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Italia sul podio Ue dell’accumulo. Perché il 30 settembre sarà una data cruciale per le rinnovabili

Il 30 settembre il Macse assegnerà i primi 10 GWh di accumulo. Investimenti e aste scandiranno la corsa verso un sistema elettrico flessibile e indipendente

Il 30 settembre sarà una data cruciale per le rinnovabili. Infatti, terrà la prima asta per il Macse (Mercato a termine degli stoccaggi), un meccanismo competitivo che assegnerà 10 GWh di nuova capacità di accumulo da realizzare entro il 2028. L’obiettivo è mettere in campo, entro il 2030, 71 GWh di capacità e oltre 9 GW di potenza, sostenuti da 17,7 miliardi di euro. Una partita cruciale non solo per la sicurezza della rete, ma per l’intera indipendenza energetica del Paese.

L’ACCUMULO ACCELERA

Secondo i dati del Politecnico di Milano, a fine 2024 l’Italia contava oltre 700mila sistemi elettrochimici installati, con una potenza cumulativa di quasi 6 GW e una capacità superiore a 13 GWh. Solo nel 2024 si sono aggiunti 200mila nuovi impianti, con una crescita record: +62% in potenza e +85% in capacità rispetto al 2023.

Terna, nella sua ultima fotografia al 30 giugno, segnala che la capacità nazionale di accumulo ha toccato 16.411 MWh, pari a 815mila sistemi in esercizio: un incremento del +69,3% in un anno. Numeri che collocano l’Italia, insieme a Germania e Regno Unito, sul podio europeo: i tre Paesi hanno rappresentato circa il 70% della capacità installata nel 2024. Entro il 2030, stima il Polimi, proprio Italia e UK guideranno la crescita delle batterie in Europa, coprendo quasi la metà dell’espansione totale. “Lo storage è la spina dorsale della transizione. Da un lato rende affidabile e flessibile una rete sempre più alimentata da fonti non programmabili; dall’altro riduce la dipendenza dall’estero e rafforza la nostra sicurezza energetica per i prossimi decenni”, ha detto Davide Chiaroni, vicepresidente di Energy & Strategy del Politecnico di Milano, in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore.

IL DOMINIO DELLE BATTERIE DI LITIO

A trainare la corsa sono le batterie agli ioni di litio, che rappresentano la quasi totalità delle nuove installazioni. La loro competitività è spinta non solo dall’efficienza, ma da un rapido calo dei costi. Tra il 2023 e il 2025 il Capex per sistemi da 4-8 ore è diminuito del 20-25%, complice la discesa delle materie prime e una concorrenza industriale sempre più agguerrita. “Abbiamo registrato riduzioni nell’ordine del 30-35% sui costi delle batterie, solo nell’ultimo anno”, ha detto Chiaroni a Il Sole 24 Ore.

LA CORSA CONTRO IL TEMPO DELL’ACCUMULO

Per centrare gli obiettivi del Pniec, che fissano a 131 GW di rinnovabili installate al 2030, il sistema Paese deve correre. Le aste di Terna sono solo il primo tassello di un mosaico che richiede investimenti, innovazione tecnologica e visione politica. Il potenziale c’è, secondo Chiaroni.

“Siamo il mercato europeo più attraente per il settore dello stoccaggio, sia per il sistema di aste, sia per la crescita spontanea del comparto. Una crescita che coinvolge sia il segmento residenziale legato al fotovoltaico, che però sta rallentando dopo la conclusione del Superbonus, sia le grandi installazioni centralizzate”.

DOVE SI INSTALLA DI PIU’

Lombardia, Puglia e Lazio guidano le nuove installazioni, ma le regioni del Sud stanno guadagnando terreno, anche perché lì si concentra una maggiore quota di fonti rinnovabili variabili.

“Il sistema sembra aver centrato un equilibrio fra competitività e attrattività per gli operatori, non riscontriamo blocchi regolatori rilevanti», osserva Chiaroni. «Margini di miglioramento si intravedono nella possibilità di favorire l’espansione al Sud Italia e nell’evoluzione verso la cosiddetta aggregazione virtuale, già realtà avanzata in Germania, che consente di unire diversi sistemi residenziali e gestirli come un’unica grande batteria virtuale”, aggiunge Chiaroni.

QUANTE ASTE SERVONO AL 2028?

Secondo Chiaroni, per centrare gli ambiziosi obiettivi del Pniec “bisognerebbe prevedere almeno tre aste all’anno fino al 2028” per coprire la domanda e consentire sia agli operatori che al gestore di rete Terna la programmazione degli interventi.

“È ragionevole attendersi che, a regime, tutti i nuovi impianti da rinnovabili vengano installati già con sistemi di accumulo integrati. E, dove il mercato non coprisse le esigenze, Terna potrà intervenire direttamente con investimenti mirati”, ha detto l’esperto.

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