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Crisi Energetica

Aie: il mondo investe più in fonti tradizionali che in rinnovabili

L’ultimo studio dell’Agenzia internazionale per l’energia studio “World Energy Investment 2018” definisce “preoccupante” il trend che mette a rischio gli obiettivi di taglio all’inquinamento

Gli investimenti mondiali nelle rinnovabili sono calati del 7% nel 2017 rispetto all’anno precedente e c’è il rischio che calino ancora nel 2018. Ciò a differenza degli investimenti in fonti fossili che lo scorso anno  sono saliti per la prima volta dal 2014, a 790 miliardi di dollari, contro i 318 miliardi delle rinnovabili grazie al gas naturale. Lo rivela l’ultimo studio “World Energy Investment 2018 dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) che definisce “preoccupante” un trend, che mette a rischio la sicurezza energetica e gli obiettivi di taglio all’inquinamento.

NEL 2017 INVESTIMENTI ENERGETICI GLOBALI A 1,8 TRILIONI DI DOLLARI CON UN CALO DEL 2% SUL 2016

“Nel 2017 il settore elettrico ha attratto la maggior parte degli investimenti energetici, sostenuto da una forte spesa per le reti, superiore a quella dell’industria petrolifera e del gas per il secondo anno consecutivo”, si legge nello studio dell’Aie che aggiunge: “Nel 2017 gli investimenti energetici globali sono ammontati a 1,8 trilioni di dollari, con un calo del 2% in termini reali rispetto all’anno precedente. Oltre 750 miliardi di dollari sono stati destinati al settore dell’elettricità, mentre 715 miliardi di dollari sono stati spesi per l’approvvigionamento di petrolio e gas a livello mondiale”. In tale ambito gli investimenti statali “rappresentano una quota crescente degli investimenti energetici globali, in quanto le imprese statali sono rimaste più ‘resistenti’ al petrolio e al gas e all’energia termica rispetto agli operatori privati. Negli ultimi cinque anni la quota degli investimenti energetici globali promossi dalle imprese statali è aumentata fino a superare il 40% nel 2017”.

POLITICHE GOVERNATIVE DRIVER PER INVESTIMENTI NEL SETTORE

“Le politiche governative svolgono un ruolo sempre più importante nel guidare la spesa privata – rivela lo studio dell’Aie –. In tutti gli investimenti nel settore dell’energia, oltre il 95% si basa su regolamenti o contratti remunerativi, con un ruolo sempre meno importante per i nuovi progetti basati unicamente sui proventi derivanti dalla fissazione di prezzi variabili in mercati all’ingrosso competitivi. Gli investimenti nell’efficienza energetica sono particolarmente legati alla politica governativa, spesso attraverso standard di rendimento energetico”.

INVESTIMENTI GLOBALI COMBINATI IN RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA DIMINUITI DEL 3% NEL 2017

La relazione rileva inoltre che, “dopo diversi anni di crescita, gli investimenti globali combinati nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica sono diminuiti del 3% nel 2017 e rischiano di rallentare ulteriormente quest’anno. Ad esempio, gli investimenti nelle energie rinnovabili, che hanno rappresentato i due terzi della spesa per la produzione di energia, sono diminuiti del 7% nel 2017”. Il responsabile del calo sono i recenti cambiamenti politici in Cina, legati al sostegno allo sviluppo del solare fotovoltaico, che “aumentano il rischio di un rallentamento degli investimenti anche quest’anno” visto che la Cina rappresenta oltre il 40% degli investimenti globali nel solare fotovoltaico e i suoi cambiamenti politici hanno implicazioni globali. Per quanto riguarda la sola efficienza energetica, quest’ultima ha registrato una delle maggiori espansioni nel 2017, ma non è stata sufficiente a compensare il calo delle rinnovabili. Inoltre, la crescita degli investimenti nell’efficienza si è indebolita nell’ultimo anno, in concomitanza con un “indebolimento” dell’attività politica nel settore.

AUMENTA QUOTA INVESTIMENTI COMBUSTIBILI FOSSILI PER LA PRIMA VOLTA DAL 2014

“La quota dei combustibili fossili negli investimenti per l’approvvigionamento energetico è aumentata l’anno scorso per la prima volta dal 2014, mentre la spesa per il petrolio e il gas ha subito un incremento in misura modesta. Nel frattempo le dismissioni delle centrali nucleari hanno superato le nuove realizzazioni, e gli investimenti nel settore sono scesi al livello più basso degli ultimi cinque anni nel 2017”, sottolinea l’Aie precisando che “la quota delle compagnie petrolifere nazionali sul totale degli investimenti upstream nel settore del petrolio e del gas è rimasta prossima a livelli record, una tendenza che dovrebbe persistere anche nel 2018”.

IN CALO LE DECISIONI FINALI DI INVESTIMENTO PER LE CENTRALI A CARBONE FUTURE

“Le decisioni finali di investimento per le centrali a carbone da costruire nei prossimi anni sono diminuite per il secondo anno consecutivo, raggiungendo un terzo del livello del 2010. Tuttavia, nonostante il calo dell’aumento della capacità globale e l’elevato livello di pensionamento degli impianti esistenti, la flotta mondiale del carbone ha continuato ad espandersi nel 2017, soprattutto grazie ai mercati asiatici. E mentre si è passati ad impianti più efficienti, il 60% della capacità attualmente in esercizio utilizza tecnologie critiche e inefficienti”, osserva l’Agenzia internazionale per l’energia.

PROSPETTIVE SHALE USA IN MIGLIORAMENTO

La relazione rileva che le prospettive dell’industria statunitense dello shale sono in miglioramento. “Tra il 2010 e il 2014, le imprese hanno speso fino a 1,8 dollari per ogni dollaro di fatturato. Tuttavia, il settore ha quasi dimezzato il suo prezzo di pareggio, fornendo una base più sostenibile per la futura espansione. Ciò è alla base di un aumento record della produzione di petrolio leggero statunitense di 1,3 milioni di barili al giorno nel 2018”, sottolinea Aie. “L’industria statunitense dello shale è a un punto di svolta dopo un lungo periodo di attività su una base finanziaria fragile – ha detto il numero uno dell’Aie Fatih Birol -. L’industria sembra sulla buona strada per raggiungere un free cash flow positivo per la prima volta quest’anno, trasformandosi in un’industria più matura e finanziariamente solida, mentre la produzione sta crescendo al suo ritmo più veloce mai registrato”.

INVESTIMENTI NEI PROGETTI PETROLIFERI CONVENZIONALI RIMANGONO MODESTI

Il miglioramento delle prospettive per il settore statunitense dello shale contrasta con il resto dell’industria del petrolio e del gas. Gli investimenti nei progetti petroliferi convenzionali, che sono responsabili della maggior parte dell’approvvigionamento globale, rimangono modesti. Nel 2018 gli investimenti in nuove capacità convenzionali dovrebbero scendere a circa un terzo del totale, un minimo pluriennale che suscita preoccupazioni circa l’adeguatezza a lungo termine dell’approvvigionamento”, conclude Aie.

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