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Bollette

Oneri di sistema, il modello “Canone Rai” riscuote successo

Anche Aiget e Utilitalia favorevoli a un modello simile a quello adottato per la televisione pubblca, assieme a un albo dei venditori e alla tutela dei clienti in condizioni disagiate

Dopo Energia Libera, anche Aiget e Utilitalia spingono per l’adozione di un modello simile a quello del Canone Rai per la riscossione degli oneri di sistema in bolletta chiedendo, contestualmente, il varo di un Albo dei venditori. Le due associazioni sono state ascoltate in commissione Attività produttive alla Camera nell’ambito della discussione della risoluzione recante iniziative urgenti in materia di riscossione degli oneri generali del sistema elettrico.

AIGET: PROBLEMI SU RISCOSSIONE E MOROSITÀ

“Perché il meccanismo vigente di riscossione degli oneri di sistema è problematico? Il venditore della filiera elettrica sostiene interamente il rischio di credito, sostiene le garanzie del contratto di trasporto, fattura gli oneri al cliente finale, se ci sono problematiche di riscossione del credito se ne fa carico e soprattutto se il cliente finale non paga la bolletta, si fa carico degli oneri di sistema – ha sottolineato la vice presidente di Aiget Maria Elena Fumagalli -. Questa è una situazione che non si è creata oggi ma è presente nel sistema da tempo. È diventata significativa oggi perché il peso degli oneri di sistema in bolletta è diventato anch’esso significativo nel corso del tempo: si è passati dal 2011 a oggi da 7,5 miliardi al doppio mentre il peso sulla bolletta è arrivato al 20%”. Anche le problematiche della morosità sono diventate significative, ha sottolineato la vicepresidente di Aiget: “I clienti tutelati sempre meno saldano i debiti dopo la sospensione della fornitura. E si registra un aumento del peso del credito di lungo periodo, più di 180 giorni, che rappresenta di fatto un indice di sofferenza del consumatore. Questa evoluzione ha fatto sì che per il venditore finale la questione degli oneri di sistema sia diventata problematica. Non entrando nelle sentenze ci sono tre elementi importanti che questa complessa vicenda ha chiarito: il primo punto è che l’onere di sistema è in capo non al venditore ma al cliente finale. Poi una sostanziale carenza di poteri dell’Autorità nell’imporre ai venditori la prestazione di garanzie a monte sul venditore. Terzo punto, la dubbia legittimità di ciò che accade oggi, cioè il versamento da parte del venditore al distributore degli oneri di sistema anche quando non li ha riscossi a valle”.
In tale contesto, ha aggiunto la Fumagalli l’urgenza di un intervento sul tema “era già stata percepita dall’Authority in particolare per via di una certa “asimmetricità” sulla quale l’autorità era “intervenuta con una delibera tutelando la situazione dei distributori e dicendo che laddove si verifica una situazione di oneri versati ma non riscossi e nemmeno recuperabili, a quel punto al distributore è riconosciuto un reintegro. In questo momento ci troviamo in una situazione asimmetrica in una situazione cioè che tutela il distributore ma non il venditore”.

LE PROPOSTE DI AIGET

Due quindi le proposte principali di Aiget: “La prima andare a ridimensionare le dimensioni del problema in due modi e cioè con una corretta quantificazione degli oneri e con una riduzione dell’insoluto. Il peso degli oneri dipende dalla scelta delle politiche energetiche. Il picco si è verificato nel 2016 ma in prospettiva l’importo dovrebbe decrescere anche se ciò dipenderà dalle scelte che verranno fatte nel piano energia-clima. L’importante, insomma, è che vengano fatte scelte consapevoli con un occhio alla bolletta”. Il secondo punto è quello di ridurre il problema degli insoluti: “Dal lato del venditore riteniamo che sia importante che venga adottato il provvedimento previsto dalla legge sulla Concorrenza sull’albo dei venditori per restituire fiducia al consumatore e dare affidabilità. Dal nostro punto di vista è quanto mai urgente che venga pubblicato con rapidità. Dal lato del consumo gli aspetti da approcciare sono due assunto che la morosità degli oneri è quantificata in 300-400 milioni l’anno: il problema è come aggredire questo tesoretto anche se bisogna distinguere tra morosità per necessità, in cui il cliente va tutelato rivedendo le modalità di fruizione del bonus sociale che auspichiamo diventi l’unico strumento a disposizione del cliente per essere tutelato. E morosità intenzionale nei confronti della quale dovrebbe passare il principio che le bollette si pagano. Molto è stato fatto ma ci sono un paio di tipologie di interventi che possono essere ancora realizzate: in fase di pre-acquisizione del cliente sarebbe importante aumentare la capacità del venditore di distinguere il cliente buono da quello cattivo pagatore ed evitare il turismo energetico che è una vera e propria piaga. In questo senso una soluzione potrebbe essere il rafforzamento del pre-check, uno strumento che consente al venditore di conoscere alcuni elementi della sua storia. A noi piacerebbe avere il modello di banca dati dei clienti simile a quello esistente nella telefonia. Un secondo aspetto riguarda la fase post-acquisizione per evitare che cliente morosi cambino di fornitore in fornitore. Occorrerebbe sbloccare il cambio di fornitore da parte del cliente solo se il cliente ha saldato il debito precedente specialmente se ha rateizzato”. maxi-bollette

