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Medio Oriente

Aramco perde i diritti “perpetui” su petrolio e gas

Il Regno passa a una concessione di sfruttamento per 40 anni rivelando di fatto il braccio di ferro in atto tra il governo e il gruppo energetico statale

L’Arabia Saudita ha ridotto il periodo di tempo che la società energetica Saudi Aramco avrà a disposizione per sfruttare i diritti esclusivi sui vasti giacimenti di petrolio e gas del Regno, sollevando di fatto interrogativi sulla produzione di idrocarburi a lungo termine del paese e rivelando una lotta di potere in atto tra la compagnia e il governo.

CONCESSIONE PER 40 ANNI

L’accordo di concessione tra Saudi Aramco e lo Stato, sulla base del quale cioè il gruppo potrà continuare a esplorare e sviluppare risorse a partire dal precedente contratto che gli ha permesso di accedere in perpetuo a tali operazioni, è stata limitata a 40 anni con possibilità di rinnovo. L’anticipazione è stata fornita dal Financial Times che cita persone informate del dossier, e sarebbe parte dei preparativi in vista della quotazione in Borsa dell’azienda, ormai rinviata a tempo indeterminato.

LA NOVITÀ È FRUTTO DEI PREPARATIVI PER LA QUOTAZIONE IN BORSA DI ARAMCO

Il ministro dell’Energia Khalid al Falih, presidente ed ex amministratore delegato dell’azienda, ha insistito sul fatto che il Regno è impegnato da tempo nel portare a termine una serie di scadenze in vista della quotazione in Borsa. Falih aveva annunciato già la settimana scorsa la firma del nuovo contratto di concessione nell’ambito del processo iniziale di offerta pubblica, che comprendeva anche la revisione dei rendiconti finanziari di Aramco e l’esecuzione di una revisione indipendente delle sue riserve energetiche, senza rivelarne, tuttavia, i termini. Il ministero saudita ha poi ammesso che il nuovo contratto è “uno dei molti passi importanti intrapresi per preparare Aramco ad essere inserita nei listini”, aggiungendo che il governo si è impegnato a “procedere con l’IPO, quando le condizioni saranno ottimali, in un momento di sua scelta”.

Il GOVERNO SPINGEVA PER UN ACCORDO VENTENNALE IN LINEA CON LE ALTRE COMPAGNIE MONDIALI

Inizialmente il governo aveva spinto per un contratto più breve – in linea con le compagnie petrolifere internazionali che hanno accordi ventennali -. Ma ciò, rivela Ft, “avrebbe avuto ripercussioni sulle riserve, i piani di sviluppo a lungo termine e la valutazione” dell’azienda stessa. Alcuni esperti del settore energetico si sono, tuttavia, chiesti se la modifica temporale possa indurre Aramco a produrre petrolio a un ritmo più rapido. Malgrado la concessione sia quarantennale, cioè più lunga dei contratti generalmente in essere nel settore, persone vicine al ministro dell’Energia saudita hanno confermato che la politica di produzione dovrebbe rimanere inalterata. E hanno aggiunto che il Regno, in quanto azionista finale, ha già il potere di imporre grandi cambiamenti nella strategia energetica senza che la modifica giuridica possa intaccare alcunché, rappresentando di fatto, solo una mera questione procedurale.

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