Advertisement Skip to content
Eni

Saipem 12000, ecco quanto costa ad Eni la follia di Erdogan

Non solo crisi diplomatica, la mattana di Erdogan ha anche ripercussioni economiche importanti, come spiega l’articolo di Giusy Caretto

 

Niente di nuovo sul fronte Orientale. Saipem 12000 è ancora bloccata al largo di Cipro. L’imbarcazione che per conto di Eni era diretta al blocco 3 della Zone Economica Esclusiva dell’isola è stata intimata a fermarsi dalla marina militare turca. L’equipaggio Eni ha “prudentemente eseguito gli ordini e rimarrà in posizione in attesa di un’evoluzione della situazione”, hanno spiegato dal Cane a sei zampe. Ma niente, da venerdì 10 febbraio, è cambiato.

AD ENI DANNO PER 600MILA DOLLARI AL GIORNO

Oltre ad una crisi diplomatica, il blocco della nave italiana ha un costo anche economico. Per Eni, infatti, ogni giorno di fermo vale 600mila dollari. Una cifra non proprio da ignorare.

LE REAZIONI DI ITALIA E GRECIA

Saipem-12000-drillshipNon solo danni economici. Sale anche la tensione tra i diversi Paesi. La Farnesina sta seguendo gli sviluppi “al più alto livello”, in raccordo con le ambasciate italiane a Nicosia e ad Ankara, ed è pronta a compiere “tutti i passi diplomatici possibili” per risolvere la questione, mentre secondo indiscrezioni di Repubblica (non confermate ufficialmente), la marina militare italiana avrebbe dirottato una fregata nella zona (notizia che tuttavia non trova conferma ufficiale) per seguire da vicino l’evoluzione della situazione.

Reazione dura da parte della Grecia. In un comunicato, Atene ha definitivo la mossa della Turchia “provocatoria” e ha invitato Ankara a “desistere da ulteriori azioni illegali e rispettare gli obblighi che derivano dal diritto internazionale”.

IL CASO INTERESSA ANCHE BRUXELLES

Sulla questione è intervenuta anche Bruxelles. “Esorto la Turchia ad evitare minacce o azioni contro qualsiasi membro della Ue e ad impegnarsi piuttosto in buone relazioni di vicinato, nella soluzione pacifica di controversie, ed al rispetto della sovranità territoriale”, ha twittato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, già in contatto con Nicosia.

“La Turchia si deve impegnare inequivocabilmente a mantenere relazioni di buon vicinato e a evitare qualunque fonte di frizione, minaccia o azione verso uno Stato membro che possa danneggiare le buone relazioni e impedire una definizione pacifica delle dispute”, ha dichiarato una portavoce della Commissione, Mina Andreeva. “L’Ue – ha aggiunto – sottolinea la necessità di rispettare la sovranità degli Stati anche nei loro confini marittimi e aerei”, ha aggiunto.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su