Prezzi del greggio in lieve frenata e paesi produttori riuniti per decidere se estendere o meno i tagli. Ma Trump non è contento
L’Azerbaigian non intende aderire all’Opec, l’organizzazione dei paesi produttori di petrolio, ma manterrà il suo impegno a favore dell’accordo di riduzione della produzione dell’intero cartello. Lo ha dichiarato il ministro dell’Energia azero Parviz Shahbazov alla Tass.
SHAHBAZOV: SODDISFATTI DEI TRAGUARDI RAGGIUNTI, PROSEGUIREMO COSÌ
“Siamo soddisfatti della collaborazione perché tutti gli obiettivi fissati per questo formato sono stati raggiunti. È possibile vedere i risultati. Intendiamo quindi continuare questa proficua collaborazione nell’ambito dell’Opec plus” per la riduzione del consumo di petrolio, ha dichiarato Shahbazov. Mentre, come accennato, l’Azerbaigian non intende aderire all’Opec, nonostante un recente invito fatto dal Segretario generale dell’Opec Mohammad Barkindo in tal senso. Barkindo ha visitato l’Azerbaigian a marzo.
A JEDDAH PAESI PRODUTTORI ALLE PRESE CON IL PROLUNGAMENTO DEI TAGLI. TRUMP: PREZZI ARTIFICIALMENTE TROPPO ALTI
Intanto a Jeddah i Paesi produttori Opec e non Opec, inclusa la Russia, sono riuniti nell’ambito del Comitato Congiunto di Monitoraggio Ministeriale Opec-non Opec per gettare le basi su un prolungamento oltre il 2018 dei tagli produttivi. Il presidente degli Stati Uniti Trump però non pare soddisfatto della questione: “Il prezzo del petrolio è artificialmente troppo alto. Non è buono e non sarà accettato”, ha twittato il presidente.
IN LIEVE FRENATA I PREZZI DI BRENT E WTI
A livello di prezzi frenano le quotazioni del petrolio per l’aumento della produzione statunitense, ma rimane comunque su livelli elevati. Le trivellazioni negli Stati Uniti secondo il rapporto Baker Hughes avanzano di 5 unità a 820 unità, al massimo da 3 anni. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 5 centesimi a 68,35 dollari, mentre quelli sul Brent avanzano di un centesimo a 74,07 dollari.