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Eolico Turbine

Eolico, M5s mette nel mirino l’esafluoruro di zolfo

Interpellanza urgente alla Camera dei pentastellati sul PSF6 il cui rilascio inatmosfera si verifica in conseguenza di perdite di centrali elettriche ed eolico

“Quali sono gli orientamenti del Governo” sull’esafluoruro di zolfo il gas serra più potente oggi conosciuto, le cui emissioni sono aumentate rapidamente negli ultimi anni, come conseguenza indiretta dello sviluppo dell’energia verde e “quali soluzioni sono state eventualmente valutate al fine di limitare l’emissione di una sostanza che autorevoli studi classificano come nociva per la salute umana, considerati gli impegni internazionali assunti dal nostro Paese, in primo luogo quelli derivanti dall’adesione del nostro Paese al protocollo di Kyoto”. È quanto si legge in una interpellanza urgente presentata dal pentastellato Generoso Maraia, assieme a una trentina di colleghi M5S, alla Camera e rivolta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

LA QUESTIONE ESAFLORURO DI ZOLFO

La premessa da cui parte l’interpellanza sono le linee programmatiche del Governo, in materia di energia ed ambiente, che, scrive Maraia “vanno nella direzione del Green New Deal, ovvero verso un radicale mutamento culturale che porti ad annoverare la protezione dell’ambiente e della diversità tra i princìpi fondamentali del nostro sistema, anche all’interno di un’ambiziosa prospettiva di costituzionalizzazione di tale tutela”. Ma in questo senso l’esafluoruro di zolfo, PSF6, “il gas serra più potente oggi conosciuto, le cui emissioni sono aumentate rapidamente negli ultimi anni, come conseguenza indiretta dello sviluppo dell’energia verde è un gas economico e non infiammabile, appartenente al gruppo dei gas fluorurati, inodore e incolore, largamente utilizzato dagli anni ‘60 in poi per isolare grandi centrali elettriche e turbine eoliche allo scopo di prevenire cortocircuiti e incidenti. Questo gas persiste a lungo nell’atmosfera, poiché trattandosi di un gas sintetico, non viene assorbito o distrutto in modo naturale ed è stato stimato che il SF6 può avere effetto sul riscaldamento globale per almeno mille anni. Il suo rilascio si verifica in conseguenza di perdite di centrali elettriche e impianti eolici e secondo alcuni studi, nel 2017, le perdite hanno portato a emissioni di SF6 parti a 6,73 milioni di tonnellate di CO2, praticamente quanto prodotto da 1,3 milioni di auto”.

UN GAS SERRA POTENTISSIMO

“L’SF6 è 23.500 volte più caldo del diossido di carbonio (cioè l’anidride carbonica). È stato calcolato che è sufficiente un chilogrammo di SF6 per produrre un riscaldamento pari a ventiquattro voli da Londra a New York ed il gas persiste anche a lungo nell’atmosfera, rivelandosi in grado di riscaldarla per almeno mille anni – si legge nell’interpellanza -. Uno studio dell’università di Cardiff ha rilevato che la quantità di gas utilizzata si è incrementata di trenta-quaranta tonnellate all’anno. Un aumento simile si è verificato in tutta Europa, con emissioni totali nei 28 Stati membri nel 2017 pari a 6,73 milioni di tonnellate di CO2. Quantità enormi di emissioni che sarebbero state capaci di produrre 1,3 milioni di auto in un anno”.

EMISSIONI POTREBBERO AUMENTARE VERTIGINOSAMENTE

“Al momento – prosegue l’interpellanza -, le concentrazioni nell’atmosfera sembrano essere comunque contenute anche se, probabilmente, sono sottostimate e basate su quanto comunicato annualmente dai singoli Paesi alle Nazioni Unite. Inoltre, considerando il ritmo con cui sta crescendo il ricorso all’energia elettrica, le emissioni potrebbero aumentare del 75 per cento entro il 2030”. Nel 2014, tuttavia, “la Commissione europea ha cercato di vietare alcune di queste sostanze dannose per l’ambiente, compresi i gas di refrigerazione e di condizionamento dell’aria, ma c’è stata una forte opposizione da parte delle industrie europee e, come dichiarato dall’eurodeputato olandese Bas Eickhout, allora responsabile del tentativo di regolare i gas fluorurati, l’Europa si è dovuta arrendere alla lobby dell’industria elettrica. L’eurodeputato, senza troppi giri di parole, ha dichiarato che ‘Il settore elettrico è stato molto deciso nel sostenere che se desideriamo una transizione energetica e vogliamo utilizzare più elettricità, avremo bisogno di più dispositivi elettrici e di conseguenza di più SF6. In alternativa, la transizione energetica sarebbe troppo rallentata”’.

ESISTE QUALCHE SOLUZIONE

“Nonostante esistano pochissimi rimedi al problema dell’SF6 per le applicazioni negli impianti ad alta tensione e al momento non sia possibile ricorrere ad un’alternativa, in quanto nessun altro composto ha dimostrato di essere efficace e sicuro per un lungo periodo di tempo, esistono però soluzioni per gli impianti di media tensione, anche se, purtroppo, pochi operatori sono disposti a utilizzare alternative meno dannose – evidenzia Maraia nel testo -. Risultano significative le parole dell’ufficio dei mercati del gas e dell’elettricità britannico Ofgem, il quale sostiene che ‘Stiamo utilizzando una gamma di strumenti per assicurarci che le aziende limitino il loro uso dell’SF6, un potenziale gas serra, laddove ciò è nell’interesse dei consumatori di energia. Ciò include finanziamenti e incentivi per la sperimentazione, l’innovazione e la ricerca di alternative, premi per chi rispetta limiti di emissioni e penalizzazioni per chi invece non li rispetta’”.

EVENTUALI REVISIONI SU EOLICO NON IN CONTRASTO CON IL GREEN NEW DEAL GOVERNATIVO

Anche “l’Unione europea rivedrà l’uso dell’SF6 il prossimo anno ed esaminerà eventuali alternative. Non si può non pensare a quanto il settore dell’energia rinnovabile eolica abbia avuto diffusione nel Meridione d’Italia, andando a costituire, con il passare del tempo, un vero e proprio ramo delle economie locali, spesso accompagnato da distorsioni di varia natura”. Ma oltre a questi aspetti gli interpellanti hanno anche evidenziato che “eventuali scelte di revisione e/o correzione delle politiche energetiche sull’eolico non siano affatto in contrasto con la strategia del cosiddetto Green New Deal, il quale, del resto, intende promuovere il contrasto ai cambiamenti climatici ed il miglioramento della qualità dell’aria, favorendo l’adozione di prassi socialmente responsabili da parte di imprese e cittadini, nonché di stili di vita in genere più sostenibili per l’ecosistema”.

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