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Mise, ecco il bilancio di Calenda

Le cosa fatte, quelle da fare e le urgenze sul tavolo di chi prenderà il suo posto in un documento pubblicato dal dicastero di via Veneto

Le cosa fatte, quelle da fare e le urgenze sul tavolo di chi prenderà il suo posto. È il bilancio tracciato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda di tutte le politiche realizzate nel corso del suo mandato (qui il documento completo).

COSA CONTIENE IL DOCUMENTO

Il documento analizza nel dettaglio le attività condotte nel campo della politica industriale (Piano Industria 4.0, incentivi, aree di crisi complessa, space economy…), dell’energia (Strategia Energetica Nazionale, efficienza energetica, capacity market, certificati bianchi, energivori, gasivori….), delle Telecomunicazioni, del Piano Straordinario per il Made in Italy e della strategia per l’attrazione degli investimenti esteri. Si sofferma poi sulle iniziative legislative e di sistema (Golden Power, Legge annuale per il mercato e la concorrenza, riforma delle camere di commercio) e, infine, contiene un approfondimento sulle maggiori crisi d’impresa in corso.

CALENDA: ASSICURO PASSAGGIO DI CONSEGNE ORDINATO, DETTAGLIATO E APPROFONDITO

“Voglio assicurare fin d’ora – afferma il ministro Calenda – la mia totale disponibilità per un passaggio di consegne ordinato, dettagliato e approfondito. Chiunque arriverà al ministero dello Sviluppo Economico potrà contare sul mio supporto per prendere in mano i dossier, se lo richiederà”.

IL SETTORE DELL’ENERGIA: I PUNTI APERTI

Le principali misure aperte nel settore energetico spaziano dalla sicurezza del sistema elettrico e del gas, al supporto alle fonti rinnovabili ed all’efficienza energetica, dalla strategia per la dismissione degli impianti nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito alla liberalizzazione dei mercati retail dell’energia prevista dalla legge annuale sulla concorrenza. Ecco gli item più urgenti segnalati dal ministro uscente:

STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE – PIANO CLIMA ENERGIA (CEP)

Occorre dare seguito alla costituzione di una cabina di regia tra MISE e MATTM con MEF, MIT e MIBACT, e il coinvolgimento delle Regioni per favorire l’attuazione coordinata della strategia e monitorarne lo stato di realizzazione e i risultati. È necessario predisporre il Piano Clima – Energia (CEP) comunitario, partendo dagli elementi già contenuti nella Strategia Energetica Nazionale. A tal fine sono previste attività di coordinamento con la Presidenza del Consiglio ed il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per gli altri temi non strettamente energetici con MIT e MIPAAF nonché il MEF per coperture, per presentare una bozza entro fine 2018, mentre il Piano definitivo dovrà essere presentato entro il 31 dicembre 2019. Nel frattempo occorre continuare a partecipare al processo di discussione presso il gruppo energia del Consiglio europeo sul pacchetto di nuove proposte legislative sulla Governance del raggiungimento dei nuovi obiettivi comunitari al 2030 verso la decarbonizzazione, sulle nuove direttive riguardanti le rinnovabili e l’efficienza energetica, per giungere a una posizione comune in vista del trilogo con il Parlamento europeo, che ha proposto su alcuni punti posizioni e obiettivi molto sfidanti, in assenza tuttavia di una analisi sui possibili impatti e dei criteri per la valutazione dei piani clima ed energia che i singoli Stati membri dovranno proporre alla Commissione e che diventeranno vincolanti e sottoposti al monitoraggio da parte della Commissione.

LA CNAPI

Tra i punti aperti Calenda segnala la necessità di dare urgentemente una conclusione ai due processi in corso, relativi all’approvazione del Programma nazionale (oggetto del deferimento in Corte di Giustizia) e all’avvio della consultazione sulla CNAPI. Le attività sono di competenza condivisa con il ministro dell’Ambiente, con cui sarà anche necessario organizzare le attività istituzionali, di confronto e di comunicazione con i territori, necessarie per la riuscita dell’iniziativa. Dopo la consultazione sulla CNAPI, la SOGIN dovrà organizzare un Seminario nazionale dedicato in particolare agli enti locali sul cui territorio ricadono le aree interessate dalla proposta di CNAPI, alle associazioni territoriali, alle università e agli enti di ricerca. L’esito della consultazione condurrà a una versione aggiornata d ella proposta di CNAPI che, con il parere dell’ISIN, sarà sottoposta all’approvazione dei ministri competenti del MISE, del MATTM e del MIT. Soltanto quella sarà la Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) alla localizzazione del Deposito nazionale. Il processo prevede l’acquisizione di possibili manifestazioni di interesse da parte di Regioni ed enti locali e la promozione di comitati misti Stato – Regioni, come forma ulteriore di sollecitazione alla leale 24 collaborazione. In caso di mancato raggiungimento delle intese sulle aree idonee, la decisione sarebbe demandata dalla legge al Consiglio dei Ministri, integrato con la partecipazione di ciascun presidente di Regione interessato.

