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Che cosa è successo finora alla Cop28

Che cosa è successo finora alla Cop28

Dopo una settimana di colloqui, si ferma per un giorno la conferenza delle parti sul clima (Cop28) di Dubai

La Cop28 si ferma per un giorno quando siamo arrivati a metà del percorso, che si concluderà il 12 dicembre, salvo contrattazioni a oltranza per arrivare alla stesura del documento finale.

Vediamo allora cosa è successo sin qui.

IL PUNTO A META’ COP28: GLI ACCORDI DI QUESTA SETTIMANA

Dopo i successi iniziali (oltre settecento milioni raccolti per il fondo contro perdite e danni creato lo scorso anno alla Cop egiziana; la creazione del Global Stocktake per monitorare le emissioni in base a Parigi 2015) e le nefaste dichiarazioni del weekend del presidente della conferenza, al-Jaber, sull’inesistenza di dati scientifici riguardo i danni dei combustibili fossili, la settimana di Dubai che volge al termine ha inanellato una serie di dibattiti tecnici oltre che politici, con tanto di accordi raggiunti e nuove discussioni.

Lunedì, ad esempio, è stato lanciato il “Cop28 Gender-Responsive Just Transitions & Climate Action Partnership”, un partenariato firmato da 68 parti che prevede impegni in materia di finanza, dati e pari opportunità rafforzando anche l’operato sulle questioni di genere. Nella giornata di martedì, invece, è stato accordato (da oltre 60 parti) il cosiddetto Global Cooling Pledge, un programma di riduzione delle emissioni di almeno il 68% al 2050. Si è lavorato poi sugli impegni nella promozione dell’energia da idrogeno e nella riduzione delle emissioni da metano.

Quanto a ieri, infine, è stato lanciato il “Cement and Buildings Breakthroughs” per accelerare la transizione verso edifici sostenibili entro il 2030. Un tema attuale, basti pensare che oggi l’Ue deciderà sulla direttiva Case green proprio sull’efficientamento energetico. E’ stata poi avviata la “Waste to Zero” degli Emirati Arabi Uniti per la decarbonizzazione del processo di gestione dei rifiuti. In materia, poi, aiuterà anche la mappa globale dei rifiuti per tracciarne le emissioni.

È stato dato il via all’iniziativa “Waste to Zero” degli Emirati Arabi Uniti, volta a sviluppare soluzioni per la decarbonizzazione della gestione dei rifiuti. Infine, è stata avviata la “Road Transport Breakthrough” verso il 2030; è stata avviata una collaborazione con la sezione Habitat delle Nazioni Unite per sostenere ambienti urbani climaticamente idonei.

SU COSA SI DISCUTE ANCORA E COSA MANCA

Tutte queste intese sono certamente da accogliere nella direzione dei buoni propositi dei dibattiti. Ma l’elemento eclatante di questa settimana è arrivato ieri con la prima bozza di documento finale, il vero snodo che aiuterà a capire quanto avrà inciso questa conferenza nel percorso della transizione climatica. Ciò su cui ci si divide e ci si continuerà a dividere anche nel prosieguo della conferenza fino al 12 dicembre è l’accordo su “come uscire dai combustibili fossili”.

Dunque, sul phase-out le opzioni previste sono tre: eliminazione graduale e ordinata dei combustibili fossili; eliminazione graduale dei combustibili fossili non abbattuti; testo mancante (cioè l’opzione che dovrebbe del tutto eludere i riferimenti ai combustibili fossili).

“Si litiga su tutto, come prevedibile”, scrive da Dubai Ferdinando Cotugno di Domani nella newsletter Areale. “Però quei testi sono l’osservatorio migliore per provare a intravedere i possibili esiti della COP28”. Come riporta, “solo gli Stati Uniti hanno fatto duecento commenti al testo. Il Brasile ha fatto aggiungere che non apprezzano misure unilaterali sul commercio. La Cina ha alzato la posta, ha fatto nomi e cognomi, hanno un problema con l’Europa e con l’idea di mettere un prezzo alle emissioni in arrivo, il cosiddetto CBAM, Carbon Border Adjustment Mechanism, il dazio doganale climatico che fa litigare il mondo ma che è una misura del Green Deal, non c’entra niente con la COP, ma qui tutto si collega con tutto”. Infine: “La Russia vuole che il gas sia dichiarato «combustibile di transizione», un’idea vecchia di trent’anni, quando avevamo trent’anni in più di tempo”.

 

– Leggi anche: Come funziona e che ruolo può avere la cattura della CO2 in Italia

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