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Ambiente: Rete Clima e E.ON inaugurano il Biodiversity Lab nel bosco di Giussano (3)

In occasione dell’inaugurazione, E.ON, con le proprie persone, gli ospiti e partner presenti, ha piantato una piccola Bioforest di 200 alberi, arricchendo ulteriormente il bosco di Giussano. Le Bioforest, o micro-foreste urbane, sono piccoli ecosistemi forestali creati in aree urbane o periurbane che hanno l’obiettivo di migliorare l’ambiente cittadino e offrire vantaggi sia ecologici che sociali, promuovendo il benessere psicologico grazie al contatto con la natura.
Il progetto Biodiversity Lab si inserisce anche all’interno di Foresta Italia, la Campagna nazionale di forestazione realizzata da Rete Clima in collaborazione con Coldiretti e PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Energetica e dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. La Campagna è nata con la mission di valorizzare una serie di azioni a vantaggio delle foreste nazionali e della loro vitalità promuovendo vere e proprie NBS (Nature Based Solutions) capaci di migliorare qualitativamente il territorio nazionale, la connessione ecologica e la vita dei cittadini, tutelando la biodiversità e contrastando il riscaldamento climatico. Nel primo anno di attività, Foresta Italia ha rafforzato un percorso sinergico tra pubblico e privato, realizzando gli interventi di forestazione insieme a oltre 30 aziende che hanno deciso di sostenere la Campagna nazionale.

Ambiente: Rete Clima e E.ON inaugurano il Biodiversity Lab nel bosco di Giussano (2)

“L’attività realizzata insieme a E.ON rappresenta un altro importante tassello all’interno del disegno che stiamo tratteggiando con la Campagna Foresta Italia”, dichiara Paolo Viganò, fondatore e presidente Rete Clima. “Difendere la biodiversità è oggi un obiettivo primario per preservare le foreste così che possano crescere sane ed essere nostre alleate nella lotta alla crisi climatica”.
Il contributo di E.ON a questo progetto rientra nel contesto della più ampia iniziativa Boschi E.ON, a sua volta parte della strategia ESG dell’azienda che si esprime anche attraverso l’obiettivo ancora più ambizioso della tutela dell’ambiente. Il solo progetto Boschi E.ON, dal 2011, ha contribuito in maniera tangibile alla riforestazione di aree naturali, parchi nazionali e regionali su tutto il territorio italiano, consentendo ad oggi la piantagione di 118.000 alberi e un significativo contributo alla riduzione della CO2 (circa 80.000 tonnellate). Non solo decarbonizzazione, anche la biodiversità è un aspetto cruciale per il territorio: la sola eliminazione delle proprie emissioni di CO2, infatti, non basterebbe per un’efficace strategia di tutela dell’ambiente, vista la necessità di riequilibrare gli ecosistemi danneggiati da anni di attività dell’uomo. Proprio per questo motivo, progetti come quello del Biodiversity Lab nel bosco di Giussano sono importanti per l’ecosistema locale.
“Siamo pionieri nell’ambito della transizione ecologica e la sostenibilità rappresenta un elemento assolutamente centrale all’interno della strategia di E.ON”, ha dichiarato Luca Conti, CEO di E.ON Italia. “Siamo impegnati a creare un futuro in cui l’energia sia accessibile a tutti e totalmente green. Per questo, proponiamo modelli di energia sostenibile, basati sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, e intendiamo affiancare cittadini, imprese e istituzioni nel percorso verso la transizione energetica ed un nuovo concetto di energia sostenibile e decentralizzata”.
“Il nostro impegno per la salvaguardia del Pianeta non si esaurisce con la strategia di business, ma ci coinvolge anche internamente come azienda. Abbiamo infatti sistematizzato la nostra strategia ESG con 10 obiettivi concreti e misurabili, all’interno della quale si inserisce anche il Progetto Boschi E.ON, con il quale contribuiamo a tutelare la biodiversità del nostro territorio e proteggere l’ambiente, ripristinando la natura che ci circonda e le specie animali e vegetali che la popolano”, prosegue Daniela Leotta, Chief Digital & Innovation Officer di E.ON Italia.
All’inaugurazione del Biodiversity Lab hanno partecipato anche il Sindaco del Comune di Giussano (MB) Marco Citterio e l’Assessore con delega all’Ambiente Giacomo Crippa, che hanno commentato: “La valorizzazione del Bosco di Giussano è un tassello importante nell’ambito dell’attenzione al verde pubblico, patrimonio straordinario del nostro territorio. Attraverso la convenzione decennale sottoscritta con Rete Clima, garantiamo al Bosco una meticolosa attenzione e un percorso di sviluppo che lo renderà parte integrante del nostro territorio. L’inaugurazione del Biodiversity Lab fa sì che questo luogo possa divenire un polo di educazione ambientale dove i più piccoli possano scoprire la biodiversità presente nella nostra città e possano essere guidati alla scoperta di piante, fiori e animali che questo spazio lo vivono e lo fanno vivere”.