EFFICIENZA ENERGETICA: CERTIFICATI BIANCHI, ECOBONUS, PREPAC, FONDO NAZIONALE ED ILLUMINAZIONE PUBBLICA

Sui Certificati bianchi, si legge nel documento “sarà condotta una fase di monitoraggio per verificare l’efficacia delle misure introdotte”. Sull’Ecobonus “occorre completare l’acquisizione dei concerti MEF e MIT sul DM requisiti di accesso” mentre sul “PREPAC occorre “proseguire con ulteriori bandi, per dare continuità a l meccanismo”. Per il Fondo nazionale per l’efficienza energetica è necessario “accelerare i tempi di stipula della Convenzione tra MISE ed Invitalia e di approvazione delle regole applicative”. Infine, sull’illuminazione pubblica serve “sostenere l’ emanazione del decreto del Presidente del Consiglio sulle modalità attuative per la realizzazione degli interventi da parte degli enti locali e l’acquisizione del concerto MEF su decreto che regola l’accesso al Fondo FRI”.

CAPACITY MARKET

Punti aperti rimangono il fatto che “la disciplina finale sarà sottoposta a breve all’approvazione del Ministro per l’approvazione, sentita l’ARERA”.

SUPERAMENTO DELLA MAGGIOR TUTELA NEI MERCATI RETAIL

Per il decreto di superamento dei regimi di tutela, bisogna definire la transizione verso il mercato liberalizzato in modo prudente per i consumatori, con tempi e strumenti adeguati ad affrontare tale passaggio, nel rispetto dei principi della concorrenza per gli operatori e di gradualità e consapevolezza per i clienti finali. L’andamento del mercato retail dell’energia elettrica mostra infatti come ancora i piccoli consumatori, soprattutto domestici, non percepiscano i possibili benefici del mercato libero. Il primo obiettivo è quindi quello di stimolarne la partecipazione attraverso condizioni che promuovano, ancor più di quanto fatto finora, l’uscita volontaria dai regimi di tutela anche tramite una comunicazione efficace. Nel contempo occorre individuare possibili meccanismi di gestione dei clienti che non dovessero esercitare la scelta del fornitore sul mercato.

RIFORMA DEL BONUS ELETTRICO E GAS

Tra gli aspetti di riforma ancora aperti, rientra il tema delle procedure automatiche di erogazione, prevedendo quale possibile opzione, ogni volta che l’INPS attesti un valore ISEE aggiornato nei limiti previsti per l’accesso al bonus (8.107 euro), il riconoscimento del beneficio, prescindendo da una domanda specifica dell’interessato. Tal e riforma delle procedure rappresenta un’evoluzione positiva della misura in termini di semplificazione e di efficacia, considerato che storicamente, da quanto è operativo il bonus (2009) non più del 40 per cento degli aventi diritto (soggetti con ISEE fin o a 8.107 euro) ne ha usufruito: l’automatismo consentirebbe infatti di raggiungere tutti i potenziali beneficiari. Si consideri che i potenziali beneficiari, secondo i dati delle dichiarazioni ISEE 2016 del Ministero del lavoro, sono all’incirca 2,7 milio ni, mentre altri studi parlano di circa 5 milioni di nuclei che potenzialmente hanno un ISEE inferiore alla soglia prevista per l’accesso al bonus.

INTEGRAZIONE SISTEMA ELETTRICO –VEICOLI ELETTRICI

La Legge di Bilancio 2018 prevede che il MISE, sentita l’ARERA individui criteri e modalità per favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli e la rete elettrica, denominata vehicle to grid, anche prevedendo la definizione delle regole per la partecipazione ai mercati elettrici e di specifiche misure di riequilibrio degli oneri di acquisto rispetto ai prezzi di rivendita dell’energia. Si tratta di un argomento innovativo, per il quale esistono solo poche e limitate esperienze di natura sperimentale. E’ stata effettuata una prima ricognizione di tali esperienze, studiando con quali modalità i veicoli elettrici possano interagire con il sistema elettrico per fornire servizi, in modo da ottenere il duplice vantaggio di sostenere la diffusione dei veicoli elettrici e aumentare la sicurezza. Tuttavia, ad istruttoria più avanzata, si prevede un confronto con ARERA, Terna e gli operatori interessati.

