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Petrolio Gas

L’Iran minaccia di affondare l’accordo Opec sull’aumento della produzione

Fratture profonde con Arabia Saudita e Russia all’interno dell’Opec

L’Iran minaccia di “affondare” l’accordo per aumentare le forniture di greggio tra i principali produttori. Il ministro del Petrolio iraniano Bijan Zanganeh  ha evidenziato “fratture profonde” con Arabia Saudita e Russia durante la riunione tecnica dei delegati a Vienna, suggerendo che all’interno dell’Opec si rimane lontani dall’accordo sull’opportunità di aumentare la produzione.

ARABIA SAUDITA E RUSSIA SPINGONO PER AUMENTARE LA PRODUZIONE

Arabia Saudita e Russia stanno spingendo per aumentare la produzione per facilitare un calo dei prezzi che recentemente hanno raggiunto gli 80 dollari al barile, in crescita del 50 per cento negli ultimi 12 mesi. Un fenomeno dovuta in parte anche alla decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo nucleare con l’Iran e di reintrodurre sanzioni contro la sua industria petrolifera e al Venezuela colpito da una violenta crisi politica.

BRENT E WTI IN SALITA IN VISTA DELLE DECISIONI OPEC

Nel frattempo il Brent è cresciuto dell’1,3 per cento a 73,95 dollari al barile nelle negoziazioni del venerdì, mentre il West Texas Intermediate è salito dell’1,3 per cento a 66,37 dollari. In vista della riunione di questa settimana il Brent ha oscillato tra 72,45 e 75,86 dollari.

MINISTRO SAUDITA AL FALIH CHIEDE FORNITURE SUFFICIENTI A RASSICURARE I PAESI CONSUMATORI

Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita Khalid Al Falih ha chiesto ai produttori globali di rilasciare sul mercato “forniture sufficienti” per rassicurare i paesi consumatori, come Stati Uniti, India e Cina, che hanno lamentato l’aumento dei prezzi del petrolio. Il ministro saudita ha aggiunto che un aumento di 1 milione di barili al giorno – equivalente a circa l’1% della domanda globale – è il punto di partenza per le discussioni. Tale importo è stato raccomandato anche dalla commissione incaricata di supervisionare i tagli.

SI PREVEDE DIVARIO TRA DOMANDA E OFFERTA DI CIRCA 1,7 MILIONI DI BARILI AL GIORNO NELLA SECONDA METÀ DEL 2018

L’aumento della produzione vedrebbe l’Opec e i produttori alleati invertire di fatto i tagli all’offerta che avevano introdotto 18 mesi fa, quando i prezzi del petrolio languivano sotto un eccesso di offerta petrolifera. La domanda di greggio è cresciuta fortemente con l’espansione dell’economia mondiale, mentre il calo della produzione da parte dei produttori globali ha superato di gran lunga gli obiettivi, ha detto Al Falih, prevedendo un divario di offerta di circa 1,7 milioni di barili al giorno nella seconda metà del 2018.

 

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