Ambiente: Rete Clima e E.ON inaugurano il Biodiversity Lab nel bosco di Giussano

Un “laboratorio” nel bosco, dedicato alla biodiversità dove poter scoprire la ricchezza, i benefici e le opportunità offerte dagli ecosistemi locali, patrimonio prezioso da tutelare e preservare. Con questo obiettivo Rete Clima, Impresa Sociale che dal 2011 accompagna le imprese verso percorsi di ESG e decarbonizzazione, e E.ON Italia, player internazionale dell’energia che offre soluzioni di efficientamento per cittadini e imprese, hanno inaugurato insieme il progetto Biodiversity Lab, all’interno del bosco di Giussano (MB). Grazie a questa iniziativa, che si inserisce nell’ambito della Campagna forestale nazionale Foresta Italia e del progetto Boschi E.ON, è stato realizzato un vero e proprio percorso che, attraverso diverse tappe, introdurrà i cittadini alla scoperta di soluzioni innovative per la tutela della biodiversità arborea, arbustiva ed animale.
Il bosco di Giussano è un querco-carpineto planiziale, tipica formazione forestale della Pianura Padana, in cui la varietà di specie vegetali da mettere a dimora è stata scelta in base a criteri di adattabilità relativi a fattori climatici e caratteristiche del suolo. L’area, riqualificata e donata ai cittadini da Rete Clima e dal Comune di Giussano nel 2012 grazie al contributo di diverse aziende, è stata realizzata con lo scopo di formare un bosco urbano resiliente che potesse restituire benefici ecologici e ambientali, tra cui miglioramenti idrogeologici, microclimatici, faunistici e paesaggistici del territorio. Il bosco ha anche il ruolo essenziale di migliorare la qualità dell’aria urbana e a seguire catturare e stoccare la CO₂ presente nell’atmosfera sotto forma di biomassa, oltre che di generare numerosi servizi ecosistemici e tutelare la biodiversità.

Acea eseguirà il monitoraggio delle acque del laghetto dell’Eur A Roma

Acea Infrastructure, la società di progettazione, servizi di laboratorio e ingegneristici del Gruppo Acea, si occuperà delle analisi e del monitoraggio delle acque del laghetto artificiale, situato nel quartiere romano dell’Eur.

L’intervento rientra nel più ampio progetto di risanamento e riqualificazione del Parco Centrale del Lago, detto informalmente “Laghetto dell’Eur”, e riguarderà tutte le attività di analisi, di valutazione del quadro chimico-biologico e idro-morfologico delle acque del piccolo bacino idrico, progettato nel 1936 per l’Esposizione universale del 1942, ma realizzato solo nel dopoguerra.

Si tratta del primo passo di un progetto, finanziato e realizzato da Eur spa, che punta a rendere balneabile il laghetto sul modello dell’Idroscalo di Milano o del Badeschiff di Berlino.

Acea Infrastructure, controllata al 100% dal Gruppo Acea leader nel settore idrico in Italia con quasi dieci milioni di abitanti serviti, si occuperà di eseguire, mediante l’utilizzo delle più avanzate tecnologie di monitoraggio ed analisi, tutte le attività necessarie a valutare la qualità e i parametri delle acque del lago e di quelle provenienti dai pozzi della Cecchignola che alimentano il bacino, oltre alle analisi batimetriche per l’individuazione dell’altezza dei sedimenti accumulati sul fondo del lago e quelle idrodinamiche e chimico-fisiche per valutare il tempo di ricambio delle acque del bacino. Tutti i dati raccolti verranno poi utilizzati dall’Eur spa per valutare gli interventi più efficaci sia per migliorare la qualità delle acque che per mantenerne lo stato di “salute”.

