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Parigi

Lo scioglimento dei ghiacci apre nuove vie per l’energia

Gli shippers di Gas naturale liquefatto pronti a sfruttare i vantaggi della rotta settentrionale artica per risparmiare sui costi di spedizione. Ma prima c’è da affrontare la questione ambientale

Una nuova rotta commerciale per l’approvvigionamento energetico si sta aprendo a nord del circolo polare artico. Il record di temperature che si sta registrando negli ultimi tempi sta portando a un restringimento dei ghiacci delle calotte polari che un tempo bloccavano l’attraversamento di navi nella zona.

IL 2018 TRA I PRIMI DIECI ANNI PIÙ CALDI DELLA STORIA

È probabile che quest’anno si collocherà tra i primi 10 in assoluto per quantità di ghiaccio sciolto nell’Oceano Artico dopo le ondate di calore che hanno colpito l’emisfero settentrionale in estate. Malgrado questo fenomeno rappresenti un allarme per gli ambientalisti preoccupati per il riscaldamento globale, gli armatori che trasportano gas naturale liquefatto e altri beni vedono il fenomeno come un’opportunità. Quest’anno i loro carichi hanno attraversato la regione del circolo polare artico per la prima volta senza rompighiaccio, riducendo i tempi di spedizione e sbloccando i rifornimenti da e per i campi di produzione siberiani.

IL GHIACCIO SI È RITIRATO DI CIRCA IL 10% OGNI DECENNIO NEGLI ULTIMI 30 ANNI SECONDO GLI ESPERTI

È ormai parecchio tempo che si assiste, infatti, ai cambiamenti climatici nell’Artico. Il Mare di Bering tra Alaska e Russia ha perso circa la metà della sua copertura di ghiaccio per due settimane a febbraio, mentre la stazione meteorologica più settentrionale della Groenlandia ha registrato temperature superiori allo zero per 60 ore nel mese. Il record precedente era di 16 ore alla fine di aprile 2011. Il mercurio ha raggiunto una temperatura senza precedenti di 30 gradi a nord del Circolo Polare Artico il 30 luglio a Banak, in Norvegia. Il ghiaccio inizia a sciogliersi nell’Artico all’approssimarsi della primavera nell’emisfero settentrionale, per poi ricominciare a svilupparsi nuovamente verso la fine di settembre, quando le giornate diventano più brevi e fresche. Un totale di 5,7 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio ha coperto l’Artico nel mese di luglio, secondo il National Snow & Ice Data Center del Colorado che ha evidenziato come nelle prime due settimane di agosto l’estensione del ghiaccio sia diminuita di 65.000 chilometri quadrati al giorno. “Il ghiaccio si è ritirato di circa il 10% ogni decennio negli ultimi 30 anni – ha detto Miguel Angel Morales Maqueda, docente senior di Oceanografia alla Newcastle University a Bloomberg -. Non si conosce altra spiegazione se non quella del cambiamento climatico. Se non è un cambiamento climatico, allora non sappiamo di cosa si tratta”.

LA NUOVA ROTTA CONTRIBUISCE A RIDURRE I COSTI DI SPEDIZIONE

Naturalmente questo fenomeno favorisce i produttori e gli esportatori di gas liquefatto. Un esempio è rappresentato dall’impianto Yamal LNG nella Siberia settentrionale. Il progetto, di proprietà di Total, Novatek e dei loro partner cinesi, prevedeva la costruzione di navi cisterna ARC 7 sufficientemente robuste da tagliare i ghiacci della zona. Nei prossimi anni, si apriranno, invece, rotte per navi normali. Insomma, lo scioglimento dei ghiacci rappresenta un incentivo per chi ha intenzione di espandere il mercato del gas come il presidente Vladimir Putin o aziende leader nello sviluppo in zone artiche come Total e Novatek. In questo senso le nuove rotte contribuiscono a ridurre i costi di spedizione del Gnl, a vantaggio degli acquirenti e dei traders di carburante dalla PetroChina Co. alla Gunvor Group Ltd.. “Quest’anno si registra una tendenza alla crescita dei volumi trasportati attraverso la rotta del Mare del Nord – ha dichiarato a Bloomberg Sergei Balmasov, responsabile dell’Ufficio informazioni logistiche dell’Artico, una società di consulenza con sede a Murmansk -. Il motivo è un aumento delle esportazioni di Gnl”.

