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Petrolio

Petrolio, Aie: le scorte Ocse potrebbero aumentare nel 2018

Il ministro dell’ Energia degli Emirati Arabi Uniti ha già annunciato che la Abu Dhabi National Oil Company, ridurrà la sua produzione di petrolio nel mese di novembre

 

Le previsioni di una crescita della produzione dello shale oil statunitense e l’incertezza che ruota attorno alle importazioni di greggio della Cina potrebbero portare il prossimo anno a un accrescimento delle scorte petrolifere, nonostante il taglio sostanziale dell’output da parte dei paesi Opec e non-Opec, contribuendo un sostanziale “pareggio” con quest’anno. È quanto sostiene l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) e in particolare Olivier Lejeune, analista dell’Aie per quanto riguarda il mercato dello stoccaggio petrolifero.

Lejeune: Cina accumula riserve e paesi non-Opec aumentano produzione

Supponendo che la produzione dei paesi Opec rimanga costante non riusciamo davvero a vedere un grande ‘pareggio’ nelle scorte petrolifere dei paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo) nei prossimi 6-9 mesi”, ha precisato Olivier Lejeune parlando del mercato delle riserve di greggio. “I nostri conti indicano un accumulo per il 2018”, ha aggiunto Lejeune riferendosi al caso di una produzione Opec costante. Una delle ragioni principali del rallentamento del pareggio delle scorte atteso per l’anno prossimo è dovuto proprio al previsto aumento della produzione tra i paesi non-Opec, guidata dallo shale degli Stati Uniti.  

Secondo l’Aie, negli Usa si stima che la produzione aumenterà di una “enormità” pari a 1,1 milioni di barili al giorno, ha riferito Lejeune. A ciò si aggiunge l’incertezza sulle importazioni cinesi di greggio. La mancanza di dati di stoccaggio attendibili per la Cina limita la capacità di stimare la domanda futura, ma l’entità delle importazioni di Pechino relative a quest’anno evidenzia un incremento abbastanza consistente delle riserve commerciali e strategiche, che hanno in qualche misura compensato le scorte estratte all’estero.

Il grande avvertimento che arriva – anche delle previsioni Ocse – è che la Cina sta probabilmente accumulando riserve”, ha dichiarato l’esperto dell’Aie. Ipotizzando una produzione Opec costante, l’agenzia che coordina le politiche energetiche delle nazioni industrializzate, stima un aumento medio di 200 mila barili al giorno quest’anno, molti dei quali già realizzati durante il secondo trimestre. Nel suo ultimo rapporto mensile sul mercato petrolifero, l’Agenzia internazionale per l’energia ha affermato che le scorte commerciali dei paesi Ocse sono rimaste sostanzialmente invariate nel mese di luglio a 3,016 miliardi di barili, nonostante normalmente aumentino, rimanendo tuttavia 190 milioni di barili al di sopra della media quinquennale. I membri Opec e non-Opec guidati dalla Russia hanno deciso a maggio di prorogare di nove mesi i tagli alla produzione petrolifera fino a marzo 2018 per far fronte all’eccesso di petrolio globale che ha dimezzato i prezzi del petrolio negli ultimi tre anni, portando ad un forte calo delle entrate. Lejeune ha affermato che l’aumento della produzione da parte di alcuni membri dell’Opec, e cioè Libia e Nigeria, potrebbero però intaccare lo sforzo del gruppo per riequilibrare il mercato. Il prezzo del petrolio in questo mese ha raggiunto il livello più elevato da quasi 26 mesi a questa parte, segnale che il mercato era ben avviato verso il riequilibrio.

Emirati Arabi Uniti tagliano la produzione da novembre

petrolioIl ministro dell’ Energia degli Emirati Arabi Uniti ha già annunciato che la Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), ridurrà la sua produzione di petrolio nel mese di novembre. Suhail Al Mazrouei ha dichiarato che Adnoc ridurrà la sua quota di produzione di 139 mila barili al giorno: una decisione che riflette l’impegno degli Emirati Arabi Uniti nei confronti dell’accordo tra i membri dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio. Al Mazrouei ha aggiunto che Adnoc ridurrà la produzione del pure-grade Murban oil del 15 per cento, così come la produzione del Das del 10 per cento, e dello Zakum del 5 per cento.

Aumenta la produzione dei paesi Opec a settembre grazie alla Libia

Più in generale a settembre, i paesi Opec hanno pompato un po’ più greggio grazie al ritorno in produzione del più grande giacimento petrolifero libico. Nel complesso la produzione dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio è stata pari a 32,83 milioni di barili al giorno nel mese di settembre, con un aumento  di 120 mila barili al giorno a partire da agosto, secondo Bloomberg News.

petrolioLa produzione in Libia, che insieme alla Nigeria è esente da tagli di produzione, ha registrato un rimbalzo da 30 mila barili al giorno a 920 mila barili nel mese di settembre, con la ripartenza del campo di Sharara dopo uno stop  di oltre due settimane. La produzione nigeriana è aumentata da 20 mila a 1,77 milioni di barili/giorno, poco al di sotto dei 1,8 milioni di barili/giorno che potrebbero portare alla partecipazione allo sforzo Opec di riduzione della produzione. L’ Arabia Saudita, il più grande produttore del cartello, ha incrementato la produzione di 60 mila barili al giorno a 10,06 milioni di barili, mentre il vicino Kuwait ha aumentato la produzione di 50 mila barili al giorno a 2,76 milioni di barili al giorno.

La ripresa della produzione riporta l’Opec ai livelli raggiunti nel mese di luglio, quando l’organizzazione ha pompato 32,85 milioni di barili al giorno. Il tasso di conformità dei dodici membri che hanno accettato di ridurre la loro offerta è sceso all’ 82 per cento, dall’88 per cento del mese prima. Il mese scorso, in occasione di una riunione tenutasi a Vienna, l’Opec e i suoi alleati, compresa la Russia, hanno smesso di dire a breve se l’accordo esistente dovesse essere prorogato alla fine di marzo.

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