Il report Ispi “Infrastructure Grids and Networks. The Challenges Ahead, amid Security and Efficiency”. I fatti della settimana di Marco Orioles
Presentiamo qui una sintesi di cinque articoli tratti dal report Ispi di recentissima pubblicazione scritto a più mani ed intitolato “Infrastructure Grids and Networks. The Challenges Ahead, amid Security and Efficiency”, nel quale si analizza il ruolo chiave giocato dalle infrastrutture energetiche, digitali e di trasporto intese come la spina dorsale dell’economia globale oltre che un fattore cruciale per la crescita economica, la competitività e la transizione verde.
OPPORTUNITÀ TECNOLOGICHE PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA E LA DIGITALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO
L’articolo “The Tech Opportunity to Enable the Energy Transition and Digitise Transport Infrastructures” di Luca Milani, Stefano Napoletano, Andrea Ricotti e Nicola Sandri (McKinsey & Company) esplora il potenziale delle tecnologie digitali nel guidare la transizione energetica e modernizzare le infrastrutture di trasporto. Gli autori osservano come, in un contesto globale segnato da urbanizzazione rapida, crescenti esigenze di mobilità sostenibile e cambiamenti climatici, le infrastrutture critiche devono necessariamente evolvere per garantire efficienza, resilienza e sostenibilità. Le tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale (IA), l’Internet delle Cose (IoT) e l’analisi dei Big Data giocano in questo caso un ruolo cruciale. Nelle reti energetiche, le cosiddette smart grid consentono di integrare fonti rinnovabili, ottimizzare la distribuzione e ridurre le emissioni di CO2. Nei trasporti, sistemi intelligenti di gestione del traffico basati su IA ne migliorano la fluidità, riducendo congestione e incidenti. Dal canto loro, le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici favoriscono la decarbonizzazione che resta un obiettivo chiave per l’Ue. Gli autori evidenziano anche che la digitalizzazione non solo abbassa i costi operativi, ma rafforza la capacità delle infrastrutture di resistere a eventi estremi, come disastri naturali o crisi geopolitiche. La trasformazione digitale comporta tuttavia sfide significative. La crescente dipendenza da tecnologie connesse aumenta ad esempio la vulnerabilità agli attacchi informatici, rendendo indispensabili gli investimenti in cybersicurezza. La complessità dei sistemi richiede inoltre standard tecnici condivisi e una governance robusta. L’articolo sottolinea anche la necessità di un’integrazione tra settori: ad esempio, l’interconnessione tra energia e trasporti, attraverso la diffusione di veicoli elettrici e reti di ricarica intelligenti, rappresenta un’opportunità per creare ecosistemi sostenibili. Gli autori entrano nel merito di alcuni casi studio, come città che hanno adottato soluzioni di mobilità intelligente, e ne dimostrano i benefici concreti, dalla riduzione delle emissioni, al miglioramento della qualità della vita alla maggiore efficienza economica. Tuttavia, notano Milani, Napoletano, Ricotti e Sandri, il successo di queste operazioni dipende fortemente dal varo di politiche coordinate, dalla disponiblità di finanziamenti pubblico-privati e da auspicabili collaborazioni tra governi, imprese e comunità.
OPPORTUNITÀ STRATEGICHE DELLA RETE FERROVIARIA AD ALTA VELOCITÀ PER LA MOBILITÀ MILITARE E LA COESIONE EUROPEA
L’articolo “Military Mobility and High-Speed Rail in Europe: Enhancing Strategic Readiness and Shortening European Distances” di Alberto Mazzola, direttore esecutivo della Community of European Railway and Infrastructure Companies (CER), esplora il ruolo delle ferrovie ad alta velocità (HSR) nel rafforzare la mobilità militare e promuovere la connettività in Europa. In un contesto geopolitico segnato da crescenti tensioni, l’Ue punta a migliorare la prontezza strategica attraverso infrastrutture di trasporto efficienti e dual-use, utilizzabili sia per scopi civili che militari. Le ferrovie ad alta velocità emergono così come una soluzione chiave per trasportare rapidamente truppe, attrezzature e risorse in caso di crisi, superando ostacoli come infrastrutture incompatibili e barriere normative. Mazzola evidenzia che una rete HSR interoperabile, capace cioé di collegare capitali e grandi città, potrebbe non solo ridurre i tempi di viaggio, ma anche rafforzare la resilienza dell’Unione. La rete HSR infatti supporta la logistica militare, garantendo movimenti rapidi e sicuri, e contribuisce inoltre alla sostenibilità, riducendo la dipendenza dal petrolio e le conseguenti emissioni. L’articolo sottolinea la necessità di investimenti significativi in questo campo, a partire dall’aggiornamento delle infrastrutture esistenti e dall’implementazione di sistemi come l’European Rail Traffic Management System (ERTMS). Ciò richiede anzitutto un maggiore coordinamento tra Stati membri, una governance centralizzata a livello UE e poi, naturalmente, la disponibilità di finanziamenti adeguati. Mazzola cita esempi come il Rail Baltico, che combina esigenze civili e militari, oppure il successo della rete HSR cinese, che ha generato benefici economici e strategici.
