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No Tap contro i rivoluzionari da tastiera, cioé contro se stessi

“E sappiamo già cosa aspettarci dai rivoluzionari da tastiera, quelli che oggi si sentono esperti in tutto”. I No Tap si schierano contro i rivoluzionari da tastiera ma in realtà lo sono stati e sono tuttora anche loro

È il momento dei partiti liquidi e del consenso liquido. Alimentato e sostenuto dalle opinioni liquide di chi, sulla base di emozioni o situazioni contingenti, orienta il proprio giudizio, spesso sul web.

È così che si diffondono le correnti di pensiero (alcune momentanee e deboli, altre più radicate) più disparate e ognuno, grazie al potere dei social, può emettere qualsiasi giudizio a prescindere dalla propria conoscenza e/o competenza.

Il caso più eclatante derivante dalle storture del vortice vizioso in cui è finito il sistema dell’informazione e della condivisione di opinioni è quello dei No-Vax, che tutti conosciamo e su cui non c’è bisogno di aggiungere molto. Se non che ancora oggi – grazie alla pletora milionaria di novelli Premi Nobel in medicina che si sono uniti (sotto il cappello del partito liquido per eccellenza, ovvero il Movimento 5 Stelle, a cui si è aggiunta la Lega) per dichiarare guerra alle lobby farmaceutiche contro i vaccini – la Gran Bretagna ha aumentato il livello di allerta per chi proviene dal nostro Paese per il redivivo rischio morbillo.
Prima dei No-Vax è stato il caso dei No-Tav. E, dopo, quello dei No-Tap.

Questi ultimi hanno lanciato una crociata contro l’unica opera intercontinentale che coinvolge il Sud Italia e che renderebbe il nostro Paese maggiormente autonomo e sicuro in campo di approvvigionamento energetico, differenziandone l’offerta e riducendone il prezzo finale al consumatore, senza impatti ambientali. Poco importa, per loro bisogna protestare a prescindere. E così, navigando sui loro si siti capita di imbattersi in affermazioni temerarie e disarmanti. Come questa, estrapolata da un testo in cui si legittima l’imbrattamento di muri pubblici e la disobbedienza civile: “E sappiamo già cosa aspettarci dai rivoluzionari da tastiera, quelli, per intenderci, che oggi si sentono esperti in tutto, perché un anno con il professor Google vale più di una laurea nella migliore università, da loro ci aspettiamo, giudizi e chilometrici commenti.”

Sanno cosa aspettarsi dai rivoluzionari da tastiera, dicono. E noi ci crediamo: lo sanno perché loro questo sono stati e questo sono nella vita virtuale (in quella reale, peggio, spesso alimentano disordini). Protestano contro loro stessi, fantastico, no?

PS
Cogliamo l’occasione per manifestare loro la nostra solidarietà in questi giorni in cui Wikipedia – la loro fonte principale di approvvigionamento culturale è fuori uso – si è autooscurata contro un provvedimento in esame al Parlamento Europeo. Forza, passerà anche questa.

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