Energia, Gse al fianco della Città e dell’Università dell’Aquila in transizione energetica (2)

“La sottoscrizione del protocollo ci darà la possibilità di avere a disposizione un supporto tecnico importante per proseguire con maggiore incisività il percorso verso la sostenibilità ambientale, l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione e l’introduzione di nuovi vettori energetici, già intrapreso dalla nostra Amministrazione con il finanziamento delle CER, per esempio. Un sistema virtuoso che incentiva la cooperazione tra cittadini, istituzioni e imprese di cui L’Aquila e tutto il territorio delle aree interne dell’Appennino centrale possono beneficiare aumentando la qualità della vita e incrementando gli investimenti locali. La collaborazione con l’Università, infine, rappresenta un elemento attrattivo per giovani menti che troverebbero condizioni uniche di formazione e di crescita nelle nuove professioni del settore energetico” hanno dichiarato il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, unitamente all’Assessore comunale all’Ambiente e alla Transizione ecologica, Fabrizio Taranta.

“Siamo molto felici di partecipare con il Comune dell’Aquila e con il GSE a questo importante progetto – dichiara il Rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse. – La sostenibilità e la transizione energetica rappresentano due vocazioni importanti del nostro piano strategico, che intercettano interessi reali e primari dell’Ateneo e della città. La stipula di questo protocollo ci dà la possibilità di mettere a disposizione dei nostri partner e del territorio le nostre conoscenze, le nostre esperienze e la nostra capacità di innovare, in un’ottica collaborativa interistituzionale nella quale crediamo convintamente”.

Il Protocollo è efficace dalla data della sua sottoscrizione e avrà durata di tre anni.

Energia, Gse al fianco della Città e dell’Università dell’Aquila in transizione energetica

Siglato dall’Amministratore Delegato del GSE, Vinicio Mosè Vigilante, dal Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e dal Magnifico Rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse un Protocollo d’intesa volto a supportare l’amministrazione comunale nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione e nell’andare incontro alle esigenze del territorio per generare modelli virtuosi di riferimento. Attraverso la promozione di interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, la diffusione delle fonti rinnovabili nonché lo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e Gruppi di autoconsumo collettivo per la condivisione di energia e la valorizzazione di superfici e aree comunali idonee all’installazione di impianti fotovoltaici, l’accordo ha la finalità di migliorare la vivibilità della comunità, lo stato dell’ambiente e il bilancio economico locale.

Sono inoltre previste attività di sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi modelli tra cui: la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico e di accumulo dell’energia, la mobilità sostenibile e l’economia circolare e l’implementazione di infrastrutture per la ricarica elettrica dei veicoli.

“Vogliamo favorire la realizzazione a livello territoriale degli obiettivi del PNIEC e delle altre misure nazionali per la transizione energetica, incluse quelle ricomprese nel perimetro del PNRR, sfruttando la sinergia tra gli incentivi e le risorse per gli investimenti pubblici e privati sul territorio – ha affermato l’Amministratore Delegato del GSE Vinicio Mosè Vigilante – il GSE è al fianco dell’Aquila, Capitale della Cultura italiana 2026, anche per promuovere nel Paese una cultura della sostenibilità che supporti lo sviluppo dei territori in ambito ambientale, sociale ed economico”.

