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Petrolio Prezzi

Petrolio, nuovi tagli alla produzione

In arrivo nuovi tagli alla produzione di petrolio. Obiettivo è sempre quello di riequilibrare i mercati 

 

L’accordo dovrebbe essere cosa già fatta. Almeno secondo quanto di intuisce dalle parole del ministro dell’Energia degli Emirati arabi uniti, Suhail al-Mazrou, che nelle scorse ore ha assicurato che i Paesi Opec e non Opec (con particolare riferimento alla Russi) prolungheranno l’accordo sui tagli alla produzione.

L’ufficialità della cosa dovrebbe arrivare alla prossima riunione del cartello che si terrà il 30 novembre, a Vienna. “La mia impressione è  che continueremo a fare il possibile per riequilibrare i mercati”, avrebbe affermato Suhail al-Mazrou.

Ricordiamo che l’accordo siglato a novembre 2016,  per un taglio di 1,8 milioni di barile al giorno, era già stato esteso fino a marzo prossimo. E secondo quanto preannunciato i tempi dei tagli saranno prolungati.

Le previsioni Aie: le scorte potrebbero aumentare nel 2018

petrolioSecondo quanto sostiene l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) e in particolare Olivier Lejeune, analista dell’Aie, nel 2018 l’aumento di produzione dello shale oil statunitense e l’incertezza che ruota attorno alle importazioni di greggio della Cina potrebbero portare ad una crescita delle scorte petrolifere, nonostante il taglio sostanziale dell’output da parte dei paesi Opec e non-Opec (si guardi alla Russia).

Supponendo che la produzione dei paesi Opec rimanga costante non riusciamo davvero a vedere un grande ‘pareggio’ nelle scorte petrolifere dei paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo) nei prossimi 6-9 mesi”, ha precisato Olivier Lejeune parlando del mercato delle riserve di greggio. “I nostri conti indicano un accumulo per il 2018”, ha aggiunto Lejeune riferendosi al caso di una produzione Opec costante.

Il motivo delle previsioni è l’aumento di produzione di petrolio da scisto Usa , che dovrebbe essere pari a 1,1 milioni di barili al giorno, ha riferito Lejeune.

Ma non solo. Ai problemi a stelle e strisce si aggiunge anche la Cina: la mancanza di dati di stoccaggio attendibili per la Cina limita la capacità di stimare la domanda futura, ma l’entità delle importazioni di Pechino relative a quest’anno evidenzia un incremento abbastanza consistente delle riserve commerciali.

“La Cina sta probabilmente accumulando riserve”, ha dichiarato Olivier Lejeune.

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