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La filiera dell’energia deve fare sistema per il Piano Mattei. Ddl nucleare a un passo

La filiera dell’energia deve fare sistema per sfruttare il Piano Mattei. Legge delega sul nucleare in arrivo in Commissioni. Chi c’era e cosa si è detto durante “La filiera della power generation italiana” di Ansaldo Energia e Nomisma Energia

La filiera industriale italiana della power generation è un vanto per il Paese, ma deve evolvere in un vero e proprio “sistema”. L’Italia si distingue per una filiera energetica strutturata e competitiva sui mercati internazionali, ma serve un salto di qualità per sfruttare il potenziale dell’aumento della domanda e delle opportunità come il Piano Mattei. Parliamo di un ecosistema formato da 9260 imprese con un fatturato complessivo di 80 miliardi. Realtà attive in diversi settori dell’energia, che creano 18,8 miliardi di valore aggiunto, che potranno dare un contributo tangibile nella transizione, se prevarrà un approccio improntato alla neutralità tecnologica. In quest’ottica, il disegno di legge delega per il ritorno del nucleare in Italia sta per arrivare in Commissione Attività Produttive della Camera. Le rinnovabili crescono in Italia e a giugno gli impianti fotovoltaici supereranno i 2 milioni. Intanto, iniziano ad entrare in esercizio anche impianti utility scale. Sono solo alcune delle notizie emerse nel corso del nell’evento organizzato da Ansaldo Energia e Nomisma Energia “La filiera della power generation italiana” presso la sede del Mimit.

LE RINNOVABILI CRESCONO MA NON BASTA

Il numero di impianti rinnovabili cresce, ha sottolineato Paolo Arrigoni, presidente del GSE, ma da sole le fonti green non potranno coprire il 100% del fabbisogno elettrico nazionale. Infatti, la domanda di energia aumenterà in maniera esponenziale nei prossimi anni. A livello globale, la produzione di energia elettrica passerà dai 29 mila TWh del 2022 ai 45 mila TWh previsti per il 2040, con le fonti rinnovabili destinate a diventare la principale modalità di generazione già dal 2030, conferma lo studio di Ansaldo Energia e Nomisma Energia.

“Alla fine di giugno supereremo i 2 milioni di impianti di generazione elettrica, a fine maggio il fotovoltaico ha raggiunto 1 milione e 950.000. Stanno entrando in esercizio anche impianti utility scale, siamo arrivati a una capacità rinnovabile installata di 45 GW e 56 GW legati al turbogas. Fotovoltaico ed eolico hanno bassi costi di produzione ma elevati costi di non produzione e significativi costi di over-produzione. Bisogna investire nello sviluppo di reti elettriche e accumuli, ma anche del capacity market”, ha detto Arrigoni, sottolineando che le procedure di distacco momentaneo dalla rete degli impianti sono sempre più frequenti, un problema già sollevato da Energia Oltre. “Ora Terna deve anche remunerare gli impianti fotovoltaici staccati dalla rete, prima era un problema che riguardava principalmente l’eolico”, ha aggiunto.

PIANO MATTEI, IL “LATO OSCURO” DELLE RINNOVABILI

“Il conformismo sul Green Deal ha impedito di dire la verità: di sole rinnovabili non si può vivere perché non funzionano i servizi essenziali, quindi bisogna affrontare il tema della stabilità dei sistemi energetici nazionali. Rivedere il Green Deal non sarà una passeggiata di salute”, ha fatto eco Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai e Responsabile di Confindustria del Piano Mattei, lanciando una stoccata a Bruxelles: “Non è possibile che un provvedimento come l’Energy Release riceva osservazioni capziose nel 2025. L’Italia deve farsi rispettare a Bruxelles con coraggio politico”.

“In questi anni abbiamo parlato dei tanti pregi delle rinnovabili, ma si è evitato di parlare delle implicazioni tecniche, come i limiti in assenza di inerzia. I consumi del gas in Spagna sono cresciuti dopo il blackout. Il gas permette di traguardare un orizzonte di lungo termine che sarà composto da nucleare e idrogeno. Oggi quasi il 40% del gas è arrivato con navi metaniere, secondo i dati di maggio. L’energia è politica”, ha affermato Agostino Scornajenchi, Ceo di Snam.

IL GOVERNO ACCELERA SUL NUCLEARE, LEGGE DELEGA IN ARRIVO IN COMMISSIONE

Il Governo considera il nucleare una fonte centrale nel mix energetico del futuro. Il secondo step per il ritorno del nucleare, il disegno di legge delega, è a un passo.

“Sta per arrivare in Commissione, attualmente è ancora in fase di bollinatura, il disegno di legge delega per il ritorno del nucleare in Italia. È un dato di fatto che nel mix energetico servirà il nucleare. Ma si può utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione per fare molta più informazione per evitare il rischio di avere il cittadini contro. La politica deve essere un veicolo di informazione per dare costanza legislativa e visione a medio-lungo termine”, ha affermato Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera.

“Martedì abbiamo inaugurato un impianto in Azerbaijan che fornirà una parte significativa dell’energia elettrica del Paese in 2 anni. Auspico per Paolo Arrigoni ulteriori impegni istituzionali. Dobbiamo realizzare un mix che oggi ha tra le principali produzioni quella del gas, ma deve diventare sempre più rinnovabili, anche se non possiamo prescindere dal gas. Nei prossimi anni l’Italia sarà sempre più hub del gas, ma dobbiamo puntare su un mix di rinnovabili, insieme a una fonte pulita e continuativa come il nucleare. Ansaldo e Enel avranno voce in capitolo nel nucleare”, ha affermato il ministro del Mimit, Adolfo Urso.