PER IL GNL DI YAMAL RISPARMI PER IL GHIACCIO SI È RITIRATO DI CIRCA IL 10% OGNI DECENNIO NEGLI ULTIMI 30 ANNI

La Christophe de Margerie è stata la prima nave metaniera rompighiaccio al mondo a trasportare il carico dall’impianto di Yamal attraverso la rotta del Mare del Nord. All’inizio del 2018, tuttavia, l’Eduard Toll è diventata la prima nave metaniera a utilizzare l’intera Northern Sea Route in inverno. Ha viaggiato da un cantiere sudcoreano fino al porto di Sabetta per ritirare un carico e consegnarlo in Francia senza passare per la rotta tradizionale attraverso il Canale di Suez. A luglio la Cina ha ricevuto due carichi da Yamal senza l’aiuto di rompighiaccio. Il viaggio dal porto di Sabetta attraverso la rotta del Mare del Nord verso la destinazione del porto cinese di Jiangsu Rudong è stato completato, inoltre, in 19 giorni, rispetto ai 35 giorni della tradizionale rotta orientale che passa per il Canale di Suez e lo Stretto di Malacca. Percorsi come questo possono far risparmiare a Yamal 46 milioni di dollari in costi di spedizione nel corso dell’anno; risparmi che potrebbero addirittura quadruplicare entro il 2023, secondo i calcoli di Bloomberg NEF.

AUMENTANO I RISCHI AMBIENTALI PER IL CIRCOLO POLARE ARTICO

Ma mentre i viaggi più brevi della nuova rotta contribuiscono a ridurre di fatto le emissioni, gli ambientalisti temono che l’aumento del traffico attraverso l’Artico aumenti la quantità di particelle di carbonio depositate sulla neve per effetto degli scarichi dei camini delle petroliere. Quando la fuliggine scurisce la superficie del ghiaccio, accelera il processo di riscaldamento assorbendo una maggiore quantità di energia solare. E con la stagione di navigazione nell’Artico che inizia prima e finisce dopo, le petroliere trascorreranno più tempo nella zona riversando una parte maggiore del loro inquinamento sui ghiacci. Per questo l’Organizzazione marittima internazionale (Omi) sta esaminando la possibilità di applicare norme che vietino l’utilizzo di alcuni tipi di combustibile nelle acque artiche, al pari di quanto accade in Antartide.

RUSSIA E FINLANDIA UNITE SUL GNL COME COMBUSTIBILE PER LE NAVI ARTICHE

Il Presidente Putin si è espresso a favore della proposta del Presidente finlandese Sauli Niinistö di utilizzare il Gnl come combustibile nell’Artico. “Forse, vietare la fuliggine è il primo e più facile passo”, ha detto il Presidente finlandese nello spiegare i motivi di una transizione al Gnl come combustibile per uso marittimo al posto dell’olio combustibile pesante (HFO), secondo quanto riferisce PortNews. La Clean Arctic Alliance, naturalmente, ha accolto con favore la notizia. Alexey Knizhnikov del Wwf Russia ha dichiarato che “i rischi di utilizzare olio combustibile pesante nell’Artico sono troppo elevati. Ora dobbiamo aspettare che la posizione della Federazione russa sulla questione dell’HFO sia adeguata alla dichiarazione del Presidente Putin e speriamo di vedere questi cambiamenti in atto nella riunione MEPC73 dell’Omi che si terrà in ottobre a Londra”. Nell’aprile 2018, il Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’Omi (MEPC72) ha deciso di proseguire l’esame della proposta di divieto dell’uso di olio combustibile pesante nell’Artico. La riunione ha costituito un sottocomitato (PPR6), che si riunirà all’inizio del 2019, per mettere a punto il divieto “sulla base di una valutazione degli impatti” e “secondo un calendario adeguato”.

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