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Mise

Le Regioni rinunciano alle royalty pagate dai petrolieri

Le royalty se pur versate in prima istanza allo Stato, spettano alle Regioni, che però devono chiederle al Mise e al Mef presentando dei progetti su cui stipulare dei protocolli con i ministeri

Ammonta a circa 184 milioni il fondo delle royalty per l’estrazione degli idrocarburi gia versate dalle compagnie estrattive allo Stato per gli anni dal 2013 al 2016 a fronte della produzione (eccetto l’anno 2015 per cui c’è una querelle in corso al consiglio di giustizia europeo sulla cifra).

Ma le royalty se pur versate in prima istanza allo Stato, spettano alle Regioni. Che però devono chiederle al Mise e al Mef presentando dei progetti su cui stipulare dei protocolli con i ministeri. Ma nonostante i solleciti del Mise solo 3 regioni tra le 12 che ne hanno diritto hanno richiesto e usufruito delle royalty: Basilicata (161 milioni), Emilia Romagna (6) e Piemonte (2).

Tutte le altre hanno rinunciato: Puglia (5,6 mil), Calabria (3,4), Marche (1,9) Molise (1,6) e poi in parti più piccole Abruzzo, Lombardia, Toscana Veneto e Lazio.

Eppure potrebbero essere ben sfruttate anche direttamente per alleggerire le tasche dei cittadini. Ad esempio l’Emilia Romagna le ha riversate sui comuni su cui insistono impianti estrattivi, i quali enti li hanno poi distribuiti hanno concesso dei fondi verdi direttamente ai residenti con sconti sui trasporti pubblici.

Insomma queste Regioni sempre così presenti quando c’è da bloccare i progetti di sviluppo in nome del proprio giardino, e poi spariscono quando c’è da raccogliere l’acqua per innaffiarlo.

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