IL MODELLO DEL CANONE RAI

Rimane il punto di come definire in modo efficace le modalità di riscossione. “Secondo il nostro punto di vista – ha spiegato la Fumagalli – il modello verso cui orientarsi è quello del Canone Rai. In questo modello non vengono prestate garanzie: il venditore fa una prima attività di riscossione ma in caso di insoluto è un soggetto terzo – nel caso del Canone Rai è l’agenzia delle entrate – a occuparsene e soprattutto il venditore versa solo quanto ha effettivamente incassato. Con un modello del genere non si può dire che il rischio di credito rimanga in capo al venditore”. Come muoversi nel frattempo? “Esiste un pregresso e un transitorio. Riteniamo che dal 2016 ad oggi e finché verrà mantenuto in essere il meccanismo vigente, serva una qualche forma di meccanismo che sterilizzi il venditore dai rischi che sostiene in modo non proprio, ad esempio con un fondo di garanzia alimentato dalle tariffe di trasporto che potrebbe essere ulteriormente perfezionato con un principio importante: il fatto cioè che il venditore non venga reintegrato tout court l’onere non riscosso ma che il reintegro venga subordinato al fatto che venditore abbia fatto tutto ciò che poteva fare per riscuotere gli oneri”, ha concluso la vicepresidente Aiget.

UTILITALIA: FONDAMENTALE IL MODELLO DEL CANONE RAI

“Gli oneri incidono per il 20% sulle nostre bollette ma mi preme sottolineare che il 50% attiene comunque ad aspetti parafiscali che vanno a sostenere i vari fondi di incentivazione. I distributori e i venditori che noi rappresentiamo si sono rivelati di fatto, quindi, degli esattori che stanno svolgendo una funzione impropria perché tutta la filiera si sta animando nel segno dei contenziosi e l’intero meccanismo rischia di collassare – ha avvertito il vice Presidente di Utilitalia Francesco Macrì -. Di fatto ci troviamo ad assolvere a un compito dello Stato a cui siamo tenuti sottoponendoci a un rischio di mancata riscossione a cui si aggiungono anche adempimenti come le fidejussioni. Ci sono quindi più oneri gestionali e finanziari a carico degli operatori. A questo riguardo proponiamo di rivedere complessivamente il sistema adottando il modello del Canone Rai. Questo non vuol dire che il venditore non si debba assumere gli oneri di compiere tutte quelle azioni per recuperare i crediti ma una volta esperite tutte le azioni andrebbe affidata la responsabilità delle riscossione a una autorità terza come l’agenzia delle entrate. Questo metterebbe al sicuro l’intero sistema”, ha ammesso Macrì.

SERVE UNA RISOLUZIONE VELOCE DEL RAPPORTO DISTRIBUTORI-VENDITORI

“Proponiamo poi l’istituzione di un elenco pubblico dei venditori dell’energia elettrica perché andando verso la liberalizzazione si stanno affacciando sul mercato soggetti che non hanno una adeguata solidità finanziaria o un adeguato profilo di onorabilità e ciò potrebbe compromettere l’intero sistema. Proponiamo quindi strumenti per rafforzare il credito cioè la possibilità per i distributori di risolvere velocemente il contratto con i venditori nel caso in cui si rilevi dalle prime battute la inaffidabilità finanziaria del venditore. Oggi il distributore impegna mediamente cinque mesi durante i quali si possono fare diversi danni. Proponiamo quindi di velocizzare i tempi”, ha ammesso il rappresentate di Utililalia.

COMPONENTE ENERGIA MINIMA PARTE, MERCATO RISULTA VIZIATO

“Altro strumento importante che richiederemmo a tutela di chi versa in condizioni precarie disagiate, è uno strumento informativo sul bonus energia e misure per contrastare i furbi che hanno compreso i benefici del turismo energetico. Dobbiamo lavorare a un set informativo adeguato che consenta di verificare ai venditori morosità cronicizzate non per ragioni di disagio. Occorre andare, insomma, verso una banca dati che consenta al venditore di capire in anticipo se acquisire o meno il cliente. Domandiamoci poi se è giusto, procedendo verso il libero mercato, un sistema che carica sulle bollette osì tanto della fiscalità generale. Così il mercato risulta viziato, quando la componente energia è la minima parte della bolletta c’è qualcosa che non funziona. C’è un tema di competitività nel sistema se si pensa di usare la bolletta come veicolo di tassazione generale. Si arriva a una politica simile a quella della vendita dei carburanti”, ha concluso Macrì.

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