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Dibattito Pubblico

Débat public, ecco come cittadini e imprese si confronteranno sulle opere

Le infrastrutture energetiche e il monitoraggio biennale entrano nell’ultima versione del testo

Débat public anche per le infrastrutture energetiche e check-up sull’efficacia del provvedimento dopo due anni dall’entrata in vigore delle nuove norme. Sono state accolte nell’ultima versione del Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri – il provvedimento che attua l’articolo 22 comma 2 del Codice degli Appalti – le due condizioni poste dalla commissione Ambiente della Camera al testo dello Schema di Decreto licenziato all’unanimità nel mese di febbraio.

COSA PREVEDE IL DPCM

Palazzo-Chigi manovra energiaIl provvedimento, come detto, è stato adottato sulla base dell’articolo 22, comma 2, del Codice dei contratti pubblici che ha demandato a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – adottato su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, sentiti i ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti – la fissazione dei “criteri per l’individuazione delle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio, distinte per tipologia e soglie dimensionali, per le quali è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico, nonché la definizione delle modalità di svolgimento e il termine di conclusione della medesima procedura”.

LA COMMISSIONE NAZIONALE

Il provvedimento prevede innanzitutto l’istituzione, senza oneri a carico della finanza pubblica, di una commissione presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, con il compito di raccogliere e pubblicare informazioni sui dibattiti pubblici in corso di svolgimento o conclusi e di proporre raccomandazioni per lo svolgimento del dibattito stesso sulla base dell’esperienza maturata. A lei spetterà, quindi, il compito di verificare il corretto svolgimento della procedura proponendo anche raccomandazioni e curando l’informazione verso l’esterno, Ogni progetto sottoposto a debat public avrà poi un coordinatore che potrà prorogare i quattro mesi previsti per il confronti di altri due.

Questa Commissione nazionale istituita con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – che dovrà designare anche due rappresentanti (di cui uno con funzioni di presidente), mentre altri tre saranno nominati da Palazzo Chigi, cinque dagli altri ministeri interessati e cinque dalla Conferenza Unificata – potrà proporre al dicastero stesso “disposizioni integrative e correttive” del provvedimento, occupandosi anche del monitoraggio biennale (entro il 30 giugno).

LE SOGLIE ECONOMICHE PER RIENTRARE NEL DIBATTITO PUBBLICO

Sono sottoposti a dibattito pubblico i progetti di fattibilità o i documenti di fattibilità delle alternative progettuali delle opere elencate per tipologia (in sintesi le autostrade e le strade extraurbane principali, i tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza, gli aeroporti, i porti e i terminali marittimi, gli interventi per la difesa del mare, gli interporti, gli elettrodotti aerei, gli impianti destinati a trattenere, regolare, o accumulare acqua in modo durevole, le opere per il trasferimento d’acqua, le infrastrutture ad uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico, nonché gli impianti e gli insediamenti industriali) e per soglie, espresse in termini finanziari (che vanno dai 500 milioni di euro per autostrade, strade e ferrovie ai 300 milioni di euro per gli interporti e gli impianti e insediamenti industriali, fino ai 200 milioni di euro per gli aeroporti e i porti) e dimensionali a seconda delle tipologie di opere (ad es. per strade e ferrovie si fa riferimento a opere che comportano una lunghezza del tracciato superiore a 15 km o a 30 km). Inoltre, sono sottoposte a dibattito pubblico le opere con soglie dimensionali ridotte del cinquanta per cento nei casi in cui gli interventi ricadano anche in parte su beni del patrimonio culturale e naturale iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, nella zona tampone come definita nelle Linee Guida Operative sempre emanate dall’Unesco e nei parchi nazionali e regionali.

ACCOLTI PARZIALMENTE I RILIEVI DEL CONSIGLIO DI STATO

Non vengono toccate rispetto al primo testo di Palazzo Chigi, le soglie economiche previste per rientrare nell’ambito del provvedimento ma viene introdotta una modifica per la quale potranno essere sottoposte a dibattito pubblico opere più piccole su richiesta delle istituzioni. Vengono accolte, dunque, solo parzialmente, le richieste contenute nel parere sostanzialmente positivo del Consiglio di Stato espresso il 12 febbraio, nel quale l’organo amministrativo sancì che il dpcm originario si era mosso entro i limiti della delega riuscendo a raggiungere il difficile obiettivo di “un contemperamento tra l’esigenza di non allungare troppo i tempi di realizzazione delle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale e quella di dare effettività al coinvolgimento dei cittadini, dei portatori di interessi e delle amministrazioni interessate dalla realizzazione dell’opera”. Le criticità sollevate dal Consiglio di Stato, riguardavano, infatti, le soglie economiche fissate dal decreto, definite “di importo così elevato da finire per rendere, nella pratica, minimale il ricorso a tale istituto” e la necessità di una migliore definizione del ruolo della Commissione nazionale del dibattito pubblico, soprattutto sotto il profilo del monitoraggio, più un’altra serie di interventi riguardanti il numero dispari dei componenti della Commissione per evitare situazioni di stallo, strumenti di prevenzione anche per i beni culturali nazionali non protetti a livello Unesco, l’indicazione del soggetto pubblico titolare del potere di indire il dibattito pubblico e la terzietà del coordinatore. Infine l’indicazione di un termine entro il quale avviare il confronto.

REALACCI: RECEPITE CONDIZIONI POSTE DALLA COMMISSIONE AMBIENTE

“Molto positivo il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri firmato da Gentiloni e Delrio sul dibattito pubblico che dà finalmente attuazione a una norma introdotta con un mio emendamento al Codice Appalti approvato all’unanimità dalla Commissione Ambiente della Camera – ha sottolineato Ermete Realacci –. Il provvedimento del governo recepisce in pieno le condizioni poste dalla Commissione Ambiente della Camera nel suo parere, a partire dall’inserimento delle infrastrutture energetiche tra le opere da sottoporre a dibattito pubblico e dalla necessità di prevedere una fase sperimentale di due anni di applicazione di questo importante e innovativo istituto, al termine della quale procede a una verifica sulla sua efficacia”.

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