La relazione dell’associazione che raggruppa le principali compagnie elettriche spagnole lo dimostra con dati: nei giorni successivi, REE ha ricollegato più gruppi termici e le oscillazioni sono diminuite fino al 50%. La rete si è stabilizzata di nuovo.
AELEC, l’associazione che raggruppa le principali compagnie elettriche spagnole, ha commissionato una relazione indipendente a Compass Lexecon e INESC TEC per analizzare il blackout del 28 aprile che ha colpito Spagna e Portogallo. La conclusione è chiara: il sistema elettrico operava senza sufficiente potenza stabile, specialmente nel sud, e questo è stato decisivo per il collasso.
COS’È LA POTENZA STABILE
A cosa si riferiscono con potenza stabile? All’elettricità generata da fonti gestibili, come i cicli combinati a gas e le centrali nucleari. A differenza delle rinnovabili, questi impianti possono adattarsi alla domanda in tempo reale, e cosa più importante: apportano stabilità, inerzia e controllo di tensione, elementi chiave per evitare fluttuazioni pericolose nella rete.
LA MATTINA DEL BLACKOUT, C’ERA POCHISSIMA GENERAZIONE TERMICA ACCOPPIATA
La mattina del blackout, c’era pochissima generazione termica accoppiata, concentrata quasi tutta nel nord. Dalle 10:00 sono iniziate le oscillazioni di tensione. REE (Red Eléctrica de España) ha cercato di stabilizzare la rete chiudendo linee e disconnettendo reattanze, ma questo ha aggravato lo squilibrio. La tensione è salita ancora di più, diverse centrali sono scattate per protezione e si è scatenato un effetto domino: in pochi secondi si sono persi più di 1.600 MW.
FRAGILITÀ STRUTTURALE
La relazione sottolinea che questo tipo di risposta rivela una fragilità strutturale. E lo dimostra con dati: nei giorni successivi, REE ha ricollegato più gruppi termici e le oscillazioni sono diminuite fino al 50%. La rete si è stabilizzata di nuovo.
La relazione in sostanza smonta l’idea che il blackout sia stato un incidente imprevedibile ma al contrario informa che è stata la conseguenza diretta della mancanza di un supporto tecnico minimo che richiede un sistema elettrico sicuro e cioè una base solida di generazione stabile.