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Gnl

Perché l’Asia sarà il nuovo Eldorado del gas

Negli anni a venire saranno Cina, India e Sud-Est asiatico ad assorbire tutto l’eccesso di offerta del Gnl prodotto a livello mondiale.

L’impennata della domanda di gas proveniente da Cina, India e Sud-Est asiatico sta assorbendo l’eccesso di offerta di Gnl e si prevede durerà per anni, aprendo la possibilità a nuove produzioni che andranno dall’Africa Orientale al Nord America considerate finora eccedenti rispetto alle richieste di mercato. La previsione scaturisce dalle analisi di Eikon, l’indice dei flussi commerciali di Reuters che mostra come le importazioni globali di gas naturale liquefatto siano aumentate del 40% dal 2015 raggiungendo quasi i 40 miliardi di metri cubi al mese.

L’accelerata del 2017 nei consumi di Gnl dovrebbe mantenersi stabile quest’anno

gnlLa crescita è accelerata, in particolare, lo scorso anno con l’aumento di un quinto delle importazioni, in gran parte dovuto alla domanda della Cina ma anche alla Corea del Sud e al Giappone. Il mercato asiatico del Gnl ha raggiunto questi volumi grazie soprattutto al massiccio sviluppo iniziato nei primi anni 2000. Ma anche grazie al programma cinese di conversione al gas del sistema elettrico, contribuendo – insieme a un inverno freddo – al raddoppio dei prezzi spot del Gnl a partire dalla metà del 2017. Per il resto del 2018, tuttavia, il mercato dovrebbe rimanere relativamente contenuto tra il proseguimento del programma cinese e i ritardi in diversi progetti di export del gas. “La ristrettezza del mercato continuerà semplicemente perché la domanda è in crescita e i progetti attesi sono in ritardo”, ha dichiarato a Reuters Jun Nishizawa, vicepresidente senior della divisione energetica della Mitsubishi Corp. Nishizawa ha citato, in particolare, i ritardi nei progetti dei terminali di esportazione di Cameron LNG in Louisiana, di cui Mitsubishi detiene una partecipazione, e di Freeport LNG in Texas. Il primo carico di Gnl da Freeport dovrebbe essere completato nel novembre 2018. “Non credo che questi due progetti produrranno un ingente quantitativo di Gnl entro la fine dell’anno”, ha dichiarato Nishizawa, parlando in occasione di una conferenza dell’industria del gas naturale liquefatto tenutasi la settimana scorsa a Bali, in Indonesia. In Australia, anche il progetto Ichthys sviluppato dalla giapponese Inpex e dalla francese Total ha registrato diversi ritardi e aumenti dei costi. Tanto che il Ceo di Total ha ammesso che le prime esportazioni arriveranno non prima del secondo trimestre dell’anno. Stesso discorso per il mercato delle metaniere, con poche navi ordinate negli ultimi anni. “Il mercato globale delle metaniere Gnl sembra sempre più in rialzo nel 2018 e si prevede nel 2019, anche se per il momento la forte crescita della domanda e l’assottigliamento del portafoglio ordini mettono sotto pressione l’offerta disponibile”, ha dichiarato in settimana BMI Research.

Si aprono chance per nuovi progetti nel settore

Questo inaspettato rinascimento del Gnl potrebbe aprire la strada a nuovi progetti per la prima volta da diversi anni. Molti di loro erano stati ritardati o ridotti quando i prezzi del petrolio e del gas erano scesi a metà del 2014. Ora, invece, le società energetiche stanno tornando in salute grazie al miglioramento dei prezzi.L’intero mercato asiatico del Gnl è previsto in aumento e ciò stimolerà un maggior numero di produttori a correre il rischio di sviluppare progetti per entrare in Asia”, ha dichiarato Jarand Rystad, amministratore delegato della società di consulenza Rystad Energy a Reuters. In Africa orientale, ad esempio, l’azienda energetica statunitense Anadarko Petroleum si sta avvicinando alla decisione finale di investimento (FiD) per il suo campo di gas del Mozambico. La concessione mozambicana di Anadarko ha a disposizione circa 2,1 trilioni di metri cubi di gas, quattro volte il volume di gas naturale liquefatto globale importato nel 2017. Identico discorso sta accadendo per alcuni progetti di esportazione in Nord America dove le imprese interessate sperano di arrivare alla decisione finale di investimento entro quest’anno. Tra loro LNG Canada, o Kitimat, un’impresa di 40 miliardi di dollari e 6,5 milioni di tonnellate all’anno che coinvolge Royal Dutch Shell, PetroChina, Korea Gas Corporation e Mitsubishi. E negli Stati Uniti, Cheniere Energy che prevede di espandersi, e Pembina Pipeline che spera di finalizzare il suo impianto di Jordan Cove da 7,8 milioni di tonnellate all’anno in Oregon. Il principale esportatore di Gnl del Qatar prevede, inoltre, di espandere la produzione a oltre 100 milioni di tonnellate all’anno entro il 2024, dalle 77 milioni di tonnellate attuali. Infine, sono previsti altri progetti e ampliamenti dall’Africa occidentale alla Papua Nuova Guinea nei quali potrebbe essere coinvolta una delle più importanti imprese specializzate nel settore come la norvegese Hoegh LNG. “La Cina sta costruendo terminali di importazione, e da ciò potrebbe emergere una maggiore domanda”, ha dichiarato Parth Jindal, amministratore delegato di Hoegh LNG Asia.

Da dove proviene la nuova domanda

L’Asia settentrionale ha consolidato la domanda negli ultimi dieci anni – Giappone, Cina e Corea del Sud sono i primi tre importatori di Gnl – mentre la Cina rappresenta la maggior parte della crescita. Per il momento a supportare la domanda è il Sud e il Sud-Est asiatico. L’India sta avviando un programma di sviluppo del gas simile a quello della Cina, e progetta di aggiungere undici terminali di importazione di gas naturale liquido. Il Pakistan ha iniziato ad importare Gnl nel 2015 e ha piani di espansione ambiziosi. Bangladesh e Myanmar prevedono anche loro di sviluppare terminali di importazione. La Tailandia stima un aumento di quasi sette volte delle sue importazioni di Gnl, fino a 35 milioni di tonnellate all’anno entro il 2036, mentre l’Indonesia, il quinto esportatore mondiale di Gnl, dovrebbe diventare un importatore netto per via dello stallo della produzione interna. Entro il 2030, Tailandia e Indonesia insieme potrebbero importare quasi 70 milioni di tonnellate di Gnl all’anno, ha detto Azam Mohammad della società di consulenza McKinsey, paragonabile a tutto il gas cinese importato nel 2017.

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