INFRASTRUTTURE RESILIENTI, CONNESSE E INCLUSIVE: IL RUOLO DELLA COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO
L’articolo “Resilient, Connected, and Inclusive Infrastructure: The Role of Public-Private Collaboration to Lead the Transition” di Elisabetta De Bernardi (Mundys) analizza il ruolo cruciale delle partnership pubblico-private (PPP) nella costruzione di infrastrutture moderne, sostenibili e inclusive. In un’epoca di sfide globali quali il cambiamento climatico, l’urbanizzazione e l’instabilità geopolitica, le infrastrutture devono essere resilienti agli shock oltre che connesse; ma devono anche essere inclusive per garantire l’accesso universale ai servizi. De Bernardi sottolinea che le PPP sono essenziali per colmare il divario di finanziamenti necessario alla modernizzazione di reti energetiche, di trasporto e digitali. Queste collaborazioni combinano l’efficienza e l’innovazione del settore privato con la visione strategica e le risorse pubbliche, creando sinergie che accelerano la transizione verso un’economia verde. Le PPP possono ad esempio finanziare e gestire progetti come reti di ricarica per veicoli elettrici o le smart grid, integrando tecnologie avanzate come l’Internet delle Cose e l’IA per ottimizzare l’efficienza e ridurre le emissioni. L’articolo evidenzia però alcune sfide: la complessità nella gestione delle PPP richiede una chiara definizione di ruoli, meccanismi di condivisione dei rischi, oltre che normative trasparenti. La cybersicurezza appare cruciale per proteggere le infrastrutture digitalizzate dalla minaccia di attacchi informatici. De Bernardi cita casi di successo, come progetti di mobilità urbana in alcuni grandi città europee, che dimostrano come le PPP possono migliorare l’accessibilità e la qualità della vita, promuovendo al contempo l’inclusione sociale. Per il futuro, l’autrice propone un approccio integrato che combini politiche lungimiranti, investimenti mirati e coinvolgimento delle comunità locali.
INFRASTRUTTURE ENERGETICHE TRANSFRONTALIERE: UN PILASTRO PER IL SISTEMA ENERGETICO EUROPEO
L’articolo “The Role of Cross-border Energy Infrastructure in the EU Energy System” di Cristina Lobillo Borrero, alta funzionaria della Commissione Europea, esplora l’importanza delle infrastrutture energetiche transfrontaliere per rafforzare la sicurezza, la sostenibilità e l’integrazione del sistema energetico dell’Ue. In un contesto di transizione verso un’economia a basse emissioni e di crescenti tensioni geopolitiche, come la dipendenza dal gas russo, l’Unione deve, secondo l’autrice, potenziare le sue reti energetiche per garantire stabilità e competitività. Le infrastrutture transfrontaliere come gasdotti, interconnettori elettrici e reti per l’idrogeno sono infatti cruciali per collegare i mercati nazionali, ottimizzare l’uso delle fonti rinnovabili e ridurre i costi energetici. Lobillo Borrero sottolinea che progetti come i Corridoi TEN-E (Trans-European Networks for Energy) facilitano lo scambio di energia tra Stati membri, migliorando la resilienza contro shock esterni come, ad esempio, eventuali crisi di approvvigionamento. Queste infrastrutture inoltre supportano l’integrazione di fonti rinnovabili come l’eolico e il solare nelle reti elettriche, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione del Green Deal. L’autrice evidenzia tuttavia alcune sfide significative: la complessità dei progetti transfrontalieri richiede ad esempio, oltre che ingenti investimenti, anche la cooperazione tra Stati e l’armonizzazione normativa. La transizione verso l’idrogeno verde e le smart grid comporta anche la necessità di innovazioni tecnologiche e di una governance centralizzata. Lobillo Borrero cita esempi di successo, come gli interconnettori tra Spagna e Francia, che hanno migliorato l’accesso all’energia e ridotto la volatilità dei prezzi. Per il futuro, l’articolo propone un approccio integrato che combini finanziamenti pubblico-privati, semplificazione burocratica e coinvolgimento delle comunità locali.
NORME INTERNAZIONALI E INFRASTRUTTURE MARINE CRITICHE
L’articolo “Cables, Pipelines, and Power: International Laws Governing Critical Marine Infrastructure” scritto da Roxana Vatanparast della Capital University Law School analizza il quadro giuridico internazionale che regola le infrastrutture marine critiche, come cavi sottomarini, gasdotti e impianti energetici offshore, sottolineandone l’importanza strategica e le sfide che esse pongono alle attuali normative. Queste infrastrutture, rileva l’autrice, sono vitali per l’economia globale: i cavi sottomarini trasportano infatti ben il 99% dei dati internet, mentre i gasdotti marini garantiscono flussi energetici essenziali per le economie e le società interessate. Tuttavia, la loro vulnerabilità a sabotaggi, incidenti o conflitti geopolitici pone seri interrogativi su quale sia il modo adatto per assicurarne la protezione. Vatanparast evidenzia che il diritto internazionale, basato principalmente sulla Convenzione ONU sul diritto del mare (UNCLOS), offre un quadro troppo frammentato; UNCLOS disciplina infatti la posa e la manutenzione di cavi e gasdotti, ma lascia molti margini di ambiguità su responsabilità e giurisdizione in caso di danni intenzionali o dispute territoriali. L’articolo discute anche il ruolo di accordi bilaterali e regionali, che integrano UNCLOS ma spesso mancano di uniformità. La crescente militarizzazione dei mari e le tensioni geopolitiche complicano ulteriormente la governance di tali infrastrutture. Inoltre, l’espansione delle infrastrutture per l’energia rinnovabile offshore, come i parchi eolici, richiederà il varo di nuove norme per bilanciare interessi economici, ambientali e di sicurezza. Le sfide che l’autrice intravede all’orizzonte includono anzitutto la necessità di meccanismi di cooperazione internazionale più robusti, e poi la presenza di normative ad hoc per la protezione delle infrastrutture contro cyberattacchi e altre minacce ibride. A tal fine, l’autrice propone di rafforzare i trattati esistenti e sviluppare nuovi strumenti giuridici.