Nucleare, Amici della Terra: In Congresso dibattito per riesaminare nostra posizione

“Amici della Terra tra 10 giorni terrà il suo congresso e ci sarà un dibattito per riesaminare la nostra posizione storica anti-nucleare dal 1976 visti i numerosi fatti che sono avvenuti in questi anni, come la guerra di Putin e la necessità di una sicurezza energetica che abbia fonti costanti e flessibili. In assenza di nucleare queste caratteristiche sono ancora quelle dei combustibili fossili”. Lo ha detto Monica Tommasi presidente di Amici della Terra, ascoltata in Commissione Attività produttive della Camera in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. “Le politiche contro i cambiamenti climatici hanno ottenuto una forte affermazione in questi anni e sono diventate prioritarie senonché a livello mondiale queste strategie sono disattese”, ha aggiunto Tommasi. “Per noi il danno più grande è il consumo del suolo ovvero dalla dimensione dei danni collaterali al paesaggio e alla biodiversità, già oggi con 35 mila MW installati sono state deturpate grandi porzioni di territorio pregiato”, ha chiarito la presidente di Amici della Terra. “Il Pniec prevede che gli impianti siano triplicati entro il 2030 solo per cominciare. I dati sono dunque chiari: le rinnovabili elettriche intermittenti con i loro costi e impatti elevatissimi hanno mostrato che non risolvono i problemi energetici e il loro contributo alla decarbonizzazione è risibile, quindi per ridurre l’uso dei fossili la soluzione non potrà che essere il nucleare, non possiamo far finta di non volerlo e poi utilizzare quello francese. Solo a febbraio abbiamo importato 6,1TWh sui 25 richiesti dal paese, il 25% del totale” e “accettare che il nucleare rientri nei piani energetici nazionali”, ha concluso Tommasi.

Nucleare, Luca Romano: Falso che sia inquinante, pericolosa o costosa

“È falso che l’energia nucleare sia una fonte inquinante e pericolosa” “o che il costo sia maggiore rispetto alle rinnovabili, se si considerano i dati della banca Lazard, secondo cui costi per stabilizzare l’intermittenza delle rinnovabili soprattutto nelle reti ad alta penetrazione di rinnovabili come quella californiana i costi esplodono sopra le più grandi centrali mai costruite”. Lo ha detto Luca Romano, esperto di energia nucleare, ascoltato in Commissione Attività produttive della Camera in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. “Quello di cui non si parla mai è che i costi sono una variabile che interessa i produttori non i cittadini che pagano un prezzo in bolletta che è deciso dai meccanismi di domanda e offerta della borsa elettrica. Ora quando le rinnovabili aumentano la penetrazione in rete si arriva a situazioni di saturazione – ha detto Romano – in cui le rinnovabili producono più del necessario e il prezzo va a zero. E non converrebbe produrla, per questo bisogna incentivarla. Questo costo non figura nei costi di produzione delle energie rinnovabili”, ha aggiunto Romano e addirittura bisogna incentivare anche l’energia che viene buttata. Quando poi il sole tramonta e il vento smette di soffiare vediamo che il prezzo di colpo si alza e lì devono intervenire impianti di backup solitamente centrali a gas ma nessuno costruirebbe un impianto di backup per lavorare solo poche ore al giorno quindi di nuovo questi impianti vanno incentivati in bolletta, cosa che già facciamo con il meccanismo del capacity market”.

“Il fatto poi che le rinnovabili lavorino in ore di bassa domanda e poi nelle ore di picco serale smettono di produrre, produce dei fenomeni di squeeze nella borsa elettrica cioè i prezzi dell’energia esplodono annullando il vantaggio dei prezzi bassi precedenti”, ha detto Romano. “Ora a cosa serve il nucleare? Il nucleare stabilizza i prezzi di rete perché diminuisce la distanza tra il picco della domanda e la quantità da fornire con il backup. Se andiamo a vedere i prezzi delle bollette dei paesi che fanno uso delle varie forme di energia, chi ha più rinnovabili come la California, ha i prezzi più alti degli Stati Uniti a parte del Hawaii – ha precisato Romano -. I 220 mld stanziati in Italia per le rinnovabili non hanno impedito di avere le bollette tra le più alte d’Europa, siamo al quarto posto e i 600 mld stanziati dalla Germania non gli hanno impedito di essere il terzo paese con le bollette più alte del Continente. I paesi che hanno energia nucleare hanno sicuramente investito costi più alti ma hanno delle bollette più basse come la Francia, la metà, la Svezia e la Finlandia. E anche per le imprese la situazione non cambia. La mancanza di competitività industriale è quella che sta facendo soffrire la Germania”.