LUCI E OMBRE DEL NUCLEARE FRANCESE

“Voglio lavorare per un accordo Francia-Italia che consenta agli energivori italiani importazioni dalla Francia energia nucleare, così da ottenere il primato di prima siderurgia completamente verde”, ha affermato Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai e Responsabile di Confindustria del Piano Mattei.

“La Banca mondiale finalmente ha sdoganato il nucleare, il prossimo anno lo farà anche per il gas, abbandonando il modello che prevedeva il finanziamento solo degli investimenti sostenibili. Le tecnologie delle rinnovabili non sono brillanti, al contrario del ciclo combinato. Il nucleare francese deve essere sostituito, è urgente parlarne visto anche i nostri livelli di importazione. Serve più gas nazionale e maggiore diversificazione sugli approvvigionamenti di GNL. La domanda di cicli combinati aumenterà nei prossimi anni”, ha detto Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia.

L’IMPORTANZA DI FARE SISTEMA E IL POTENZIALE DEL PIANO MATTEI

La risposta per far tornare l’industria italiana competitiva e rendere il sistema energetico più sicuro è fare sistema. In quest’ottica, “abbiamo deciso di creare un gruppo di lavoro e interesse per portare tutte le competenze che abbiamo in Italia in Europa e all’Estero, con il supporto del sistema Italia. Una centrale è un’infrastruttura che per 25 anni lega due Paesi: chi la fornisce e chi la gestisce”, ha affermato Fabrizio Fabbri, ceo di Ansaldo Energia.

“La filiera è un’indiretta forma di acquisizione di massa critica di sviluppo industriale e di aggregazione spontanea poiché crea un importante effetto moltiplicatore nelle aziende di circa 4 volte. Vogliamo aumentare l’aggregazione della filiera. In autunno è in arrivo un basket bond. I fattori principali per lo sviluppo secondo le aziende sono accesso e costo delle risorse finanziaria, disponibilità di personale qualificato e sostegno nell’espansione nei mercati esteri e alleggerimento burocratico. Stiamo prendendo contratti interessanti nel mondo. Abbiamo nel DNA italiano un sistema imprenditoriale molto parcellizzato. Guardando al Piano Mattei, Ansaldo ha sempre adottato modelli non predatori e di reciproco vantaggio nei Paesi dove lavora. In Tunisia, ad esempio, abbiamo creato valore in termini di formazione e impatto economico e sociale. L’Italia ha perso la capacità di avere grandi contractor. Manca un’entità nazionale che colleghi le filiere e si ponga come realtà italiana sui mercati internazionali. Nei rapporti commerciali con Paesi esteri molte volte con SACE ci troviamo in difficoltà a causa delle percentuali di italianità”, ha sottolineato Andrea Benveduti, Ansaldo Energia Istitutional Relations.

La filiera italiana ha un impatto di 8,8 miliardi di valore aggiunto indotto, 12,6 di valore aggiunto indiretto e 6,2 miliardi di valore aggiunto diretto, secondo lo studio di Ansaldo Energia e Nomisma Energia. Il 53,5% dei ricavi proviene dal Nord Ovest, solo il 3,4% arriva dal Sud, un divario importante da colmare. Il 91,8% delle aziende è una PMI, il 41,8% è una microimpresa. I produttori di macchine per la produzione di energia elettrica e della strumentazione connessa sono 196. L’aumento di reddito generato dalle imprese produttrici è di 524 milioni di valore aggiunto indotto, 670 milioni di valore aggiunto indiretto e 390 di valore aggiunto diretto.

COSA SERVE PER FAR DECOLLARE IL PIANO MATTEI?

“Ci sono una serie di paletti per il Piano Mattei, un piano ambizioso. Si pretende di andare a lavorar in Africa, in Paesi senza democrazie e con situazioni economiche difficili. Per non parlare poi della distribuzione d’energia. Abbiamo scoperto che la Tunisia non è un Paese economicamente affidabile. Abbiamo interlocuzioni con Eni per lavorare in Paesi dove è già presente e può aiutare le azioni delle istituzioni italiane. Il primo problema per entrare in questi Paesi è la pragmaticità, dobbiamo cioè partire dal mix energetico del Paese. Il primo punto è l’accesso all’elettricità. Inoltre, dobbiamo avere chiaro la KPI. Il terzo fattore è che questi Paesi hanno bisogno di relazioni di lungo periodo. Descalzi da 15/20 presenta Eni, un punto di riferimento per i partner esteri”, ha affermato Fabrizio Fabbri, Ceo di Ansaldo Energia.

“Operare nei Paesi del Piano Mattei implica problemi come mancato pagamento della controparte, rischi politici e derivanti dagli interessi all’estero. Gli incontri organizzati con CdP permettono alle piccole aziende di incontrare grandi controparti estere per tutta la vita del finanziamento, focalizzandoci su specifici settori. Abbiamo già fatto due miliardi di nuovi impegni dall’avvio del Piano Mattei, abilitando 16 miliardi di investimenti”, ha affermato Paola Valerio, Head of Institutional Relations di SACE.

COMPETENZE AL CENTRO

Le competenze sono un tassello fondamentale della transizione energetica. Leonardo ne è consapevole e “a fine luglio Cingolani annuncerà il Programma Capacity Boost per accelerare le competenze della nostra filiera a livello di sistema”, ha affermato Angelo Casero, SvP Capacity Boost Program di Leonardo.

“Stiamo vivendo un cambio di passo e di mindset su energia e fare sistema. In queste settimane stiamo discutendo di come far fronte a questo nuovo modo di essere sistema. La filiera ha bisogno di un supporto sistemico, siamo una filiera fortemente energivora. Cresceremo molto nei prossimi anni, ma la crescita della PMI diventa vitale. Non c’è tempo per crescere con sistematicità, bisogna allargare il perimetro trovando competenze”.

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