A dicembre ,la produzione petrolifera dell’Iran è stata pari al 60% in meno rispetto alla primavera scorsa
Le sanzioni Usa colpiscono l’economia di Teheran al cuore: la produzione di petrolio inizia a vacillare e a diminuire. Le proroghe concesse agli acquirenti nel mese di novembre, mese in cui le sanzioni sono entrate in vigore, non sono bastate per far mantenere all’Iran i ritmi di produzione. Approfondiamo insieme.
LE PROROGHE
A novembre, dopo l’entrata in vigore delle sanzioni, Washington ha deciso di concedere deroghe ad alcuni dei maggiori acquirenti dell’Iran, facendo ben sperare gli analisti. La produzione non saprebbe crollata, a differenza, invece, dei prezzi al barile di Brent e Wti, spinti a 50 dollari, vista la presenza sul mercato della materia prima (proprio la paura delle sanzioni avrebbe mantenuto alti i prezzi del petrolio per tutto il 2018).
IL CROLLO DI PRODUZIONE
Dopo sole poche settimane, però, la verità è venuta a galla. A dicembre ,la produzione petrolifera dell’Iran si è attestata ad 1,1 milioni di barili al giorno, quasi il 60% in meno rispetto alla primavera scorsa. Quello che ci si chiede, ora, è se le sanzioni faranno ancora abbassare la produzione a tutto vantaggio degli Usa (che la produzione l’hanno aumentata).