Le temperature medie globali della superficie del mare hanno raggiunto i 21°C a fine marzo e sono rimaste a livelli record nei mesi di aprile e maggio
Gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si sono accordati a Parigi nel 2015 per cercare di mantenere gli aumenti della temperatura media a lungo termine entro 1,5°C, ma ora c’è una probabilità del 66% che la media annuale superi la soglia di 1,5°C per almeno un anno intero da qui al 2027, secondo le previsioni dell’Organizzazione meteorologica mondiale.
L’OBIETTIVO 1.5C° E’ ORMAI FUORI PORTATA?
L’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale a lungo termine entro 1,5 gradi Celsius (2,7 Fahrenheit) sta diventando fuori portata e con le nazioni che non riescono a fissare obiettivi più ambiziosi nonostante mesi di caldo da record per terra e per mare; riporta Reuters.
Mentre più di 4.800 partecipanti provenienti da tutti gli angoli del mondo si riunivano a Bonn all’inizio di giugno per prepararsi ai colloqui annuali sul clima di quest’anno (COP28), che si terranno a novembre, le temperature medie dell’aria in superficie a livello globale sono state di oltre 1,5°C al di sopra dei livelli pre-industriali per diversi giorni, secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S), finanziato dall’UE.
Sebbene le temperature medie abbiano temporaneamente superato la soglia di 1,5°C in passato – sottolinea Reuters – questa è stata la prima volta che lo hanno fatto nell’estate dell’emisfero settentrionale che inizia il 1° giugno. Anche le temperature del mare hanno superato i record di aprile e maggio.
LE TEMPERATURE RECORD DELLA SUPERFICIE DEL MARE
Le temperature medie globali della superficie del mare hanno raggiunto i 21°C a fine marzo e sono rimaste a livelli record nei mesi di aprile e maggio. L’agenzia meteorologica australiana ha avvertito che le temperature dei mari dell’Oceano Pacifico e Indiano potrebbero essere più calde di 3°C rispetto alla norma entro ottobre.
ANOMALIA TERMICA IN ITALIA
Con gli oltre 2°C di anomalia termica già raggiunti e il record di eventi climatici estremi registrato nel 2022, l’Italia si conferma come un Paese che soffre più di altri della crisi climatica: lo ha sottolineato di recente l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nel Policy Brief “Dieci raccomandazioni per la stesura del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima”, realizzato per contribuire alla predisposizione del Piano Nazionale Integrato Clima-Energia (PNIEC), che il Governo deve presentare alla Commissione europea entro il 30 giugno.
“Mentre le temperature in Italia aumentano in misura maggiore rispetto alla media degli altri Paesi e gli eventi estremi crescono di numero e intensità, provocando enormi danni economici e sociali, alcuni pensano sia conveniente rallentare le politiche di mitigazione, sulle quali l’Italia è già in ritardo, soprattutto per quanto riguarda la conversione del sistema energetico. Si tratta di un gravissimo errore – ha affermato in una nota il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini. – Con l’attuale andamento, l’Italia non raggiungerà l’obiettivo di tagliare le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, non aumenterà la sua sicurezza energetica e rischia di perdere le opportunità, anche occupazionali, derivanti dalla riconversione dell’industria, dell’edilizia, della mobilità e delle infrastrutture”.
INCENDI BOSCHIVI: NEGLI STATI UNITI EMISSIONI RECORD
Mentre gli inviati per il clima dei due maggiori emettitori di gas serra si preparano a incontrarsi il mese prossimo, le temperature hanno superato i record di giugno nella capitale cinese Pechino e ondate di caldo estremo hanno colpito gli Stati Uniti.
Questo mese, alcune zone del Nord America hanno superato di circa 10°C la media stagionale e il fumo degli incendi boschivi ha avvolto il Canada e la costa orientale degli Stati Uniti in una pericolosa foschia, con emissioni di carbonio stimate a un livello record di 160 milioni di tonnellate.