Tra il 2025 e il 2028 scadranno 42 concessioni del Servizio Idrico Integrato che riguardano circa 1.200 Comuni e oltre 11 milioni di italiani
Da qui al 2028 scadranno 42 concessioni del Servizio Idrico Integrato (SII), che riguardano circa 1.200 Comuni e oltre 11 milioni di italiani. La scadenza di queste concessioni porterà, nei prossimi tre anni, ad effettuare scelte i cui effetti dureranno decenni, e che stabiliranno la qualità dei servizi e la sostenibilità economica e ambientale delle gestioni.
Il rinnovo delle concessioni rappresenta un momento fondamentale per le amministrazioni locali , un’occasione per ripensare il settore idrico, cercando metodi e strumenti per rafforzare l’efficienza, promuovere la qualità del servizio e allineare le attività industriali con gli obiettivi ambientali e sociali, in una visione di lungo periodo.
LE PROBLEMATICHE DEL SISTEMA IDRICO
In Italia il settore idrico– ricorda Greenreport – ha sempre sofferto di un sottodimensionamento della governance pubblica, che troppo non è stata in grado di gestire in modo appropriato la pianificazione, l’affidamento e il controllo dei servizi. In molti Comuni, i cosiddetti Enti di Governo d’Ambito (EGA) sono stati costretti a scegliere tra modelli alternativi senza l’ausilio di strumenti informativi adeguati, benchmark attendibili o competenze regolatorie. Tutti fattori che hanno portato ad un sistema idrico disomogeneo, con ampie disparità di servizio e investimenti insufficienti.
RAFFORZARE IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI
Ecco allora che la scadenza delle concessioni diventa un’opportunità per cercare di colmare queste lacune, per rafforzare il ruolo degli enti locali e sviluppare un sistema migliore. In questo senso ARERA ha avviato un percorso di consultazione pubblica per definire dei criteri omogenei di gara e introdurre uno schema di bando che garantisca un piano di gioco equo (level playing field) a tutti i partecipanti, nei territori che decideranno di andare a gara per scegliere il nuovo gestore.
CONCORRENZA E LIMITI DELLA GARA
Nel settore idrico la gara rappresenta il principale strumento per avere dei meccanismi competitivi. Il modello di riferimento è quello della “concorrenza per il mercato”, in cui non si possono avere più gestori in concorrenza per lo stesso territorio ma, tramite gara, si sceglie l’operatore migliore. ARERA propone quindi un sistema di valutazione multidimensionale dell’offerta, che bilancia elementi economici e tecnici per garantire una selezione fondata sulla qualità del servizio.
La gara, però, non è sempre lo strumento più efficiente poiché, in presenza di asset specifici, alti costi di transazione e contratti incompleti, c’è il rischio che si verifichino comportamenti opportunistici e rinegoziazioni sfavorevoli.
IL MODELLO DI ARERA
ARERA propone una gara organizzata in due fasi: una preselezione dei candidati e, successivamente, la valutazione dell’offerta tecnica ed economica, con un metodo basato su un mix tra criteri misurabili e analisi qualitativa del contesto.
Ai fini della preselezione si valutano l’esperienza pregressa, la compliance regolatoria e i risultati ottenuti in altri territori.
IL DOPPIO STADIO E I PARTENARIATI PUBBLICO-PRIVATO
Per quanto concerne le condizioni economiche, in mancanza di dati tariffari e di costo affidabili, si prevede un primo periodo (di 4 anni) da cui emergeranno le informazioni necessarie al successivo completamento del set informativo minimo, in cui sarà applicato lo schema regolatorio di convergenza.
ARERA ipotizza che possano esserci delle proposte migliorative da parte dei partecipanti rispetto alle componenti tariffarie, condizionandone però l’ammissibilità all’assenza di pregiudizio per l’equilibrio economico-finanziario della gestione.
Nel caso di società miste, l’Autorità propone alcune modifiche, come il peso ridotto dell’offerta tecnica fino al 60% , un maggior peso degli elementi reputazionali e un criterio economico legato ai conferimenti di capitale.
GLI SCENARI
Il successo della nuova stagione di concessioni non dipenderà solo dalla qualità delle gare, ma anche dalla solidità del quadro regolatorio, dalla chiarezza dei contratti e dalla capacità di gestione delle istituzioni. La revisione della convenzione tipo si impone come elemento essenziale per prevenire derive opportunistiche, garantire il rispetto degli impegni assunti e costruire relazioni contrattuali trasparenti e adattive.