“Il nucleare è una fonte nucleare con un costo capitale importante ma che consente un abbassamento dei prezzi finali perché stabilizza i meccanismi di domanda e offerta, le rinnovabili hanno dei costi capitale bassi e sono convenienti dal punto di vista del produttore ma hanno il grosso difetto di causare meccanismi di squeeze e di causare costi aggiuntivi che alla fine rendono l’elettricità più cara e il paese meno competitivo”, ha concluso Romano.

Sull’energia eolica è lotta dei prezzi tra Occidente e Cina

Il gigante asiatico nel 2023 ha rappresentato i due terzi dell’intera produzione di energia eolica globale, e oggi vanta un portafoglio di 77 GW, oltre dieci volte quello degli Stati Uniti

Nucleare, Anima Confindustria meccanica: Opportunità per industria italiana da impianti SMR

“Fa piacere che si torni a parlare di nucleare nel nostro paese perché ci sembra che la soluzione con sole e rinnovabili non sia possibile”. Lo ha detto Alberto Zerbinato, rappresentante di Anima Confindustria meccanica varia ascoltato in Commissione Attività produttive della Camera in merito all’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione. “La Francia come sapete è molto focalizzata sul nucleare punta a decarbonizzare con uno sviluppo del nucleare che arriverà al 70% anche se non sono chiare le percentuali nel programma a medio termine, mentre la Germania sul lato opposto si sta orientando sullo sviluppo delle rinnovabili che oggi è arrivato al 55%. Dicono che faranno energia per l’80% con fonti rinnovabili specializzandosi su eolico e combustione di biomasse”, ha aggiunto Zerbinato. “L’Italia ci sembra possa difficilmente arrivare a obiettivi di questo genere con il solo rinnovabile, a noi manca l’eolico”, ha aggiunto. “Inoltre i percorso autorizzativi per i termovalorizzatori sono complicati”.

“Il nucleare ha al momento costi elevati legati all’iper-regolamentazione, un’inattività industriale soprattutto da parte dei paesi intorno come noi nel comparto industriali e per la dimensione degli impianti”, ha chiarito Zerbinato. “L’opportunità che oggi è interessante anche per il nostro paese è quella dei generatori modulari, gli SMR. Che sono impianti nucleare di fissione” possono realizzati “in tre-quattro anni e si prestano ad essere industrializzati. E questo è il punto focale per la nostra industria”.

Superbonus, Silvestroni(Fdi):con Conte buco finanziario ma tutelare i lavori

“Pur comprendendo il perché il Governo abbia deciso in questa direzione, sono un po’ preoccupato dal decreto abrogativo in merito al Superbonus, che trovo ragionevolmente irrispettoso del lavoro di migliaia di professionisti. Dietro la presentazione di una pratica c’è un lungo lavoro tecnico che va da studi di fattibilità, sondaggi, iter autorizzativi e che portano ad ottenere un titolo edilizio. Se annulliamo tutto lasciando validi solo i lavori che hanno ottenuto un titolo, annulliamo il lavoro di mesi di chi ha lavorato e non ha fatto in tempo ad avere una autorizzazione e deve anche restituire gli anticipi ricevuti. Credo che vada un po’ rivisto con emendamenti per eventuali correzioni da parte del governo perché se è vero che Conte e il M5S hanno rovinato il Paese creando con almeno 147mld, il più grande buco finanziario della Repubblica, è anche vero che noi non possiamo non tutelare la ricostruzione, i cittadini, i professionisti e le imprese.” Così Marco Silvestroni, senatore di Fdi dopo il varo in Cdm del provvedimento sul Superbonus.

Energia, Tokyo Gas domani avvierà fornitura idrogeno attraverso gasdotto (2)

Il piano fa parte della tabella di marcia per la neutralità del carbonio del 2050, in base alla quale Tokyo Gas mira a ridurre, entro il 2040, le emissioni di CO2 Scope 1, Scope 2 e Scope 3 del 60% a partire dall’anno fiscale 2022-23 (aprile-marzo). “L’obiettivo di neutralità carbonica al 50% nel 2040 per la fornitura di gas sarà misurato attraverso l’introduzione di compensazioni di metano elettronico, idrogeno e carbonio sul volume di fornitura di gas”, ha dichiarato il presidente di Tokyo Gas, Shinichi Sasayama.

