiche degli immobili della PA centrale sono stati investiti 430 milioni di euro grazie al Programma di Riqualificazione degli Edifici della Pubblica Amministrazione Centrale (PREPAC), che ogni anno finanzia progetti con l’obiettivo di efficientare almeno il 3% dei 16 milioni di m2 di superficie. È quanto emerge dal report Enea Il programma per la riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale, che contiene l’analisi dei 310 progetti finanziati nel periodo 2014-2022 per riqualificare oltre 2,5 milioni di m2 (circa il 16% del totale), tra cui anche Palazzo Chigi.

“Abbiamo condotto insieme al Gse un’attività istruttoria su 641 progetti presentati al 2022, di cui sono stati finanziati poco più del 48%, permettendo di riqualificare in media circa il 2% l’anno di superficie pubblica climatizzata”, spiegano Laura Ronchetti e Paolo Signoretti, ricercatori del Laboratorio Enea Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, tra gli autori del report.

Lo studio evidenzia che i finanziamenti più elevati riguardano progetti presentati dal Ministero della Difesa, che ha anche il primato dei fondi complessivi assegnati (56% per un totale di 240 milioni di euro), con a seguire i ministeri dell’Interno (19%), dell’Economia (9%) e della Giustizia (6%).

Inoltre, il rapporto contiene un focus su 169 progetti valutati solo da ENEA, pari al 55% delle 310 proposte finanziate complessivamente: ai primi tre posti per destinazione d’uso risultano caserme (470 mila m2 di superficie riqualificata), uffici (380 mila m2) e penitenziari (261 mila m2, l’8% della superficie totale delle case di pena).

Circa la metà dei progetti riguarda edifici dislocati in quattro regioni (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, e Puglia) e prevalentemente nelle zone climatiche D (37%), E (33%) e C (24%).

Olanda, Eneco abbandona gara per parco eolico offshore (2)

Eneco ha invitato il governo a riconsiderare la progettazione delle sue gare d’appalto per l’eolico offshore, affermando che si concentrano troppo sul prezzo che i costruttori sono disposti a pagare. Ha inoltre affermato che le gare d’appalto per i parchi eolici ora sono troppo grandi e dovrebbero essere limitate a circa 1 GW per ridurre i rischi. La gara per il progetto 4GW, il più grande finora realizzato in Olanda, si chiuderà oggi alle 16:00 GMT.

Un portavoce del governo ha detto che non c’è certezza sul numero di offerte, anche se diversi costruttori hanno segnalato interesse per il progetto. “Ci rendiamo conto che le circostanze del mercato sono cambiate da quando è stata progettata la gara, complicando il business case”, ha detto il portavoce del ministero del Clima, Noortje Beckers. I progetti esistenti di Eneco hanno contribuito ad aumentare la capacità nel Mare del Nord olandese fino a quasi 5 GW e il governo mira ad aumentare fino a quasi 21 GW entro il 2031.

(Energia Oltre – ANR)

Olanda, Eneco abbandona gara per parco eolico offshore

La società energetica olandese Eneco ha revocato la sua decisione di partecipare alla gara per la costruzione di un grande parco eolico offshore nella parte olandese del Mare del Nord, citando l’aumento dei costi e il rischio di ritardi. La decisione di Eneco rappresenta una battuta d’arresto per il governo olandese, considerato il precedente sostegno della società allo sviluppo dell’energia eolica offshore negli ultimi 10 anni. L’azienda possiede 4 parchi eolici offshore nella parte olandese del Mare del Nord e ne sta costruendo un quinto.

Aveva pianificato di presentare un’offerta per il nuovo parco eolico da 4 GW distribuito su due località a 60 km dalla costa olandese, insieme al gruppo norvegese di petrolio e gas Equinor. Tuttavia, Eneco ha deciso che le ragioni commerciali per un’offerta sono state erose a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, dell’incertezza sui prezzi e della domanda dell’elettricità, degli alti tassi di interesse e dei problemi della catena di approvvigionamento.

(Energia Oltre – ANR)

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