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Wireless Energia

L’energia green corre senza fili (forse)

L’esperimento di un istituto di ricerca internazionale in Abruzzo ha trasportato energia per mezzo chilometro, totalmente in modalità wireless. Ma è tutto vero? 

 

E se l’energia fosse veicolata senza fili, cavi o piloni ma direttamente in modalità wireless da un punto ad una altro della Terra? Sarebbe davvero una rivoluzione: addio cavi, fili e infrastrutture ingombranti.

A provare a realizzare tutto questo sarebbe stato un gruppo di esperti dell’Istituto Res On Network in Abruzzo. A detta degli organizzatori, a settembre 2016, i ricercatori hanno illuminato una torre di avvistamento del ‘500 grazie all’energia prodotta con moto ondoso e celle fotovoltaiche che si trovavano a circa mezzo chilometro di distanza. E tutto questo in modalità wireless.

Prima di gioire, approfondiamo insieme.

L’esperimento

wirelessL’esperimento dell’Istituto Res On Network nasce da alcune intuizioni dello scienziato Nikola Tesla, che alla fine dell’800 fu il primo a sperimentare l’idea di un energia senza fili ma i suoi studi  non vennero approfonditi.   

L’esperimento si sviluppa collocando due bobine di Tesla. La prima è collegata alla rete elettrica che alimentata genera un campo magnetico. Le onde prodotte giungono alla seconda bobina, cui è collegata l’apparecchiatura. Dato che entrambe risuonano alla stessa frequenza, la seconda bobina raccoglie l’energia magnetica convertendola in elettrica, alimentando il dispositivo.

Le due bobine in rame poste a distanza, trasformano quindi l’energia raccolta e creano nello spazio compreso fra loro un campo di forza, e un trasformatore, che rende il segnale energetico fruibile da una lampadina o da qualsiasi elettrodomestico.

Nell’esperimento condotto, l’Istituto Res On Network, avrebbe illuminato una torre di avvistamento, l’energia è stata prodotta e “trasportata” da un mix energetico costituito da moto ondoso e celle fotovoltaiche che ha conseguito l’accensione di una lampadina di 30 W. Il prossimo obiettivo del gruppo di scienziati è quello di portare il segnale oltre i 20 km.

Energia wireless: più efficienza e meno infrastrutture

Questa nuova modalità di veicolare l’energia porterebbe alla massima efficienza della rete, alla fine dei dannosi black out, e soprattutto aiuterebbe lo sviluppo di Paesi emergenti,  che potranno trasportare elettricità alle campagne senza infrastrutture.

Parliamo dunque di una scoperta straordinaria che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia e non solo. Trasportare energia in modalità wireless eliminerebbe il bisogno dei fili, dei cavi, delle infrastrutture. Tutto davvero troppo bello per essere vero, come fanno notare i colleghi di Qualenergia.it, che si sono chiesti cosa ci fosse di vero, reale e concreto dietro questa innovazione straordinaria.

Una fake news?

Forse di vero, purtroppo, c’è ben poco. E le cose che porterebbero a questa conclusione sono davvero tante. In primis, la comunicazione dell’esperimento che “soffre di un eccesso di informazioni rutilanti, ma irrilevanti, accoppiato a un difetto di presenza di quelle veramente importanti”, scrive Qualenergia.it.

Da un’analisi più profonda emerge anche che Marco Santarelli, inventore e ideatore del progetto, pur vantando sul suo sito collaborazioni con importanti aziende del settore energia, non ha pubblicazioni scientifiche. Anche il sito di Res On Network lascia qualche dubbio. Troppo vago su attività e contenuti. L’indirizzo di Londra, poi, appartiene ad una società che affitta recapiti e servizi di segreteria. E quello italiano, in provincia di Teramo, corrisponde a una palazzina di una abitazione, e chi ha uno studio nello stesso portoneavrebbe detto ai colleghi di Qualenergia.it di non aver mai sentito parlare di ResOnNetwork.

Ma scendiamo più negli aspetti tecnici dell’invenzione. Sul sito, per spiegare il funzionamento dell’Elastic Energy, si parla prima di trasmissione di onde elettromagnetiche e poi di trasmissione tramite un campo magnetico fra due bobine. Ecco, il problema è che le due modalità non sono intercambiabili: la prima è una tecnica di trasmissione di energia a distanza ben conosciuta, ma poco usata per lo scarso rendimento, la seconda è altrettanto nota, ma mai effettuata oltre un paio di metri. L’esperimento di trasmissione a grande distanza di elettricità, poi, non è stato preceduto da alcuna pubblicazione sui principi teorici.

Non solo. Per un’analisi più attenta e approfondita, i colleghi di Qualenergia.it avrebbero anche incontrato (via Skype) Marco Santarelli, provando a capire, con l’aiuto del fisico teorico dell’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr di Firenze, Ruggero Vaia, come funzionasse il sistema. L’incontro però non ha chiarito i dubbi e Santarelli non ha fornito alcuna spiegazione utile a livello scientifico.

 

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