Advertisement Skip to content
Petrolio Compagnie Petrolifere

L’Arabia Saudita aumenta la produzione di petrolio

L’Arabia Saudita pronta ad inviare maggiori barili di petrolio ai fornitori asiatici

Sì, l’Arabia Saudita sta aumentando la produzione di petrolio, per la felicità di Donald Trump che vuole a tutti i costi tenere bassi i prezzi del greggio (spinti al rialzo dai tagli alla produzione accordati in seno all’Opec).

Secondo alcune indiscrezioni l’Arabia starebbe offrendo maggiori volumi di greggio, rispetto a quanti previsti nell’accordo, ad alcuni acquirenti in Asia, in linea con quanto deciso a Vienna, durante l’ultima riunione dell’Opec.

L’ARABIA SAUDITA AUMENTA PRODUZIONE

L’Arabia Saudita Oil Co. invierà ulteriori carichi del suo greggio Arab Extra Light ad almeno due compratori in Asia per il mese di agosto, secondo persone vicine ai fatti. Il carico andrebbe oltre i volumi contrattuali mensili del produttore statale, noto come Saudi Aramco.

Uno dei contati asiatici che ha ricevuto l’offerta per il greggio Extra Light ha accettato le forniture aggiuntive, senza però fornire dettagli sul volume.

LA PRESSIONE AMERICANA

A festeggiare è Donald Trump, che nelle ultime settimane ha fatto pressione su Arabia Saudita ed Opec per aumentare nuovamente la produzione di petrolio e abbassare di conseguenza i prezzi.

“I prezzi del petrolio sono troppo alti, l’Opec è tornata alla carica. Non va bene”, aveva twittato il 12 giugno il presidente Usa Donald Trump, spingendo Arabia Saudita e Russia ad aumentare la produzione di petrolio e provando ad influenzare l’incotro Opec del 22 giugno, in cui si è deciso proprio per l’eliminazione dei tagli imposti nel 2016.
E sempre con questo obiettivo, Trump aveva twittato, il 20 Aprile,  contro il rincaro del prezzo del petrolio. “Con quantità record di petrolio record sparse ovunque – aveva scritto il presidente Usa – incluse quelle nei serbatoi delle grandi navi in mare, i prezzi del petrolio sono artificialmente molto alti! Non va bene e non può essere accettato!”.

I tagli hanno fatto aumentare il prezzo del greggio, costringendo ad un rally al rialzo anche i prezzi americani della benzina. Trump vuole che questi prezzi si abbassino prima delle prossime elezioni del Congresso, fissate per novembre.

COPRIRE IL PETROLIO DI TEHERAN

Nella giornata di mercoledì 27 giugno, il dipartimento di Stato Usa ha minacciato che la Casa Bianca non intende esonerare alcun Paese dalle sanzioni e che quindi si augura lo stop immediato agli acquisti di greggio dall’Iran. Se tutti dovessero accettare le disposizioni a stelle e strisce, il mercato rinuncerebbe a 2,2 milioni di barili al giorno. Barili, ovviamente, che dovranno essere coperti da una maggiore produzione da parte di altri Paesi.

L’Arabia Saudita aumenta la proprio offerta proprio nel momento in cui, se tutto va come i piani di Trump, mancherà sul mercato il petrolio di Teheran.

“L’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e la Russia hanno finto di essere in grado di poter soddisfare un ulteriore domanda di 2,5 milioni di barili al giorno di esportazioni iraniane”, ha detto Hossein Kazempour Ardebili, rappresentante all’OPEC per l’Iran a Trump. “Se l’Iran dovesse fermare le esportazioni per un solo mese per mostrare cosa potrebbe accadere all’economia mondiale, lei ci avrebbe ripensato”, ha detto Kazempour, “ma siamo una nazione civilizzata e un governo responsabile”.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su