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Gas

Quale sarà il ruolo del gas in Europa al 2030?

Lo studio “The Role of Natural Gas in Europe’s Electricity Sector Through 2030” della Columbia Universiy evidenzia la necessità di nuovi investimenti nelle infrastrutture del gas in alcune zone dell’Unione europea

Nell’ultimo decennio, l’Europa ha registrato notevoli oscillazioni della domanda, un calo della produzione interna, crescenti preoccupazioni per la dipendenza dal gas russo e l’avvento delle esportazioni americane di gas naturale liquefatto verso il mondo. Altrettanto importante è stata la concorrenza emergente dei combustibili rinnovabili. Ora, infatti, ci si chiede se l’Europa abbia bisogno di nuovi investimenti nelle infrastrutture per il gas naturale o se tali investimenti non divengano un bene immobile. Tuttavia, suggerire che l’Ue non abbia bisogno di nuovi investimenti rischia di sottovalutare il ruolo, o il ruolo potenziale, che il gas naturale svolge in vari settori dell’economia energetica europea, tra cui l’industria, i trasporti, gli usi commerciali e residenziali. È quanto emerge dallo studio “The Role of Natural Gas in Europe’s Electricity Sector Through 2030” realizzato da Tim Boersma, Tatiana Mitrova, Johana Typoltova, Anna Galkina e Fedor Veselov, del SIPA, Center for Energy Policy Studies della Columbia Universiy.

gasLO STUDIO ANALIZZA TUTTE LE ULTIME TENDENZE IN ATTO CONSIDERANDO ANCHE I COSTI DELLA CO2

Lo studio analizza le prospettive per il gas naturale nella produzione di energia elettrica in Europa, il mercato più importante per il gas nel continente, nel breve e medio termine (fino al 2030). Gli autori hanno cercato di creare vari scenari che facessero ipotesi sempre più coraggiose sui costi delle rinnovabili in futuro, affrontando anche l’assenza dei costi di bilanciamento delle rinnovabili intermittenti nelle analisi più recenti. Il documento ipotizza un robusto prezzo medio della Co2 nel periodo di previsione in due scenari, prendendo atto della politica estremamente complicata di un prezzo del carbonio più ambizioso. Gli autori hanno incluso nell’analisi tutte le fasi previste di eliminazione graduale della capacità di generazione termica esistente, basandosi sul caso di riferimento delle tendenze dell’Ue in materia di energia, trasporti e emissioni di gas serra fino al 2050, nonché di tutti i recenti annunci riguardanti l’eliminazione graduale del nucleare e del carbone.

IMPROBABILE UNA RINASCITA DELLA PRODUZIONE ELETTRICA TRAMITE GAS

Dallo studio emerge che una rinascita del gas naturale nel settore dell’elettricità dell’Ue-28 “appare improbabile, con un margine modesto per il cambio di combustibile e una crescita su scala continentale di circa 40 miliardi di metri cubi (mc) fino al 2030 (nel 2017 la domanda europea era di circa 483 miliardi di mc). I prezzi dei combustibili, della Co2 e dei tassi di interesse saranno fattori critici per determinare se la domanda di gas naturale aumenterà o diminuirà”.

IL CASO DEL REGNO UNITO È ESEMPLAREmise

Per determinare l’impatto del prezzo del carbonio sulla domanda europea di gas naturale, il caso del Regno Unito offre alcune indicazioni. “Nel momento in cui il Regno Unito ha introdotto unilateralmente un suo prezzo minimo del carbonio, il gas naturale ha costretto il carbone ad abbandonare la produzione di energia in una misura impressionante – sottolineano i ricercatori -. Tuttavia, per consentire il cambio di combustibile, deve essere disponibile una capacità di generazione sottoutilizzata. In caso contrario, le imprese di servizi pubblici si trovano ad affrontare seri problemi relativi al costo della nuova capacità di generazione, ai costi previsti del combustibile, alle curve dei costi e agli orizzonti temporali. È importante notare – prosegue l’analisi – che dati recenti suggeriscono che, anche se il prezzo minimo del carbonio ha fornito un incentivo per la produzione incrementale di energia elettrica a gas, poco tempo dopo le rinnovabili, lo stoccaggio e l’efficienza hanno eroso alcuni dei guadagni ottenuti dal gas naturale. Tale analisi suggerisce che vi è un margine moderato per il cambio di combustibile, simile a quanto è avvenuto nel Regno Unito”.

EUROPA MERIDIONALE PIÙ PROMETTENTE PER LA PRODUZIONE DI ELETTRICITÀ

L’aumento della domanda di gas naturale per la produzione di elettricità è più promettente per l’Europa meridionale, soprattutto perché la domanda di elettricità in questa parte del continente è ancora in crescita, anche se la concorrenza da parte delle energie rinnovabili è feroce – sottolinea lo studio -. In uno scenario caratterizzato da prezzi elevati del carbonio e del gas naturale, alla fine del periodo di riferimento le previsioni indicano che gli investimenti nelle rinnovabili hanno un senso economico superiore a quello del gas naturale nella parte meridionale dell’Unione europea. I costi del capitale saranno probabilmente di importanza cruciale nei prossimi anni per determinare se gli investitori si rivolgeranno alle energie rinnovabili o (in parte) al gas naturale”.

SERVONO NUOVI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE GAS IN ALCUNE ZONE DELL’UE

Il documento, infine, osserva che probabilmente saranno “necessari nuovi investimenti nelle infrastrutture del gas in alcune zone dell’Unione europea. I nuovi investimenti sono meno necessari nelle regioni più mature del continente rispetto a quelle meno sviluppate, dove la domanda di gas ha un margine di crescita e/o la dipendenza da un’unica fonte di approvvigionamento è dovuta a considerazioni economiche di base”.

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