Advertisement vai al contenuto principale
Petrolio

Cosa vuole fare l’Opec per mantenere stabile il mercato petrolifero

Le previsioni Opec sulla domanda mondiale 2018 sono in rialzo ma pesano le incognite di Iran e Venezuela ma anche dello shale oil Usa. Cosa dice il ministro russo Novak e quali sono le intenzioni dell’Arabia Saudita

L’uscita degli Stati Uniti dagli accordi sul nucleare iraniano non preoccupa l’Opec per le possibili turbolenze sul mercato petrolifero mondiale. I paesi del cartello si sono già detti pronti, insieme ad altri produttori, a intervenire per alleviare le eventuali carenze che si dovessero manifestare sul mercato.

opecOPEC PRONTA A SOSTENERE IL MERCATO INSIEME AI PAESI NON-OPEC

“Nonostante le grandi incertezze prevalenti nei fondamentali di mercato, l’Opec, come sempre, è pronta a sostenere la stabilità del mercato petrolifero, insieme ai paesi non-Opec”, ha affermato l’Organizzazione dei paesi produttori di greggio nel suo rapporto mensile sul mercato petrolifero. Il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano e la reintroduzione di sanzioni contro l’economia di Teheran dovrebbe colpire le esportazioni di petrolio del paese Opec, assieme al duro colpo che sta subendo l’industria energetica del Venezuela colpita da una crisi economica e politica. Il report mensile del cartello petrolifero fa seguito alle osservazioni formulate la settimana scorsa dai funzionari Opec che avevano assicurato che l’Arabia Saudita non avrebbe agito unilateralmente per aumentare le forniture di petrolio, se necessario, e che qualsiasi aumento della produzione sarebbe stato coordinato con la Russia e gli altri produttori.

AD APRILE AUMENTA LA PRODUZIONE DI GREGGIO OPEC

La produzione dei paesi Opec è aumentata di 12.000 barili al giorno lo scorso mese, raggiungendo una media di 31,9 milioni di barili al giorno secondo le stime di fonti secondarie quali analisti e consulenti di settore. Eppure la domanda di greggio stimata da Opec  quest’anno dovrebbe attestarsi su livelli più elevati, a 32,7 milioni di b/g, con un’ulteriore revisione al rialzo. A questa tendenza si aggiunge però l’interrogativo, sollevato da gran parte degli operatori di settore, che si chiede se l’Opec e i suoi partner concluderanno i meno un accordo globale per limitare l’offerta di greggio nei prossimi mesi visto che nel frattempi il prezzo del petrolio Brent è lievitato attestandosi su una quotazione di circa 77 dollari al barile.

PREVISIONI OPEC SU DOMANDA MONDIALE 2018 IN RIALZO

L’Opec ha aumentato le previsioni sulla domanda mondiale per il 2018 nel suo ultimo bollettino. La crescita dei consumi è stata rivista al rialzo di 25.000 barili al giorno a 1,65 milioni di barili al giorno complessivi, rispetto al rapporto del mese scorso. Ciò grazie al rafforzamento dei dati provenienti dai Paesi industrializzati nel primo trimestre. La domanda totale si attesterà quest’anno, secondo le stime Opec, a quasi 98,85 milioni di barili al giorno, un livello superiore alle previsioni di 200.000 barili al giorno. Nonostante la preoccupazione che l’aumento dell’offerta statunitense sorretta allo shale oil possa contribuire a porre un tetto all’aumento del prezzo del petrolio, l’ipotesi non ha ancora avuto un impatto significativo. Ciò è in parte dovuto ai vincoli imposti alla nuova produzione statunitense. Anche l’offerta non-Opec è stata rivista leggermente al rialzo, di 10.000 barili al giorno, in quanto le maggiori previsioni per la produzione da Stati Uniti, Argentina, Colombia e Cina saranno in gran parte compensate da revisioni al ribasso per Canada, Messico, Norvegia, Regno Unito e Brasile. Ora si stima che questi paesi tutti insieme cresceranno di 1,7 milioni di barili al giorno  rispetto all’anno precedente – quasi il 90% solo negli Stati Uniti – fino a raggiungere una media di 59,6 milioni di barili al giorno.

MINISTRO NOVAK: OPEC HA A DISPOSIZIONE TUTTI GLI STRUMENTI PER EQUILIBRARE IL MERCATO

In ogni caso l’Opec ha a disposizione “tutti gli strumenti per equilibrare il mercato” a seguito della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo nucleare con l’Iran. Ne è convinto il ministro dell’Energia ad interim russo Alexander Novak. “È troppo presto per dire” quale sarà l’impatto della decisione degli Stati Uniti sul mercato petrolifero. “Comunque, abbiamo tutti gli strumenti che possono essere utilizzati per bilanciare il mercato”, ha detto Novak. Secondo gli analisti intervistati da S&P Global Platts l’impatto immediato dal ritiro Usa dagli accordi con l’Iran dovrebbe aggirarsi sui 200.000 barili di greggio al giorno che saliranno a circa 500.000 dopo sei mesi, con l’approssimarsi della scadenza. Per alcuni analisti però, le perturbazioni del mercato potrebbero portare il livello di taglio prossimo al milione di barili di petrolio. L’Iran è attualmente il terzo produttore Opec con 3,83 milioni di barili al giorno di produzione in aprile, secondo l’ultima indagine S&P Global Platts pubblicata all’inizio di questo mese, e ne esporta circa 2,5 milioni.

NOVAK DISCUTERÀ DELLE SANZIONI ALL’IRAN CON IL MINISTRO DELL’ENERGIA DELL’ARABIA SAUDITA LA PROSSIMA SETTIMANA

Anche se la maggior parte degli altri paesi firmatari dell’accordo nucleare del 2015 – Regno Unito, Francia, Germania, Russia e Cina – hanno dichiarato che sosterranno l’accordo con l’Iran, molte società multinazionali che fanno affari con Teheran saranno tenute a rispettare il regime di sanzioni imposte dagli Usa. Novak prevede di discutere la questione con il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita Khalid al-Falih la prossima settimana, durante una riunione a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo.  “Abbiamo concordato che ci incontreremo a San Pietroburgo e discuteremo più in dettaglio la situazione”, ha detto Novak, riferendosi alla sua recente conversazione telefonica con Falih riportata dall’agenzia di stampa russa Prime.  Il ministro russo è stato cauto nel commentare, invece, il modo in cui le nuove sanzioni statunitensi contro l’Iran potrebbero influire sui prezzi del petrolio.  “Fondamentalmente il mercato si sta riequilibrando, gli stock sono in calo e questo è un ottimo risultato. È difficile dire quale quota di prezzo avranno i rischi geopolitici” sul petrolio. “Dobbiamo controllare se questi prezzi si manterranno stabili e a lungo termine.  È impossibile dire fin d’ora se saranno stabili, perché la geopolitica sta influenzando drasticamente i prezzi. Per questo controlleremo la situazione”, ha aggiunto.  Nel frattempo il comitato tecnico di monitoraggio Opec ha deciso di riunirsi la prossima settimana, prima che i ministri dei paesi partecipanti discutano il futuro dell’accordo sul taglio della produzione alla fine di giugno.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su