Lettera aperta di sessanta azienda sul Financial Times per chiedere più sforzi alle Big Oil
Sessanta aziende attive nel settore investimenti hanno chiesto ai gruppi petroliferi e del gas di intensificare gli sforzi in materia di cambiamenti climatici in una lettera aperta pubblicata dal Financial Times.
INDUSTRIA GAS E PETROLIO SIA PIÙ TRASPARENTE E SI ASSUMA LA RESPONSABILITÀ DELLE EMISSIONI
Tra loro figurano società del calibro di Aberdeen Standard Investments e Axa Investment Managers, sempre più preoccupati per l’impatto finanziario del riscaldamento globale. In una lettera aperta al FT, gli investitori, che supervisionano quasi 10,5 trilioni di dollari di asset, chiedono che l’industria petrolifera e del gas sia “più trasparente e si assuma la responsabilità di tutte le sue emissioni”. La lettera arriva a poca distanza dall’assemblea annuale di Royal Dutch Shell che si terrà martedì prossimo nell’ambito della quale gli azionisti attivisti, secondo le anticipazioni, dovrebbero spingere per far passare una risoluzione ing rado di costringere il gruppo ad allineare il proprio business all’accordo di Parigi sul clima, in base al quale quasi 200 paesi hanno deciso di limitare gli aumenti della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali.
INVESTITORI: INCORAGGIAMO LE AZIENDE A PRENDERE IMPEGNI PER IL FUTURO
Gli investitori, tra cui Amundi, il maggiore gestore di asset d’Europa, BNP Paribas Asset Management, Fidelity International, Newton Investment Management e Legal & General Investment Management, non hanno espresso un chiaro endorsment alla risoluzione, ma affermato: “Indipendentemente dal risultato dell’assemblea generale Shell, incoraggiamo vivamente tutte le aziende del settore a chiarire come vedono il loro futuro in un mondo a basse emissioni di carbonio. Ciò dovrebbe comportare l’assunzione di impegni concreti per ridurre sostanzialmente le emissioni di carbonio, la valutazione dell’impatto delle emissioni derivanti dall’uso dei loro prodotti e la spiegazione di come gli investimenti effettuati oggi nelle fonti e nelle tecnologie energetiche siano compatibili e coerenti con un percorso verso l’obiettivo di Parigi”.
SERVE SOSTEGNO ALLE TECNOLOGIE A BASSE EMISSIONI
Gli investitori hanno ricordato che le norme introdotte o che verranno inserite in futuro per contenere gli aumenti del riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi creeranno “costi aggiuntivi per le industrie ad alta intensità di carbonio”, il che significa che alcune riserve di petrolio e gas potrebbero diventare antieconomiche da produrre. Hanno inoltre invitato i responsabili politici a intraprendere un’azione più chiara e collettiva per l’attuazione della normativa che sostiene gli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio.