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Energia

Energia, cambiano consumi e produzione

Secondo il Key World Energy Statistics dell’Aie negli ultimi 40 anni si sono già verificati dei mutamenti importanti destinati a ripetersi. Il gas tra i protagonisti del mondo dell’energia

 

Il trend di produzione e utilizzo dell’energia è cambiato negli ultimi 40 anni. E nei decenni a venire la rivoluzione sarà ancora più evidente. Questo perché lo sviluppo delle rinnovabili, la loro diffusione a livello geografico e l’affermarsi di tecnologie per immagazzinare e distribuire l’energia stessa, potrebbero portare grandi cambiamenti in vista di una possibile de-carbonizzazione della società al 2050, come è nelle intenzioni, ad esempio, della Commissione europea. Ciò senza trascurare l’impatto di paesi come la Cina i cui consumi saranno determinanti per comprendere l’evoluzione della domanda mondiale. Una certezza è rappresentata dall’accordo di Parigi firmato lo scorso anno da quasi tutti i paesi del globo. L’intesa parigina rappresenta un fattore storico per guidare la “transizione energetica” e potenzialmente potrebbe assicurare, almeno in Europa, che l’80% della crescita della domanda provenga da fonti a basse emissioni di carbonio e rinnovabili, modificando quindi radicalmente il modo futuro di produrre energia.

I numeri del Key World Energy Statistics dell’Aie

Se si guarda, ad esempio, alla Cina è facile riscontrare subito una contraddizione: il gigante asiatico risulta al momento il più grande consumatore di carbone del mondo, ma anche il paese con la più alta capacità di generazione eolica e solare. Un risultato impensabile anni fa a meno che non lo si legga alla luce della necessità di Pechino di fare in conti con i problemi ambientali che li affliggono. Gli ultimi dati arrivano dall’edizione aggiornata della Key World Energy Statistics (KWES) dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) che fornisce alla comunità energetica i numeri aggiornati su tutti i combustibili. Dal rapporto emerge che dal 1973 al 2015 si è verificato un cambiamento nel mix delle fonti energetiche: il petrolio è sceso dal 46,2% al 31,7% della quota mondiale di approvvigionamento di energia primaria mentre il gas è cresciuto dal 16% al 21,6%. L’utilizzo del carbone invece, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è aumentato dal 24,5% al 28,1%: da quando ha raggiunto il picco massimo nel 2011, infatti, le sue percentuali sono risalite proprio grazie al rapido aumento dei consumi in Cina. Per il resto, l’energia nucleare è aumentata di 5 volte, dallo 0,9% al 4,9% mentre l’idroelettrico è passato dall’1,8% al 2,5%.

Nel confronto con i paesi Ocse il dato risulta ancora più evidente. Se si comparano le forniture di energia primaria del 1973 con il 2016 emerge un tracollo del petrolio dal 52,6% al 36% e del carbone dal 22,6% al 17,1%. A fronte di questo calo, il gas è cresciuto dal 18,9% al 26,9% insieme a nucleare, passato dall’1,3% al 9,8%. Contestualmente sono cambiati i consumi anche nelle aree del mondo. Se nel 1973 i paesi Ocse “pesavano” sulla domanda complessiva per il 61,3% e la Cina per il 7%, nel 2015 la situazione si è ribaltata con l’Ocse che arretra al 38,5% e la Cina che avanza al 21,9%.

La produzione delle principali fonti energetiche

Cambio di rotta anche per la produzione delle principali fonti energetiche: per il petrolio dal 1973 ad oggi si è raddoppiata la produzione passando da 2.869 milioni di tonnellate a 4.321. Le regioni di produzione, al contrario, sono rimaste sostanzialmente invariate con Medio Oriente (dal 36,7% al 33,6%) e Ocse (dal 23,9% al 24,5%) in prima fila. Per il gas la produzione si è addirittura triplicata passando dai 1.221 miliardi di metri cubi del 1973 ai 3.613 miliardi di metri cubi del 2016. A livello regionale, tuttavia, la produzione da parte dei paesi Ocse che era al 71,5% nel 1973 si è pressoché dimezzata passando al 36,2% compensata dal Medio Oriente – dove è cresciuta dal 2,1% al 16,2% – e dalla Cina dove è passata dallo 0,5% al 3,8%. In questo settore sono gli Stati Uniti a essere al primo posto secondo i dati del 2016 con 749 miliardi di metri cubi pari al 20,7% del totale mondiale, seguiti dalla Federazione russa a 644 miliardi di metri cubi (17,8%). Il carbone invece, anche se in termini assoluti ha raddoppiato la sua produzione (dalle 3.074 milioni di tonnellate del 1973 alle 7.269 milioni di tonnellate del 2016), ha visto un drastico calo nei paesi Ocse passando da un output del 55,6% nel 1973 al 23,7% del 2016. Risulta evidente, al contrario, il peso che sta avendo in Cina dove è passato dal 13,6% al 44,5%. Se guardiamo più nel dettaglio alla produzione, sempre la Cina ha generato 3,24 miliardi di tonnellate di carbone (44,6% della quota di mercato mondiale) e ne ha importati altri 247 milioni di tonnellate staccando nettamente l’altro grande produttore (l’India è seconda a 708 milioni di tonnellate)

