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Unione Europea

Bruegel: da inizio crisi energetica i governi Ue hanno stanziato 674 mld euro per proteggere i consumatori

Il think tank ha esaminato come rendere la piattaforma energetica UE un efficace strumento di emergenza per l’acquisto congiunto di gas, valutando le opzioni dell’Europa per affrontare la crisi dei mercati dell’energia

Dall’inizio della crisi energetica nel settembre 2021, in tutti i Paesi europei sono stati stanziati 674 miliardi di euro per proteggere i consumatori dall’aumento dei costi energetici. L’attuale aumento dei prezzi dell’energia all’ingrosso in Europa ha spinto i governi a mettere in atto misure per proteggere i consumatori. Il think tank Bruegel ha elaborato un set di dati per tracciare e fornire una panoramica delle diverse politiche utilizzate dai Paesi a livello nazionale per mitigare l’effetto del picco dei prezzi per i consumatori.

Se le politiche a livello regionale possono avere un impatto considerevole sui consumatori, ad esempio in Belgio, nella maggior parte dei Paesi UE sia la regolamentazione dell’energia che i prelievi sono fissati a livello nazionale. Allo stesso modo, anche le misure a lungo termine per contrastare la volatilità dei prezzi dell’energia sono di estrema importanza. Bruegel ha esaminato come rendere la piattaforma energetica UE un efficace strumento di emergenza per l’acquisto congiunto di gas, valutando le opzioni dell’Europa per affrontare la crisi dei mercati dell’energia e chiedendo un grande patto a livello UE per affrontare la crisi energetica.

Uno dei primi aspetti considerati sono i finanziamenti stanziati nel periodo settembre 2021 – ottobre 2022 da alcuni Paesi UE selezionati per proteggere le famiglie e le imprese dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalle loro conseguenze sul costo della vita. In seconda battuta, quanto i governi hanno stanziato per sostenere i servizi pubblici nel soddisfare le loro esigenze di liquidità, attraverso prestiti, salvataggi e nazionalizzazioni a tutti gli effetti.

Le misure multiple sono classificate in 7 tipi di risposte. Tutte le misure sono state discusse, proposte o emanate da settembre 2021, quando la crisi energetica era già in atto.

LE MISURE DEL GOVERNO ITALIANO NEL 2022

Il 12 gennaio 2022, il ministro dello Sviluppo economico ha annunciato un prossimo aumento delle imposte societarie sulle società energetiche che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi dell’energia elettrica. Complessivamente, il sostegno statale alle famiglie in difficoltà fino a marzo 2022 raggiunge gli 8,5 miliardi di euro.

Il 21 gennaio 2022 il Consiglio dei ministri annuncia nuove misure (+1,7 miliardi di euro) contro le bollette elevate. Questi si aggiungono ai 3,8 miliardi di euro previsti e portano il totale a 5,5 miliardi di euro solo per il primo trimestre 2022. Le misure aggiuntive sono più mirate a sostenere il mondo delle imprese con un credito d’imposta del 20% per tutte le aziende ad alta intensità energetica, che entro la fine del 2022 subiranno un aumento dei prezzi del 30% rispetto al 2019 sui produttori di elettricità solare, eolica, idroelettrica e geotermica.

Il 19 marzo 2022 l’Italia ha approvato un nuovo pacchetto da 4,4 miliardi di euro per allargare il bonus sociale a 5,2 milioni di famiglie (che pagheranno luce e gas ai prezzi dell’estate 2021) e per ridurre di 25 centesimi il prezzo della benzina fino alla fine di aprile. Altre misure contenute nel pacchetto sono i crediti d’imposta per le imprese e la rateizzazione delle bollette energetiche da parte dei cittadini. I fondi saranno reperiti da una tassa del 10% sugli extraprofitti delle società energetiche e porteranno l’importo totale a 20,4 miliardi di euro spesi da settembre.

