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Gas

Gas, le ambizioni dell’Africa. Il rapporto Aie

Secondo l’Aie, l’Africa è destinata a diventare “un attore importante nel settore del gas naturale sia come produttore, sia come consumatore, sia come esportatore”.

L’Agenzia internazionale dell’energia ha già pubblicato online l’Energy Outlook dedicato all’Africa, parte del suo rapporto annuale per il 2019 – il World Energy Outlook – che verrà però reso noto solo mercoledì 13 novembre.

Perché questa anticipazione irrituale? Per dare a questo capitolo maggior rilevanza, maggior visibilità: per attirare l’attenzione, con una presentazione a Johannesburg in occasione di una conferenza sugli investimenti e un lancio ad alto impatto mediatico, sulla transizione energetica in Africa.

LA TRANSIZIONE ENERGETICA A BASE DI GAS

E questa transizione, spiega l’Aie, si baserà – l’orizzonte scelto per gli scenari di previsione è il 2040 – soprattutto grazie al gas naturale, che nel mix energetico del continente nero passerà in due decenni dall’attuale 5% al 25%. Questo grazie alle numerose scoperte di nuovi giacimenti: visto che quelle compiute in Egitto, Mauritania, Mozambico, Senegal, Sudafrica e Tanzania dal 2011 al 2018 ammontano al 40% del totale globale.

In virtù di queste nuove scoperte e dell’inizio del loro sfruttamento fra qualche anno, secondo l’Agenzia l’Africa è destinata a diventare “un attore importante nel settore del gas naturale sia come produttore, sia come consumatore, sia come esportatore”.

GLI INCREMENTI NELLA PRODUZIONE

La produzione complessiva dei paesi africani, secondo le stime contenute nel rapporto, passerà dagli attuali 240 miliardi di metri cubi a 317 miliardi. Grazie a impianti per la liquefazione con terminal marittimo e a livelli di produzione che saranno più elevati del consumo interno, una quota del gas africano sarà destinata all’esportazione, per l’appunto sotto forma di gas naturale liquefatto. Inoltre, riguardo invece agli usi domestici, il gas naturale – spiega sempre l’Aie – è la fonte energetica più adatta ad accompagnare e sostenere la crescita industriale dell’Africa e a soddisfare i suoi bisogni di elettricità, determinati dall’incremento demografico e da una rapida industrializzazione (l’ipotesi è che il gas verrà utilizzato per alimentare centrali termoelettriche). Una fonte energetica molto meno inquinante rispetto a carbone e petrolio, quindi indicata – in questa fase storicamente delicata – per limitare le emissione di gas nocivi nell’atmosfera.

IL COMMENTO DI FATIH BIROL

Il direttore esecutivo dell’agenzia, Fatih Birol, ha infatti commentato che “l’Africa ha un’opportunità unica di seguire un cammino di sviluppo meno dipendente dal carbonio rispetto a molte altre parti del pianeta”, anche grazie alla disponibilità di fonti rinnovabili – dal solare all’idroelettrico – non ancora sfruttate adeguatamente. Se i paesi africani sapranno invece trarre vantaggio dalle proprie risorse naturali a partire dal gas e dalle innovazioni tecnologiche in campo energetico, il continente sarà in grado – entro il 2040 – di soddisfare le necessità di un’economia 4 volte più consumando solo il 50% di energia in più.

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