FONTI RINNOVABILI

Incentivi 2018 – 2020: Sono in corso di valutazione due schemi di decreto per regolare gli incentivi per il periodo 2018 – 2020:

Lo schema cd. DM FER 1 si riferisce alle rinnovabili elettriche più vicine alla grid parity (eolico onshore, solare fotovoltaico, idroelettrico, geotermia tradizionale, gas di discarica e di depurazione), introducendo aste per gruppi di tecnologie per gli impianti di potenza superiore a 1 MW e registri dedicati agli impianti di potenza inferiore. Lo schema di decreto detta, inoltre, una prima disciplina per introdurre, in alternativa ai tradizionali regimi di sostegno, meccanismi di mercato per favorire la compravendita dell’energia verde, mediante contratti di lungo termine fra produttori e consumatori (cd PPA). Allo stato attuale è stata avviata la concertazione con il MATTM sullo schema di decreto. Alcune tematiche hanno richiesto ulteriori approfondimenti, in particolare l’incentivazione dei piccoli impianti eolici e i requisiti di accesso dei mini – idroelettrici, con riferimento alle recenti procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea in materia di tutela dei corpi idrici. Sono state raccolte e commentate tutte le osservazioni arrivate nelle scorse settimane da varie associazioni di settore. Se fosse in vigore con lo schema attuale, il nuovo regime garantirebbe l’incentivazione di circa 10,6 TWh di energia elettrica generata, necessaria per gl i obiettivi SEN al 2020, ed un impegno in termini di spesa annua di circa 264 milioni di euro.

Lo schema cd. DM FER 2 riguarda fonti e tecnologie innovative o con costi ancora elevati. Il testo è in corso di concertazione, oltre che con il MATTM , anche con il MIPAAF. Il provvedimento riguarda i settori delle biomasse e del biogas, solare termodinamico, eolico offshore e geotermia innovativa. L’impegno di risorse sarebbe di circa 150 – 200 milioni di euro. Una volta terminata la fase istruttoria, entrambi i provvedimenti dovranno essere notificati alla Commissione europea ai sensi della disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato. Decreto isole minori : i l DM 14 febbraio 2017 reca disposizioni per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse attraverso energia da fonti rinnovabili, con obiettivi già dal 2020.

Sono introdotti quattro strumenti principali : a) incentivi per la produzione da fonti rinnovabili nelle isole minori , la cui definizione è in corso da parte di ARERA b) progettazione di interventi di ammodernamento delle reti elettriche isolane, in modo da riuscire a triplicare la quantità di rinnovabili che possono essere installate in ciascuna isola, mantenendo la sicurezza del sistema. I progetti, redatti dai gestori isolani, so no stati trasmessi all’A RERA per una valutazione di congruità da effettuare entro il 2018 c) preparazione di un bando MISE per finanziare almeno due progetti pilota tesi a raggiungere elevati obiettivi di penetrazione delle fonti rinnovabili, con interventi innovativi quali sistemi di accumulo, mobilità elettrica, integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico. Sono in corso affinamenti di natura tecnica e giuridica, a valle dei quali il bando può essere emesso d) richiesta alla CE di deroga per le isole minori non interconnesse d a talune disposizioni in tema di liberalizzazione della filiera di produzione, trasmissione, distribuzione e vendita dell’elettricità.

La bozza di richiesta è in fase di discussione informale con l’Autorità Controlli del GSE: l a legge di bilancio 2018 ha modificato l’articolo 42 del D.lgs. 3 marzo 2011, n. 28 in tema di controlli del GSE sugli impianti a fonti rinnovabili incentivati. Diversamente dalla normativa previgente, attuata con DM 31 gennaio 2014, che prevedeva la decadenza come unica conseguenza delle violazioni rilevanti, la nuova disciplina dovrà contemplare anche le violazioni che comportano una decurtazione degli incentivi ricompresa tra fra il 20 e l’80 per cento in ragione dell’entità della violazione. Concessioni di grande derivazione idroelettrica : è stato istituito presso la Conferenza Stato – Regioni un tavolo tecnico con le Regioni sulle ipotesi di riforma dell’attuale normativa sulla attribuzione delle concessioni idriche per la produzione di energia elettrica , di estrema rilevanza in un settore strategico per il fabbisogno e la sicurezza energetica del Paese. La riforma si rende necessaria per rivedere le disposizioni di settore e, non da ultimo, per risolvere la procedura di infrazione comunitaria (2026/2011) in relazione ad alcune previsioni dell’art. 37, del d.l. n. 83 del 2012, convertito in l. n. 134/2012. E’ necessario evitare un aggravamento della procedura UE e soprattutto superare lo stato di perdurante precarietà del settore e rilanciare gli investimenti.