Il 21 aprile 2022 il Senato approva una spesa extra di 8 miliardi di euro, di cui 5,5 miliardi per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia e il resto per aiutare i settori produttivi più colpiti dell’economia. Anche il bonus sociale luce e gas viene esteso a tutte le famiglie a basso reddito. Vengono poi progettati crediti d’imposta per le imprese energivore ed è stato attivato un fondo di 800 milioni per il settore automotive. Vengono adottate anche delle misure per favorire l’installazione di fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico. Il decreto prevede poi che l’aria condizionata venga mantenuta sopra i 25 gradi centigradi durante il periodo estivo.

MAGGIO 2022: IL NUOVO PACCHETTO DEL GOVERNO DRAGHI

Il 2 maggio il premier Mario Draghi delinea un nuovo pacchetto di misure da 14 miliardi per aiutare famiglie e imprese e per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e degli impianti di rigassificazione. La misura principale del pacchetto è un bonus una tantum di 200 euro per 28 milioni di lavoratori e pensionati con reddito inferiore a 35.000 euro. Il decreto prevede poi un taglio di 0,8 punti percentuali sull’aliquota previdenziale dei dipendenti pubblici, un fondo di 200 milioni di euro per le imprese che operano con Russia, Ucraina e Bielorussia e crediti d’imposta per le Pmi per investimenti in beni immateriali (50%) e per la formazione.

Viene poi progettato un fondo da 600 milioni di euro per aiutare le grandi città nell’attuazione degli obiettivi del Recovery and Resilience Facility e sono prorogati fino a fine settembre il Superbonus (credito d’imposta del 110% sugli interventi di efficientamento energetico degli edifici) e il bonus sociale per la spesa energetica per le famiglie con reddito inferiore a 12mila euro. Viene prorogato anche il taglio delle accise sui carburanti: lo sconto, di 30 centesimi al litro su benzina e gasolio.

Per le imprese sale al 25% il credito d’imposta per l’acquisto di gas ed energia elettrica. Un credito d’imposta del 10% è previsto anche per le imprese energivore per il gas acquistato nel primo trimestre del 2022. Il governo approva poi un nuovo decreto da 3 miliardi di euro per ridurre gli aumenti delle bollette energetiche. La maggior parte dei finanziamenti serve ad estendere le misure precedentemente adottate. La nuova parte del pacchetto prevede che l’Arera mantenga invariati gli oneri generali di sistema per il settore del gas. Una misura, quest’ultima, che prevede coperture per 292 milioni di euro a cui vanno aggiunti ulteriori 240 milioni di euro per fasce di consumo fino a 5.000 mc annui.

IL DISEGNO DI LEGGE “AIUTI BIS”

A fine luglio 2022 il governo delinea il disegno di legge “Aiuti bis” del valore di 13 miliardi, con 2 miliardi in più di misure aggiuntive. Oltre 6 miliardi servono a coprire la proroga delle misure precedentemente adottate: 1,05 mld per estendere il taglio dell’Iva sul gas (dal 22% al 5%) e sui carburanti. Inoltre, fino al 31 ottobre 2022 è sospesa l’efficacia di qualsiasi clausola contrattuale che consenta all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas di modificare unilateralmente le condizioni generali contrattuali relative alla definizione del prezzo. Inoltre, 350 milioni sono destinati ai comuni e 50 milioni alle città metropolitane per aiutarle nella spesa energetica.

Del ddl beneficia anche il settore dei trasporti, con ulteriori 101 milioni che si aggiungono ai 79 milioni già stanziati entro il 2022. Poi 3,3 miliardi sono utilizzati per l’estensione dei crediti d’imposta alle imprese, incluse quelle del settore agricolo, mentre 6,5 mld vengono destinati per un nuovo voucher da 200 euro per lavoratori e pensionati che non ne hanno usufruito in primavera e per adeguare all’aumento dell’inflazione del 2% le pensioni per i pensionati con reddito inferiore o uguale a 35mila euro. Allo stesso modo, i lavoratori con un reddito inferiore a 35mila euro annui beneficiano di uno sconto fiscale di 1,2 punti percentuali sulla loro retribuzione fino alla fine del 2022, per un costo di 1,2 miliardi per lo Stato.