La produzione di elettricità per fonte

energiaNaturalmente queste cifre si riflettono anche sul modo di produrre elettricità: l’era del petrolio, in questo caso, si avvia a conclusione passando dal 24,8% del 1973 al 4,1% del 2015. Resiste il carbone che nel confronto tra i due periodi era al 38,35 ed ora è al 39,3%. Crescono invece dal 12,1% al 22,9% il gas e dal 3,3% al 10,6% il nucleare. Le rinnovabili (non idro e con produzione anche dai rifiuti) passano dallo 0,6% al 7,1% Scende invece l’idroelettrico dal 20,9% al 16%. Guardando ai singoli paesi, la tigre asiatica ricava 4.109 TWh dal carbone (al secondo posto ci sono gli Usa con 1.471 TWh) ma anche 1.398 TWh dalle rinnovabili. Mentre è l’Arabia Saudita a utilizzare maggiormente petrolio per produrre elettricità (150 TWh) seguita dal Giappone con 103 TWh unico tra i paesi avanzati a utilizzare massicciamente questo combustibile insieme agli Stati Uniti a 39 TWh staccati al settimo posto. Gli altri nelle prime 10 posizioni sono Iraq, Kuwait, Pakistan, Iran, Egitto, Messico e Brasile. Nel settore del gas naturale sono invece primi gli Stati Uniti con 1.373 TWh seguiti da Russia (530), Giappone (410), Iran (222), Arabia saudita (189), Messico (186), Cina (145), Egitto (129), Tailandia (127) ed Emirati Arabi Uniti (125). Infine per le rinnovabili, Pechino a parte (prima come detto a quota 1.398 TWh), al secondo posto si piazzano gli Stati Uniti con 568 TWh prodotti, seguiti da Brasile (430) e Canada (423). Decima l’Italia con 109 TWh. I dati mostrano infine che la produzione di energia solare è sicuramente in aumento: dal 2005 al 2015 è cresciuta da 4 TWh a 247 TWh. A livello di consumi totali finali, infine, includendo anche gli usi non energetici delle fonti, si scopre invece che le cose sono cambiate poco a distanza di quarant’anni: il petrolio scende dal 48,3% al 41% nel confronto tra il 1973 e il 2015. Lo stesso dicasi per il carbone (13,5-11-1%). Mentre si incrementano leggermente gas (dal 14% al 14,9%) ed elettricità (dal 9,4% al 18,5%).

Il futuro

Ma come sarà la situazione al 2040? In attesa del World Energy Outlook 2017 che verrà presentato il prossimo 14 novembre, le previsione più aggiornate sono quelle del rapporto dello scorso anno: boom delle rinnovabili a parte, per il consumo globale di petrolio si prevede il raggiungimento del picco non prima del 2040, soprattutto a causa della mancanza di alternative facili nel trasporto merci su strada, nell’aviazione e nei prodotti petrolchimici. petrolioTuttavia, la domanda petrolifera delle autovetture diminuirà grazie soprattutto al miglioramento dell’efficienza, ai biocarburanti e all’aumento delle auto elettriche. Il consumo di carbone crescerà appena nei prossimi 25 anni, mentre la domanda in Cina diminuirà grazie agli sforzi per combattere l’inquinamento atmosferico e diversificare il mix di combustibili. Anche il mercato del gas cambierà: la quota di gasdotti di Gnl sta già superando i gasdotti tradizionali e sta crescendo il commercio mondiale a lunga distanza, rispetto a quanto accadeva appena 15 anni fa. In un mercato già ben rifornito, il nuovo Gnl proveniente da Australia, Stati Uniti e da altri paesi, innescherà uno spostamento verso mercati più competitivi e cambiamenti nelle condizioni contrattuali e nei prezzi. Per riassumere, utilizzando le parole del direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol, “per i prossimi 25 anni, vediamo dei chiari vincitori: il gas naturale, ma soprattutto l’eolico e il solare, che sostituiranno il campione dei precedenti 25 anni: il carbone. Ma non esiste un’unica storia del futuro energetico globale: in pratica, le politiche governative determineranno verso dove andremo”.

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