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Troppo Gnl? Ci pensano Cina, India e i Paesi del sud-est asiatico

L’aumento dei prezzi e della domanda asiatica del gas naturale liquefatto spingono nuovi progetti nel settore. L’approfondimento di Emergia Oltre

Eccesso di Gnl? Ci pensano la Cina e gli altri paesi del sud-est asiatico a risolvere il problema. Le economie dei paesi dell’area stanno, infatti, eliminando quello che molti analisti pensavano sarebbe accaduto fin dopo il 2020 anche a causa del gran numero di terminali per la liquefazione del gas realizzati e messi in rete negli ultimi tempi. La Cina ad esempio, grazie alla sua politica energetica di “rottamazione” del carbone a favore del gas, meno inquinante e in grado di risolvere i problemi di smog che affliggono le città cinesi, sta facendo incetta a livello mondiale del combustibile, con un successo tale da aver addirittura sofferto di scarsità di forniture durante quest’inverno. L’import di Pechino è salito del 50% nell’ultimo anno a 38 milioni di tonnellate, superando così la Corea del Sud come secondo importatore mondiale di Gnl. L’India, dal canto suo, sta per seguire le orme cinesi e ha in programma di realizzare undici terminali di importazione di gas naturale liquefatto. Tailandia, Bangladesh, Myanmar e Indonesia sono destinati anche loro a sperimentare una forte crescita della domanda nei prossimi due decenni.

gnlMolti terminal Gnl come il Gorgon di Chevron in Australia ha investitori decine di miliardi di dollari scommettendo sul futuro della domanda di Gnl in Asia. All’inizio del 2017 si stimava che la capacità annua di gas naturale liquefatto nel mondo fosse di circa 340 milioni di tonnellate, in crescita di oltre un trimestre rispetto al 2012. Ma tutta la nuova capacità ha contribuito a far crollare i prezzi. All’inizio del 2014, ad esempio, i prezzi spot del Gnl in Asia scambiavano il combustibile a circa 20 dollari/MMBtu. Un anno dopo, i carichi spot sono scesi di due terzi. I lunghi tempi di consegna dei terminal di esportazione del Gnl rendono difficile per i mercati reagire agevolmente ai cambiamenti i domanda e offerta. Le forti immissioni improvvise di capacità di esportazione lasciano il mercato annegare nell’offerta, mentre la domanda aumenta a un ritmo più graduale. Molto presto, però, ci saranno altre 114 milioni di tonnellate di Gnl, grazie ai terminal attualmente in fase di realizzazione, che potrebbero minacciare ulteriormente i mercati con nuove ondate di approvvigionamenti: di questi 57 milioni di tonnellate sono in costruzione in Australia e altri 31 negli Stati Uniti.

Naturalmente questa impennata della domanda porterà a sfruttare progetti “precedentemente accantonati. L’intero mercato asiatico del Gnl aumenterà. E stimolerà più produttori ad assumersi il rischio di sviluppare progetti per entrare in Asia”, ha dichiarato Jarand Rystad, Ceo di Rystad Energy, secondo quanto riporta Reuters. Ad esempio, le grandi riserve di gas al largo delle coste del Mozambico sono state accantonate da diverse major petrolifere per anni, per via dei i prezzi del Gnl troppo modesti. Ora Anadarko Petroleum ha recentemente fatto un passo avanti per avviare un progetto di esportazione di Gnl dal paese africano. Nel frattempo, ExxonMobil, Total e i loro partner stanno valutando un’importante espansione del progetto Papua Nuova Guinea GNL. E sono in programma anche una serie di progetti in Stati Uniti e Canada che potrebbero ricevere una spinta dall’aumento dei prezzi.

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