Tokyo Gas – che gas nel 2030 mira ad introdurre una miscela dell’1% di metano elettronico nella sua fornitura di, pari a 60.000 tonnellate – prevede un aumento di dieci volte di questo valore entro il 2040, come parte delle misure di decarbonizzazione, insieme alle compensazioni di idrogeno e carbonio, per raggiungere una neutralità carbonica del 50%. L’azienda nell’anno fiscale 2022-2023 ha importato un totale di 12,90 milioni di tonnellate/anno di GNL.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, Tokyo Gas domani avvierà fornitura idrogeno attraverso gasdotto

Tokyo Gas domani avvierà il primo gasdotto giapponese per la fornitura di idrogeno a Tokyo, nel distretto di Harumi, nell’ex villaggio degli atleti di Olimpiadi e Paralimpiadi. Lo ha dichiarato Tokyo Gas, la più grande azienda giapponese di distribuzione del gas. Nel suo gasdotto di idrogeno, lungo 1 km, la società fornirà circa 150 metri cubi/ora di idrogeno alle strutture condivise nei siti commerciali e nei condomini, dove il gas cittadino viene fornito separatamente per inquilini e residenti. La fornitura di idrogeno proverrà dalla stazione di idrogeno da 300 m3/ora di ENEOS nel distretto di Harumi, dove la società prevede di rifornire di idrogeno autobus e camion a celle a combustibile.

La mossa di Tokyo Gas arriva dopo che, lo scorso 22 marzo, ha dichiarato di voler sostituire almeno circa 600.000 tonnellate di GNL con e-metano nel 2040, come parte delle fasi di decarbonizzazione, puntando alla neutralità del carbonio del 50% nella fornitura nazionale di gas entro il 2040.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, a marzo da USA record esportazioni di GNL verso l’Asia (2)

I trasportatori di GNL, dalla metà del 2023, hanno utilizzato sempre più il Capo di Buona Speranza come passaggio commerciale preferito, quando una siccità storica, derivante dal modello meteorologico El Nino, ha portato ad abbassare i livelli dell’acqua nel Canale di Panama.

Sebbene le restrizioni a Panama consentissero ancora il transito delle navi metaniere, i tempi di attesa più lunghi hanno portato alcuni esportatori statunitensi, a partire dall’estate scorsa, a bypassare del tutto il canale. Finora nel 2024 solo 14 carichi di GNL statunitense hanno raggiunto il mercato asiatico attraverso il Canale di Panama, rispetto ai 40 carichi dello stesso periodo dello scorso anno. A marzo solo un carico ha effettuato il viaggio, la Diamond Gas Orchid, che è partita il 28 febbraio dal terminal di esportazione di Cameron LNG in Louisiana ed è arrivata in Giappone ieri, secondo i dati di S&P Global.

(Energia Oltre – ANR)

Energia, a marzo da USA record esportazioni di GNL verso l’Asia

I carichi di GNL statunitensi che intendono raggiungere l’Asia continuano a scegliere la rotta più lunga attraverso il Capo di Buona Speranza poiché permangono i colli di bottiglia che incidono sui transiti attraverso i canali di Panama e Suez. Secondo i dati di S&P Global Commodity Insights, nel mese di marzo (al giorno 27) un numero record di 24 carichi di GNL statunitensi hanno viaggiato verso l’Asia attraverso il Capo di Buona Speranza. Si tratta del maggior numero di carichi mensili in viaggio da quando S&P Global ha iniziato a registrare i dati, nel 2010.

È un volume record anche in termini di dimensioni di carico, con quasi 1,6 milioni di tonnellate di GNL statunitense che hanno raggiunto l’Asia. Platts, parte di S&P Global Commodity Insights, ieri ha valutato il Gulf Coast Marker per i carichi FOB statunitensi caricati a 30-60 giorni in avanti a 7,87 dollari/MMBtu, in aumento di 16 centesimi/MMBtu nella giornata.

(Energia Oltre – ANR)

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