Il 13 settembre 2022 il Senato approva il ddl Aiuti-bis per una dotazione di bilancio complessiva di 17 mld di euro (2 mld di euro in più rispetto a quanto precedentemente previsto). Le nuove misure del pacchetto riguardano l’estensione dello smartworking per lavoratori vulnerabili e genitori, la nascita del Cosapir, l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori interinali chiamati nella Pubblica Amministrazione e viene rimosso il tetto retributivo di 240mila euro per le figure apicali nella PA.

IL DISEGNO DI LEGGE “AIUTI TER”

Il 16 settembre il governo approva il decreto legge Aiuti-ter, del valore di 14 miliardi di euro. Per le imprese, il governo stabilisce un credito d’imposta rafforzato, rafforzato sia nella percentuale di sconto sia nel numero di imprese ammesse, includendo le piccole imprese, i bar e i ristoranti per i successivi tre mesi. Alle imprese con contatori elettrici di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW è riconosciuto un credito d’imposta pari al 30% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energia e pari al 40% per l’acquisto del gas. Per le famiglie, il decreto Aiuti-ter aumenta la platea del “bonus sociale elettrico e gas” innalzando a 15.000 euro il tetto del reddito qualificante, raggiungendo così ulteriori 600mila famiglie. Il pacchetto prevede un bonus una tantum di 150 euro per chi ha redditi inferiori a 20.000 euro lordi annui, inclusi pensionati, lavoratori subordinati, autonomi e stagionali, e si rivolge ad una platea di 22 milioni di persone. La bozza prevede anche nuovi stanziamenti per il bonus trasporti di 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici. Complessivamente, il Fondo creato con il primo decreto Aiuti viene incrementato di 10 milioni di euro per il 2022.

LA PROPOSTA DEL DECRETO AIUTI QUATER

L’11 novembre la proposta ‘decreto aiuti quater’ del ministro Giancarlo Giorgetti stanzia 9,1 miliardi di euro per finanziare interventi nel mercato energetico. Il provvedimento prevede una rimodulazione del superbonus al 90% a partire dal 1° gennaio 2023 e anche un’esenzione fiscale per le imprese fino a 3.000 euro, una proroga dei crediti d’imposta per le imprese che acquistano luce e gas e una proroga della riduzione delle accise. La sola estensione dei crediti d’imposta costerà 3,4 miliardi di euro, in quanto favorisce le piccole imprese come bar, ristoranti e negozi. Consente inoltre alle aziende di richiedere un piano di pagamento rateale delle bollette energetiche. La continua riduzione delle accise costerà circa 1,3 miliardi di euro, dal 19 novembre 2022 al 31 dicembre 2022.

LA LEGGE DEL BILANCIO DEL GOVERNO MELONI

Il 22 novembre il governo, sotto la guida del neopremier Giorgia Meloni, firma la legge di bilancio 2023, del valore di 35 miliardi di euro, che include anche interventi per combattere la crisi energetica. Per finanziare il ddl viene istituita un’imposta sugli extraprofitti delle società energetiche che aumenta le aliquote fiscali dal 25% al ​​35% fino alla metà del 2023. Questa verrà calcolata a partire dal reddito netto, una modifica rispetto alle vendite nelle precedenti leggi fiscali. Inoltre, oltre 21 miliardi di euro del bilancio saranno assegnati alle famiglie e alle imprese che soffrono per gli alti prezzi dell’energia.

Secondo fonti governative, è necessario un intervento nel mercato dell’energia poiché i prezzi dovrebbero rimanere elevati fino al 2023, e le famiglie e le imprese rischiano di non riuscire a pagare le bollette. Il disegno di legge estende gli oneri di sistema azzerati per le utenze elettriche, che rappresentano il 20% del finanziamento stanziato. Un ulteriore aiuto arriva sotto forma di pagamenti di 150 euro a coloro che hanno un reddito basso.

Aumenta lo sconto sul carburante, il che comporta una riduzione dell’accisa da 30,5 centesimi di euro a 18,3 centesimi a partire da dicembre. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha proposto un tetto massimo nazionale per il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili a 180 euro per MWh. Inoltre, l’Iva sul gas rimarrà ridotta al 5%.

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