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Piccoli Comuni Green Economy

Energia: la transizione costa 177 miliardi di euro

Dal 2007 il settore dell’energia verde è cresciuto del 70%, dando lavoro a 1,2 milioni di persone, con un volume di affari di 138 miliardi di euro all’anno. È quanto emerso dalla conferenza di alto livello “Clean energy financing” tenutasi a Bruxelles

 

Dal 2007 il settore delle energie verdi in Europa è cresciuto del 70%, dando lavoro a 1,2 milioni di persone, con un volume di affari di 138 miliardi di euro all’anno. Oggi oltre il 17% dell’energia che produciamo nell’Unione europea deriva da fonti rinnovabili. Al tempo stesso, tra il 2007 e il 2015, l’economia europea è crescita del 10% mentre il consumo di energia è diminuito dell’11%. Fra il 1990 e il 2016, infine, le emissioni inquinanti (CO2) europee si sono ridotte del 23% mentre nel solo 2016, il taglio delle emissioni è stato dello 0,7% rispetto a un Pil in aumento dell’1,9%. Sono alcuni dei numeri emersi durante la conferenza di alto livello “Clean energy financing” tenutasi a Bruxelles e dedicata agli investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili.

Tajani: Per completare transizione servono 177 miliardi di euro fino al 2030

“Per completare la transizione verso un`economia a bassa emissione, nel periodo 2021-2030 saranno necessari circa 177 miliardi di euro di investimenti in più all’anno. L’implementazione delle misure contenute nel pacchetto ‘Energia pulita per tutti gli europei’, a regime, creeranno 900mila nuovi posti di lavoro” , ha affermato il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, nel discorso di apertura della conferenza che si è tenuta in collaborazione con la Commissione europea e con la partecipazione di leader politici, esperti, investitori, esponenti dell’industria e delle organizzazioni non governative. “Il Parlamento europeo ha dato pieno sostegno a un vero mercato unico per l’energia, senza distorsioni, con prezzi equi e tutela dei consumatori; così come a più investimenti e target ambiziosi per rinnovabili ed efficienza energetica – ha proseguito Tajani -. Grazie a questa azione politica, l’Europa è leader globale nel risparmio energetico, nell’energia pulita, nell’utilizzo efficiente delle risorse e nel taglio delle emissioni e ha potuto creare centinaia di migliaia di nuovi posti. Viviamo una trasformazione radicale del nostro modo di produrre e generare ricchezza. Una vera rivoluzione digitale ed energetica, che sta cambiando in profondità l’economia, il lavoro, i nostri stessi stili di vita. È un processo – ha precisato – che l’Unione europea deve continuare a governare, rafforzando la sua leadership politica, economica e tecnologica e cogliendo le opportunità dei mutamenti in atto”.

“La riluttanza di altri attori globali – a cominciare dall’Amministrazione Trump -, ad affrontare con decisione quella che rappresenta senza dubbio la sfida più grande per l’umanità, deve darci un’ulteriore spinta a proseguire sulla nostra strada”, ha aggiunto Tajani rivolgendosi al governatore della California, Jerry Brown presente al vertice. “È il segno di un’alleanza globale che va oltre scelte ed errori contingenti. Come l’Europa – ha detto ancora Tajani – anche la California è un modello. Le emissioni sono state ridotte del 36% dal 1990, creando oltre 500.000 posti di lavoro nelle rinnovabili. Da solo questo Stato produce il 15% di tutta l’energia pulita degli Stati Uniti”. Al termine della giornata Unione europea e California hanno deciso di rafforzare la cooperazione nella lotta ai cambiamenti climatici. Brown ha infatti convocato per il 12-14 settembre dell’anno prossimo a San Francisco, un vertice internazionale sul clima, il ‘Global Climate Action Summit‘.

Per l’Agenzia europea per l’ambiente Ue deve intensificare gli sforzi. Italia in linea con obiettivi

Nonostante questi traguardi alcuni paesi come Germania, Austria, Belgio, Finlandia, Lussemburgo e Malta, restano però indietro. Tanto che la performance Ue evidenzia nel complesso “gli effetti positivi dell’innovazione e degli investimenti” anche se rimane chiaro che “tutti devono intensificare notevolmente gli sforzi se vogliono raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi per il 2030 e il 2050”, ha detto il direttore esecutivo dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) Hans Bruyninckx. La “pagella” è arrivata dai dati preliminari diffusi dalla stessa Agenzia europea per l’ambiente dai quali è emerso come nel 2016 in Italia le emissioni di gas serra siano aumentate dello 0,4% rispetto al 2015, pur restando in linea con gli obiettivi europei al 2020, che prevedono un taglio del 20% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990. Negli ultimi 26 anni la Penisola ha comunque abbassato le emissioni del 16,4% con livelli di decremento record soprattutto in settori come agricoltura e trasporti.

A Bonn prosegue la Cop23. Siria firma accordo di Parigi, solo gli Usa fuori

Il vertice di Bruxelles si è tenuto in concomitanza con la Cop23, la conferenza internazionale di Bonn sul clima cominciata lunedì in Germania. Il primo risultato è l’annuncio della Siria che si è detta intenzionata a firmare l’accordo sul clima di Parigi, lasciando gli Stati Uniti il solo Paese ad aver rinunciato al Trattato. Al tempo stesso un gruppo di grandi compagnie tedesche fra cui Siemens, SAP, Deutsche Telekom e le principali reti di grande distribuzione, ha lanciato un appello per mettere fine all’uso del carbone nelle centrali elettriche. I problemi, tuttavia, sono dietro l’angolo anche per l’Europa visto che i paesi Ue sono di fatto ancora divisi sull’utilizzo di un nuovo fondo per le tecnologie collegato al sistema di scambio delle quote di emissione (Ets) dopo l’ultima tornata di colloqui di ottobre. L’Unione europea era intenzionata a chiudere l’accordo proprio in questi giorni per dimostrare la propria leadership durante il vertice di Bonn.

L’Aie lancia il “Clean Energy Transitions Programme” per sostenere la transizione verso l’energia pulita in tutto il mondo

Intanto, l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) ha annunciato il lancio del “Clean Energy Transitions Programme”, un nuovo piano pluriennale di 30 milioni di euro supportato da 13 paesi per sostenere la transizione verso l’energia pulita in tutto il mondo. Questo nuovo programma sfrutterà le competenze energetiche uniche dell’Aie su tutti i combustibili e le tecnologie in particolare nelle principali economie emergenti. Il programma fornirà un sostegno tecnico all’avanguardia ai governi che vogliono adottare politiche energetiche più sostenibili, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e maggiore accesso all’energia. Il programma comprende contributi da parte di Canada, Danimarca, Commissione europea, Germania, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Ma anche Australia, Finlandia, Italia, Giappone, Nuova Zelanda e Paesi Bassi.

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