Advertisement Skip to content

Ecco chi deciderà le sorti del giacimento Afrodite

Dopo sette anni di negoziati tra Israele e Cipro si va verso una risoluzione della controversia. Tutti i dettagli

Dopo sette anni di negoziati tra Israele e Cipro non sono stati compiuti progressi sostanziali per la firma di un accordo sullo sviluppo della riserva di gas naturale di Afrodite collocata nel territorio di entrambi i paesi. Per questo, nei prossimi mesi, Israele e Cipro hanno deciso di affidarsi a un arbitrato internazionale per decidere una volta per tutte la controversia riguardante il giacimento, secondo quanto riferisce il sito israeliano Globes. La prossima settimana si terrà, inoltre, anche una riunione tra Israele, Grecia e Cipro, alla quale parteciperanno i ministri dell’Energia di tutti e tre i paesi per discutere di un accordo di aggregazione, oltre a decidere in merito alla costruzione di un gasdotto sottomarino che collegherà Israele con l’Europa (e segnatamente con l’Italia).

IL GIACIMENTO CONTESO TRA ISRAELE E CIPRO

Il giacimento Afrodite si trova al confine tra le acque economiche di Israele e di Cipro, con la maggior parte del giacimento sul lato cipriota. Il ministero israeliano delle infrastrutture, dell’energia e delle risorse idriche stima la quantità di gas nella sezione israeliana a 7-10 miliardi di metri cubi contro i 100 della sezione cipriota in mano alla Yitzhak Tshuva, azienda controllata dalla Delek Group Ltd.. Poiché il gas nella prospezione Yishai nella parte israeliana, fa parte di un unico bacino geologico, la sua produzione dipende dagli accordi tra i due paesi.

IL MINISTRO STEINITZ: LO STATO NON RINUNCERÀ ALLA PROPRIA QUOTA DI GAS NÉ AI PROVENTI DEL GIACIMENTO

“Il paese non ha rinunciato a Yishai, e non rinuncerà alla sua parte, anche se questa parte sarà relativamente piccola – ha detto al Globes il ministro delle Infrastrutture nazionali, Energia e Risorse Idriche Yuval Steinitz –. Lo Stato non rinuncerà alla propria quota di gas né ai proventi del giacimento di Afrodite e non è in grado di farlo a nome delle società che lo detengono”. In assenza di un accordo di distribuzione, Israele si rifiuterà, infatti, di consentire a Cipro di sviluppare Afrodite, perché il pompaggio di gas naturalmente finirebbe per interessare anche la parte israeliana del giacimento.

“Ci sono negoziati che purtroppo sono in corso da anni, ma recentemente abbiamo raggiunto un accordo con i ciprioti che ci sembra ragionevole. Sulla base delle cifre fornite dalle due parti, l’arbitro internazionale deciderà quali percentuali Israele e Cipro riceveranno”, ha detto Steinitz, aggiungendo che l’accordo sarà comunque soggetto ad approvazione da parte dei governi israeliano e cipriota. “Prima di tutto, però, permetteremo alle aziende di entrambe le parti di discutere tra loro nel tentativo di raggiungere un’intesa. Se ciò non accadrà, ci sarà un arbitro entro pochi mesi”.

IL MINISTRO CIPRIOTA LAKKOTRYPIS: PRIMA UN TENTATIVO DI ACCORDO TRA AZIENDE

Stesso discorso anche da parte del ministro dell’Energia cipriota Giorgos Lakkotrypis: “Abbiamo recentemente concordato che chiederemo prima alle aziende di cercare di trovare un accordo tra loro … e se questo non sarà possibile … allora valuteremo l’opzione di andare in arbitrato”, riferisce il Cyprus Mail.

TROVARE UN ACCORDO È INTERESSE DI TUTTI

Vi sono buoni motivi per ritenere che alcune recenti pressioni porteranno a completare l’accordo di unificazione. Secondo quanto riportato dai media ciprioti, una serie di accordi per l’esportazione di gas da Afrodite sono giunti alle fasi finali che precedono la firma. Due giorni fa l’agenzia di stampa Reuters ha citato il ministro egiziano del Petrolio Tarek El-Molla ricordando le intenzioni del suo paese a voler siglare un accordo con Cipro per l’esportazione di gas da Afrodite verso l’Egitto.

A seguito di queste segnalazioni, i titolari dei diritti sulla prospezione, vale a dire, Yishai, Israel Opportunity Energy Resources LP, Nammax Oil and Gas Ltd., Eden Energy Discoveries Ltd., Eden Energy Discoveries Ltd.. e AGR Petroleum Services Holdings AS, hanno scritto al Commissario israeliano per il petrolio Yosi Wurzburger chiedendo risposta a una domanda ovvia: come Israele intende salvaguardare i propri diritti? La firma di un accordo con Cipro è un interesse economico sia dello Stato che dei partner. La perdita per Israele in termini di gettito fiscale e royalties potrebbe ammontare a miliardi se i ciprioti inizieranno a sviluppare ed esportare gas da Afrodite senza un accordo.

IL GIACIMENTO AFRODITE SCOPERTO NEL 2011

La controversia tra Israele e Cipro sui confini del bacino di Afrodite ha avuto un impatto negativo sulle relazioni tra i due paesi ed è in larga misura responsabile del prezzo elevato dell’elettricità a Cipro e della perdita di miliardi di dollari di entrate per i residenti di lingua greca dell’isola. Il giacimento è stato scoperto nelle acque cipriote il 28 dicembre 2011. I test condotti a seguito della scoperta hanno dimostrato che il campo contiene 3,5 trilioni di piedi di gas naturale, circa la stessa quantità dei giacimenti di Karish e Tanin e un terzo di quella del giacimento di Tamar. Il gas di Afrodite è in grado di soddisfare il fabbisogno di Cipro per molti anni: senza di esso i ciprioti sono costretti a produrre elettricità utilizzando gasolio e petrolio, inquinanti e costosi. Inoltre, la tariffa dell’elettricità a Cipro è quasi il doppio di quella israeliana. Per questo l’accordo sull’arbitrato internazionale può contribuire a risolvere la controversia. “Per noi, un accordo di questo tipo è una condizione essenziale per lo sviluppo di Afrodite e spiana la strada al suo sviluppo – riassume Steinitz -. Israele ha un interesse in questo, perché avvicina la costruzione di un gasdotto all’Europa e l’esportazione in Egitto. Questo significa soldi per lo Stato, che non è qualcosa che prendiamo alla leggera”.

PROSEGUONO I CONTATTI ANCHE TRA ISRAELE E LIBANO

Per quanto riguarda il confine tra le acque economiche di Israele e quelle del Libano, da quando Israele si è ritirato dal Libano nel 2000 si è verificata una controversia che sta interessando anche le zone di prospezione di petrolio e gas. A conferma di ciò, Steinitz ha dichiarato: “I contatti proseguono”, con il coinvolgimento del sottosegretario aggiunto ad interim degli Stati Uniti, l’Ufficio per gli affari del Vicino Oriente, David Satterfield. “Ci sono nuove idee sul tavolo che vengono prese in considerazione. C’è anche un forte e urgente interesse libanese a risolvere la questione, e spero che siamo sulla buona strada per risolverla, anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su