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Repsol

Repsol svela il nuovo Piano strategico 2016-2020

Su cosa punta l’azienda iberica, quali sono gli obiettivi e gli asset chiave. Ecco tutti i dettagli

Aumento del dividendo agli azionisti, crescita nel settore upstream e downstream e sviluppo di nuove asset legati alla transizione energetica. Sono questi gli obiettivi dell’aggiornamento del Piano strategico 2016-2020 di Repsol che arriva in anticipo di due anni rispetto al previsto dopo il raggiungimento di tutti gli obiettivi che la società si era prefissata.

IL DIVIDENDO A UN EURO NEL 2020

La società continuerà ad incrementare la distribuzione degli azionisti fino a raggiungere 1 euro per azione nel 2020, con dividendi accompagnati da buyback azionari che impediranno la diluizione di chi sceglie il pagamento in contanti.

INVESTIMENTI A 15 MILIARDI DI EURO TRA Il 2018 E IL 2020

Tra il 2018 e il 2020, Repsol prevede di investire 15 miliardi di euro: il 53% nell’unità upstream (esplorazione e produzione) e il 45% nell’unità downstream (raffinazione, prodotti chimici, commercializzazione, lubrificanti, commercio, GPL, Gas & Power).  Repsol destinerà inoltre 2,5 miliardi di euro a progetti energetici a basse emissioni e svilupperà nuove opportunità di business a lungo termine mentre altri 1,5 miliardi di euro andranno all’espansione del business del petrolchimico, delle stazioni di servizio, dei lubrificati e del trading.

OBIETTIVO TAGLIO DI 2,1 MILIONI DI TONNELLATE DI CO2 ENTRO IL 2020

L’azienda ha stabilito, inoltre, una tabella di marcia anche per la transizione energetica che comprende ambiziosi obiettivi di quota di mercato basati sullo sviluppo del gas e sulla generazione a basse emissioni. In linea con il suo impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici, Repsol ridurrà le emissioni di CO2 di 2,1 milioni di tonnellate entro il 2020 rispetto al 2016, anche se l’azienda crescerà. Repsol ha intenzione di sviluppare nuove capacità e stabilire una posizione redditizia come operatore a lungo termine in questo segmento. Gli investimenti in questo settore ammonteranno a 2,5 miliardi di euro tra il 2018 e il 2020. L’obiettivo della compagnia è quello di raggiungere 2,5 milioni di clienti al dettaglio di gas ed elettricità in Spagna entro il 2025, con una quota di mercato superiore al 5% e una capacità di generazione a basse emissioni di carbonio di circa 4.500 MW.

NELL’UPSTREAM 7,9 MILIARDI DI EURO

Dopo aver integrato Talisman e raddoppiato le dimensioni della sua unità Upstream, Repsol è destinata ad aumentare la sua produzione di idrocarburi (8% entro il 2020), ottenere maggiori rendimenti e ottimizzare il suo portafoglio di attività. In linea con il piano strategico aggiornato, l’unità Upstream investirà 7,9 miliardi di euro entro il 2020. Circa il 60% di questo totale sarà destinato a progetti di crescita e di esplorazione, al fine di aumentare la produzione e garantire un livello ottimale di riserve a medio e lungo termine. Repsol darà la priorità a progetti onshore e poco profondi, aree in cui ha un vantaggio competitivo. Gli investimenti primari si concentreranno sulla crescita organica delle attività esistenti, che non richiedono sviluppi di rilievo, sono significativi generatori di liquidità e aumenteranno la produzione a breve termine. Si tratta di Sagari (Perù), Marcellus, Eagle Ford e Buckskin (Stati Uniti), Yme (Norvegia), Bunga Pakma e Kinabalu (Malesia), Corridoio (Indonesia), NC – 115 e NC – 1 86 (Libia) e Reggane (Algeria). L’aumento della produzione a 750.000 barili equivalenti di petrolio al giorno entro il 2020 sarà completato da una gestione attiva del portafoglio e da una classificazione elevata, in cui la produzione a basso margine sarà sostituita da quella a margine più elevato.

DOWNSTREAM: SI PUNTA ALL’ESPANSIONE INTERNAZIONALE

L’unità Downstream ha dimostrato la forza del modello di business integrato di Repsol, con gli asset leader in Europa che sono stati importanti generatori di cassa. Il Piano Strategico 2018 – 2020 consentirà al business di rafforzare la propria leadership in aree quali il Refining e il Marketing, sfruttando l’incremento della domanda e le nuove opportunità di crescita. Dei 15 miliardi di euro di investimenti previsti per il 2020, 4,2 miliardi saranno destinati a progetti downstream, suddivisi tra l’espansione internazionale di alcune attività e il mantenimento e il miglioramento di asset chiave che garantiscono prestazioni superiori. L’espansione internazionale prevista include il business delle stazioni di servizio in mercati come il Messico, dove Repsol ha aperto 30 strutture in tre mesi, e il Perù, dove l’azienda ha attualmente quasi 500 punti vendita. In altri business, quali lubrificanti e GPL (per i quali Repsol è il primo operatore in Spagna), la crescita sarà spinta in Asia e nel Sud America, nel primo caso, e in Marocco e nel Sud della Francia, nel secondo. Tra il 2018 e il 2020 anche l’area Downstream Trading crescerà, in particolare grazie allo sviluppo di un business globale del greggio e all’ottimizzazione delle attività di trasporto merci. La petrolchimica sarà significativamente rafforzata, focalizzata su prodotti ad alto valore aggiunto, che trovano applicazione in settori ad alta domanda e marginali, come quello farmaceutico e alimentare, in cui Repsol punta a posizionarsi come una delle prime cinque aziende al mondo in ogni segmento attraverso la crescita sia organica che inorganica. Con tutte queste iniziative, Repsol stima che il flusso di cassa operativo del Downstream aumenterà di 700 milioni di euro entro il 2020 rispetto al 2017: un incremento del 27% nel periodo.

PIANO AUTOFINANZIATO CON PREZZO BRENT A 50 DOLLARI AL BARILE

Il Piano Strategico 2018-2020 è autofinanziato ad un prudente prezzo del Brent di 50 dollari al barile, al quale l’azienda può garantire un’elevata flessibilità finanziaria ed un rapporto di gearing ben al di sotto della media del settore.

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