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Aramco

Aramco, tutti i problemi dell’Ipo (che si avvicina)

La quotazione di Aramco avverrà probabilmente sulla Borsa di Tokyo. Il 5% della società dovrebbe essere collocato a partire dal prossimo 20 ottobre

L’annuncio della quotazione della compagnia petrolifera saudita Aramco è “molto, molto vicino” ma sulla collocazione sui mercati potrebbero pesare diversi problemi.

L’ANNUNCIO DELL’IPO È “MOLTO VICINO”

L’annuncio della quotazione della compagnia petrolifera saudita Aramco è vicino secondo quanto ha dichiarato il presidente di Aramco, Yasser al Rumayyan, che ricopre anche l’incarico di governatore del Fondo di investimento pubblico, nel corso del forum di investimento russo-saudita in corso a Riad. Secondo fonti vicine al dossier citate da Bloomberg la scorsa settimana, l’Ipo del 5 per cento della società dovrebbe avvenire il 20 ottobre.

AramcoI PROBLEMI SUL TAVOLO

Tuttavia, da quando si è cominciato per la prima volta a parlare dell’Ipo della compagnia saudita nel 2016, “il bacino estero dell’offerta pubblica iniziale (IPO) si è costantemente ridotto. Questo è stato il risultato di una semplice equazione: più gli aspiranti investitori conoscono l’Arabia Saudita e Aramco, meno attraente diventa la prospettiva di avere qualcosa a che fare con loro”, sottolinea Oilprice.com. “Tuttavia, poiché il principe ereditario Mohammed bin Salman ha puntato la sua reputazione personale – e il suo futuro politico – sulla Ipo di Aramco lui e i suoi banchieri stanno attualmente facendo il tifo per collocare almeno su una borsa internazionale i titoli di Aramco”.

LA “CATTIVA” REPUTAZIONE DI RIAD

Ma come ha fatto Riad a raggiungere questa reputazione? Per Oilprice.com le radici affondano nell’attacco dell’11 settembre 2001 in cui “non meno di 15 persone coinvolte erano cittadini sauditi” e prosegue con il veto dell’ex presidente Barack Obama del Congresso degli Stati Uniti sul ‘Justice Against Sponsors of Terrorism Act’, che consente alle famiglie delle vittime di citare in giudizio il governo dell’Arabia Saudita. Poi Riad ha bombardato lo Yemen e ciò “ha aperto la strada all’ostracismo internazionale del Qatar, rapito l’allora presidente libanese Saad Hariri costringendolo (presumibilmente) alle dimissioni , e ucciso il giornalista Jamal Khashoggi”. “A peggiorare ulteriormente la situazione è stata la decisione dell’Arabia Saudita di minacciare l’industria statunitense degli scisti bituminosi se Washington avesse promulgato il ‘No Oil Producing and Exporting Cartels Act’ (NOPEC).

PERCHÉ HANNO SCARTATO LONDRA

Malgrado il New York Stock Exchange (NYSE) sia stato uno dei due candidati preferiti, insieme al London Stock Exchange (LSE), pare che la quotazione avverrà lontano da qui. Le questioni affrontate sono stati molteplici: “Il problema da parte del Regno Unito – che è stato trasmesso al team bancario di Aramco IPO – era incentrato sulla creazione di una nuova categoria di quotazioni per le grandi aziende internazionali, al fine di accogliere Aramco e la sua mancanza di trasparenza informativa. Più specificamente, le aziende che desiderano inserirsi nel LSE possono optare per una quotazione “premium” o “standard”. Secondo il regolamento, una quotazione premium da includere nell’indice FTSE 100 di riferimento avrebbe comportato per Aramco il pieno accesso ai libri contabili della società, e agli investitori di minoranza di votare in un consiglio di amministrazione indipendente, permettendo loro di approvare le transazioni tra la società e l’azionista di controllo, il governo saudita. Tuttavia, una quotazione standard avrebbe significato che Aramco non sarebbe stata inclusa nell’FTSE100 e relegata a essere invece al secondo livello di società. La soluzione di compromesso è stata quella di creare questa nuova categoria di quotazioni per le grandi società internazionali che non soddisfa gli standard di quotazione premium ma che in teoria è più prestigiosa e più attraente per gli investitori rispetto alla categoria “standard”. Chiaramente, come ha detto a Londra Jeremy Stretch, senior market analyst del CIBC, a OilPrice.com, cambiare semplicemente il nome di un tipo di quotazione non cambia il fatto che in realtà non soddisfa gli standard attesi dalle società quotate in FTSE in termini di reporting rigoroso, opacità operativa e responsabilità verso gli azionisti, anche quelli di minoranza.

L’IPOTESI CINA E HONG KONG

A quel punto, Mohammed bin Salman ha giocato l’idea di fare un collocamento privato dell’intero importo – il 5% – in Cina. Questo sarebbe stato estremamente vantaggioso per lui per due motivi fondamentali. In primo luogo, non avrebbe richiesto la divulgazione di alcuna informazione sui rapporti di Aramco – o dell’Arabia Saudita – se non ai cinesi. Il secondo motivo è che il prezzo per il collocamento privato del 5% non sarebbe mai stato reso pubblico a nessuno e quindi non poteva essere accusato di non aver raggiunto i 100 miliardi di dollari” che l’obiettivo di Riad. Per un certo periodo Hong Kong è “stata in testa alla classifica, dati i suoi stretti legami con la Cina e con gli acquirenti cinesi di petrolio e gas, ma il fiorente movimento di protesta contro il dominio cinese da parte di Hong Kong ha successivamente emarginato il suo appello”.oil

TOKYO LA META PIU’ PROBABILE

Saudi Aramco ha designato la giapponese SMBC Nikko Securities come uno dei bookrunner della sua Ipo. Lo ha riferito Reuters sottolineando che si tratta della prima società finanziaria giapponese a avere un ruolo così importante in quella che sarà la quotazione più grande della storia. La selezione di un bookrunner giapponese, SMBC Nikko Securities, arriva insieme all’indiscrezione secondo cui il colosso petrolifero saudita potrebbe scegliere Tokyo come sede internazionale dell’Ipo. A fine agosto, il Wall Street Journal aveva riferito che i sauditi stavano guardando a Tokyo, evitando Londra a causa dell’incertezza sulla Brexit e Hong Kong a causa delle proteste.

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