ENERGIVORI

Sono state portate a termine le erogazioni residue per le competenze 2013 e 2014 relativamente ai soggetti per i quali si paventava il rischio di sovra compensazione sulla base della decisione della Commissione europea. Sono in corso le attività con ENEA finalizzate alla predisposizione dei parametri di efficienza al consumo di energia, previsti dal decreto 21 dicembre 2017. Continuano inoltre i rapporti con la Commissione europea per quanto attiene la verifica in corso sulla corretta esecuzione del piano di adeguamento approvato con la Decisione relativo alle agevolazioni previgenti il richiamato decreto.

consumiGASIVORI

Per i gasivori è stato sottoposto mediante pre-notifica alla Commissione uno schema di misura che attua le disposizioni della Legge europea e “sono iniziati i primi contatti con la DGCOMP. Occorre – si legge nel documento – monitorare l’iter dell’esame in Commissione delle misure pre-notificate, mediante incontri e un tavolo con i funzionari della Commissione, sia per spiegare la novità della misura sia per giungere alla sua approvazione, necessaria per la sua adozione definitiva in Italia e la sua attuazione. Da alcuni recenti incontri con Confindustria è emerso che vi sono ulteriori categorie di imprese gasivore da considerare, oltre quelle presenti nell’elenco delle imprese energivore accluso alla Linee guida Ue”.

GARE ASSEGNAZIONE CONCESSIONI DISTRIBUZIONE GAS

Dato che le stazioni appaltanti sono in grande ritardo con la predisposizione dei bandi, e data l’inerzia delle Regioni a intervenire con il loro potere sostitutivo previsto dalle norme, il MISE si è attivato scrivendo alle stazioni appaltanti specificando che oltrepassati i termini per la pubblicazione dei bandi e per l’esercizi o del potere sostitutivo delle Regioni, esso è passato al MISE che può nominare un commissario ad acta. Nei prossimi mesi sarà necessario riunire la cabina di monitoraggio con autorità di regolazione, e ANCI ed associazioni di settore per monitorare le gare, nonché rendere operativo con Invitalia un team per affiancare le stazioni appaltanti per la predisposizione dei bandi di gara. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha scritto al MISE per avere un aggiornamento della situazione.

PROPOSTA DI NUOVA DIRETTIVA GAS DA PARTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA RELATIVA A GASDOTTI DI COLLEGAMENTO CON PAESI TERZI

La proposta di Direttiva, nella sua attuale formulazione, interesserebbe entrambi i gasdotti di importazione dal nord Africa (Algeria e Libia) nonché il gasdotto Transitgas, di collegamento con i mercati nord europei, proveniente dalla Svizzera. Inoltre avrebbe applicazione anche sui gasdotti di futura costruzione qualora dovessero originarsi presso Stati non appartenenti all’Unione Europea (come l’EastMed). La proposta è stata portata all’attenzione del Consiglio Europeo nell’ambito del tavolo di lavoro dell’Energy Working Party (c.d. Gruppo Energia) dove ha ricevuto commenti contrastanti. Si segnalano diverse criticità già in parte evidenziate anche da altri Paesi: le effettive competenze in merito della Commissione (che nella proposta si estende al di là del territorio degli Stati membri); la compatibilità con le norme che regolano il diritto del mare (in particolare con la Convenzione di Montego Bay sulle condotte sottomarine insistenti sulla piattaforma continentale); l’applicazione retroattiva dei principi introdotti ai gasdotti di importazione esistenti o in progetto come l’EastMed; la modalità di assegnazione e la durata delle deroghe previs te all’applicazione della norma; il coinvolgimento delle autorità di regolazione di Paesi terzi (in alcuni casi non esistenti).

INCENTIVI BIOMETANO

In questo caso, avverte il ministro, “occorre informare i piccoli produttori agricoli del nuovo sistema di Incentivo”; “adottare col GSE i primi provvedimenti applicativi per facilitare l a adesione al nuovo meccanismo”; “facilitare la connessione dei nuovi impianti alle reti di trasporto e distribuzione gas”.

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