Secondo lo studio presentato da Global Carbon Project al COP23, la CO2 è in aumento nel 2017 rispetto allo scorso anno
Dopo quattro anni, per la prima volta torna in crescita il livello di emissioni di anidride carbonica nel mondo. Probabilmente questa crescita toccherà il 2%, con un raggio di incertezza percentuale che va dallo 0,8% al 3%. Questo quanto certifica uno studio pubblicato oggi dagli esperti di Global Carbon Project, che si occupa del monitoraggio dei livelli di gas inquinante sulle testate “Nature Climate Change, Environmental Research Letters” e “Earth System Science Data Discussions” e ulteriormente diffuso a Bonn questa mattina durante la COP23.
A guidare l’incremento è la Cina, primo inquinatore mondiale con una percentuale attribuita del 28% sull’inquinamento totale, in cui la crescita stimata è di tre punti e mezzo. Proprio nel Paese asiatico è in corso una riduzione del volume d’acqua nei fiumi e una conseguente riduzione della disponibilità di energia idroelettrica che permette l’aggravio della tendenza inquinante. Subito alle spalle della Cina si colloca l’India.
“Gli accordi globali elaborati a Parigi nel 2015 per ridurre le emissioni non corrispondono ancora ad azioni reali” ha dichiarato Glen Peters, direttore di ricerca al CICERO. “E’ ancora troppo presto per dire che abbiamo voltato pagina e iniziato un viaggio verso il net zero“.
Secondo gli accordi di Parigi, il mondo deve raggiungere il livello “net-zero” di emissioni entro il 2015; ciò significa che occorre dedicarsi nazionalmente e comunitariamente all’adeguamento di numerose misure, tra le quali la dismissione del combustibile fossile, che potrebbero prevenire l’aumento di temperature di oltre 2°C – rispetto alle temperature preindustriali – che ci attende.
Giovanni Malaspina