I saggi hanno rinviato le audizioni ufficiali. La commissione che valuta le candidature per la presidenza di Confindustria avrebbe ricevuto diverse indiscrezioni e lettere anonime su presunte incompatibilità. Ma il candidato alla presidenza Emanuele Orsini annuncia: “Non mi ritiro”. Ecco cosa dicono i quotidiani
Emanuele Orsini è stato convocato dai saggi che hanno rinviato le audizioni ufficiali. Al candidato alla presidenza di Confindustria sarebbe stato chiesto conto di vicende legate alla sua presidenza di Federlegno-Arredo
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CONFINDUSTRIA: IL CASO ORSINI
Emanuele Orsini candidato alla presidenza di Confindustria – in corsa assieme ad Alberto Marenghi, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi – subisce un brusco stop dai tre saggi incaricati di un esame preliminare per chi parteciperà alle elezioni.
A riprendere la questione è il quotidiano La Repubblica che riporta come Orsini, oggi vicepresidente con delega al credito e dal 2017 al 2020 presidente di FederlegnoArredo e della controllata Flae, sia stato “invitato dai tre saggi, che hanno rinviato le loro audizioni ufficiali, a valutare se portare avanti la propria candidatura. Questo alla luce di alcune lettere anonime giunte a Confindustria e di alcune vicende controverse relative alla sua gestione di Flae”.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, “si parla di questioni legate a pagamenti delle rate di un leasing auto su cui si dovrà pronunciare la magistra-tura visto che Orsini stesso ha sporto querela. La vicenda rende il clima più pesante anche perché la candidatura di Orsini, con quella di Garrone, ha i maggiori sostegni.
ORSINI: NON MI RITIRO
A Orsini, quindi, è stato consigliato di riflettere bene sulla sua candidatura, anche alla luce dei problemi reputazionali che potrebbe portare all’associazione. Ma, come riporta la Repubblica, “la risposta è stata netta: non solo Orsini ha fatto sapere che non intende ritirarsi dalla competizione e che ha già querelato chi ha riportato in auge le vicende citate, ma ha anche minacciato di adire alle vie legali contro qualsiasi stop alla sua candidatura, ipotizzando nel frattempo di chiedere una sospensiva al processo elettorale in Confindustria. Un’eventualità, questa, che fa rabbrividire gli associati, che non hanno certo bisogno di vedere le proprie beghe interne esposte a tutti, indebolendo così l’associazione”.
“Orsini e i saggi – spiega la Repubblica – si sarebbero dati 24 ore per ulteriori riflessioni su una vicenda che potrebbe coinvolgere a questo punto anche il comitato etico e i probiviridi Confindustria. Ma solo per questo incidente di percorso nella corsa alla presidenza – dove ogni azienda tenta di posizionarsi in sostegno al probabile vincitore – il candidato, considerato finora tra i due più forti, e che aveva goduto anche dell’endorsement dell’ad di Intesa-Sanpaolo, Carlo Messina, potrebbe vedere ridotto il suo consenso. Anche da parte di qualche grande azienda pubblica che sta riflettendo in queste ore su come posizionarsi”.