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GNL

La Germania apre il mercato del gas al Gnl Usa

L’amministrazione statunitense prevede di iniziare l’export di Gas naturale liquefatto dai suoi vasti giacimenti di shale verso l’Europa attraverso la Germania entro i prossimi quattro anni. Ma non si placano i dubbi sul Nord Stream

Le aziende statunitensi inizieranno a consegnare Gas naturale liquefatto (Gnl) in Germania entro i prossimi quattro anni. L’annuncio a sorpresa è arrivato dalle pagine del quotidiano tedesco Bild dal vice segretario per l’Energia degli Stati Uniti, Dan Brouillette. “Il gas naturale liquefatto degli Stati Uniti sta arrivando in Germania. La domanda non è se, ma quando”, ha detto Brouillette. Il Gnl americano costerebbe più delle forniture di gas esistenti e provenienti da Paesi Bassi e Russia, ma l’ingresso dei fornitori statunitensi sul mercato tedesco avrebbe comunque l’effetto di fissare un prezzo massimo per il monopolista russo Gazprom, ha ammesso Brouillette. “Quando il Gnl statunitense sarà qui, Gazprom non potrà chiedere quello che vuole”, ha aggiunto il vice segretario per l’Energia Usa.

LA REPLICA TEDESCA: MERCATO DEL GAS APERTO A TUTTI

merkelIl mercato del gas della Germania è aperto a tutti i partecipanti al mercato, ha detto Martina Fietz, portavoce del governo tedesco dopo le dichiarazioni americane su Bild, aggiungendo che spetta ai traders e ai distributori attivi sul mercato tedesco del gas decidere in merito a specifiche relazioni di fornitura.

COSA DICONO I DETRATTORI DELL’ACCORDO CON GLI USA

Ma in Germania ci sono anche voci contrarie ad un accordo con gli Usa. Un’editoriale del quotidiano Handelsblatt di qualche giorno fa ha scritto che l’unico motivo per cui il cancelliere tedesco sarebbe interessato al Gnl statunitense è quello di placare il presidente americano Donald Trump prima dei cruciali colloqui commerciali tra gli Stati Uniti e l’Ue. Allo stesso tempo, Handelsblatt ha confutato punto per punto le argomentazioni dell’inviato americano in Germania Richard Grenell sul perché Berlino avrebbe bisogno del Gnl americano. Come ha notato Grenell stesso, la Germania non ha un terminale di liquefazione del gas e costruirne uno sulla costa del Mare del Nord potrebbe essere un progetto troppo costoso. Inoltre la Germania prevede di abbandonare i combustibili fossili come fonte di energia entro il 2050, il che significa che il terminale sarà reso inutilizzabile dopo 32 anni. Il paese europeo dispone già, inoltre, di combustibile sufficiente per il periodo di transizione – il gas naturale – che produce meno emissioni, costa molto meno del Gnl esarà facilmente reperibile grazie al Nord Stream 2. Il giornale economico ha anche detto che le forniture di Gnl finiranno per creare un traffico di centinaia di “navi cisterna inquinanti” attraverso l’Atlantico, contravvenendo all’obiettivi di Berlino di fare della Germania un paese verde. Handelsblatt ha messo infine l’ultimo paletto agli argomenti dell’ambasciatore americano negando che le forniture di Gnl avrebbero come effetto quello di migliorare la sicurezza energetica del paese. Il giornale ha osservato che il gas naturale rappresenta solo il 22% dell’approvvigionamento energetico della Germania e che il gas russo copre circa 1/3 del fabbisogno di gas del paese.

EXPORT RUSSO VERSO UE AUMENTA nord stream 2

È pur vero, tuttavia, che le esportazioni di gas russo verso l’Europa sono aumentate dell’8,1% nel 2017, raggiungendo il record di 193,9 miliardi di metri cubi, con Gazprom che detiene un effettivo monopolio sulla rete russa di gasdotti verso l’Europa, fornendo il 40% del gas europeo. Negli ultimi anni Gazprom è stata costretta ad abbassare i prezzi per proteggere la sua quota di mercato di fronte alle mosse degli Stati membri dell’Ue di comprare più gas dal Qatar e da altri produttori. Il contemporaneo boom del gas negli Stati Uniti, principalmente shale, ha creato una nuova fonte di approvvigionamento a basso costo che sta cambiando le abitudini di consumo energetico – e la geopolitica – a livello globale.

GRENELL RASSICURA TRUMP: LA MERKEL VUOLE IL GNL USA

trumpL’ambasciatore statunitense in Germania Richard Grenell ha riferito sempre a Bild che il cancelliere Angela Merkel ha dato ampie rassicurazioni al presidente americano Donald Trump sul fatto che la Germania voglia acquistare il suo Gnl. Trump a luglio aveva accusato Berlino di essere un “prigioniero” della Russia a causa della sua dipendenza energetica e ha invitato il paese a interrompere i lavori per il gasdotto Nord Stream 2 da 10 miliardi di euro. Posizione mantenuta dal Segretario del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti Rick Perry secondo il quale il trasferimento delle forniture energetiche degli Stati Uniti in Europa è un modo per contenere l’influenza russa. In un’intervista di questi giorni al quotidiano russo Kommersant, Perry ha poi dichiarato che né gli Stati Uniti né la Russia vogliono però raggiungere un punto di rottura sul gasdotto e che Washington non ha preso alcuna decisione in tal senso ma che non è escluso che vengano introdotte sanzioni.

IL TERMINAL GNL DI BRUNSBÜTTEL DA 500 MILIONI DI DOLLARI

La Germania ha comunque annunciato l’intenzione di voler costruire a partire da quest’anno, un terminal Gnl da 500 milioni di dollari sul fiume Elba, nel nord del paese. Brunsbüttel sarebbe il primo impianto di questo tipo in Germania e, se tutto va secondo i piani, sarà aperto entro la fine del 2022. Con la chiusura dell’ultima centrale nucleare nel 2023, il declino del carbone e la graduale eliminazione del gas olandese, la Germania deve affrontare, infatti, una sfida a medio termine per garantire fonti energetiche stabili e gestire gli impianti solari ed eolici. Una delle opzioni principali è stata proprio individuata nell’estensione del gasdotto Nord Stream. La Germania è il maggior cliente di Gazprom e il gasdotto raddoppierebbe le esportazioni di gas russo. Ma il progetto deve affrontare l’opposizione di Stati Uniti, Polonia e Lituania. Entro la fine del decennio gli Stati Uniti dovrebbero avere cinque grandi progetti di esportazione di Gnl, diventando di fatto il terzo maggiore esportatore di Gnl dopo Qatar e Australia.

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