Il prezzo del petrolio è destinato a crescere: dalle sanzioni all’Iran alla domanda destinata a crescere, mentre i pochi investimenti passati rendono difficile la produzione. Le previsioni di Bank of America Merrill Lynch
Mentre Arabia Saudita e Russia dicono no all’aumento di produzione di greggio, come richiesto da Donald Trump , la Bank of America Merrill Lynch rivede ancora al rialzo le previsioni dei prezzi del petrolio per il 2019.
IL RIALZO PREVISTO DA BANK OF AMERICA MERRILL LYNCH
Per la Bank America Merrill Lynch ci sarà il rialzo del Brent sopra gli 80 dollari bisognerà nel 2019, il Wti invece dovrebbe salire a 71 dollari al barile.
Ad incidere sulla questione prezzo sarà, almeno nel breve periodo, il deficit di Teheran: lo scorso maggio Washington aveva annunciato il ritiro “unilaterale” dallo storico accordo sul nucleare iraniano siglato nell’estate 2015, promettendo dure sanzioni. A novembre, la seconda tranche dovrebbe colpire anche le esportazioni di petrolio. Teheran spedisce circa 2,5 milioni di barili al giorno, una cifra importante, la cui mancanza a partire da novembre avrebbe importanti conseguenze nel mercato.
Sempre nel breve periodo, ad incidere sarà un declino della produzione superiore ai pronostici in altri paesi come Libia and Angola, con l’effetto che il mercato petrolifero potrebbe soffrire di un deficit di offerta pari a circa 600 mila barili nella seconda metà dell’anno.
A lungo andare, invece, a dominare il mercato di settore sarà l’aumento della domanda da parte dei Paesi emergenti. Il deficit, secondo gli analisti della Banca, sarà di 400 mila barili al giorno, che porteranno il Brent a sfiorare i 95 dollari a barile nella seconda metà del 2019.
UN NUOVO CRASH?
Sempre Bank of America Merrill Lynch non esclude che si possa verificare, nuovamente, quanto accaduto nel 2008: un aumento consistente dei prezzi e un crollo di questi non appena il focus, come spiega Milano Finanza, passerà dall’afferta alla domanda.