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Senato

Clima: dl positivo ma con qualche modifica da fare per enti e associazioni

Nel corso dell’audizione sul dl Clima sono stati ascolti dalla commissione Ambiente del Senato Elettricità futura, ASSOBIBE, Italian climate network, ANCE, Confindustria ANCMA e ISPRA.

Misure positive ma anche qualche dubbio di associazioni ed enti ascoltati in commissione Ambiente al Senato sul decreto clima.

CHI C’ERA

Nel corso dell’audizione sono stati ascolti dalla commissione Ambiente del Senato Elettricità futura, ASSOBIBE, Italian climate network, ANCE, Confindustria ANCMA e ISPRA.

ELETTRICITÀ FUTURA: MISURE POSITIVE MA PROMUOVERE RINNOVATI IMPIANTI E SUPERARE OSTACOLI A PARTECIPAZIONE BANDO FER 1

Secondo Elettricità futura, rappresentata in commistione dal direttore generale Andrea Zaghi, il decreto clima contiene “misure positive e concrete per avviare velocemente la realizzazione del green new deal indicato dal Governo”. Ma può anche rappresentare un veicolo per ragionare sul Pniec “e come fare per raggiungere quel percorso”. Elettricità Futura ha quindi presentato alcune proposte per migliorare il testo che vanno nella direzione di “promuovere il rinnovamento degli impianti esistenti. E’ giusto l’installazione di nuove installazioni, è giusto che quanto già esiste possa essere mantenuto in piena efficienza e anzi aumentato come capacità di produzione”. Zaghi ha poi chiesto di superare il meccanismo del cosiddetto spalma incentivi volontario, che impedisce di partecipare ai bandi Fer 1 e di introdurre un incentivo agli impianti fotovoltaici su area agricole”.

ASSOBIBE: PUNTARE SU RICICLO E RIUSO DEI PRODOTTI, SUBBI SU PLASTIC FREE SE NON GESTITO ADEGUATAMENTE

“Siamo pronti a fare la nostra parte ma è importante avere una visione organica e d’insieme. Crediamo che la soluzione sia il riciclo e il riuso dei prodotti” ma per esempio se da un lato si apprezza “lo spirito della vendita alla spina, quando si parla di alimenti solleviamo alcune criticità”. Questa la posizione illustrata da Giangiacomo Pierini, vice presidente con delega a comunicazione e ambiente di Assobibe (Associazione italiana industria bevande analcoliche), che ha evidenziato come il plastic free, se non gestito adeguatamente, può “determinare un aumento della Co2 e impatti sull’industria con evidenti possibili ricadute occupazionali”. E chiedendo una differenziazione tra plastiche riciclate e non.

ITALIAN CLIMATE NETWORK: NESSUN CAMBIO DI PASSO

Per Italian climate network il decreto clima non rappresenta un cambio di passo. Secondo Marirosa Iannelli, audita in commissione Ambiente, il testo “affronta solo marginalmente la crisi climatica ed è limitato sia sul piano delle risorse”. Icn ha puntato il dito, in particolare contro l’acqua in bottiglia, chiedendo di reperire risorse dalle aziende che producono acqua attraverso un aumento degli oneri concessori. “I termini di resilienza e vulnerabilità sono assenti nel testo” e “serve un’accelerazione del governo per il contrasto ai cambiamenti climatici, una carbon border tax, presenza in legge bilancio della revisione dei sussidi ambientalmente dannosi, fondi per l’editoria green, taglio alle spese militari”. Occorre, inoltre, un approccio “intersettoriale” e più “omnicomprensivo, che consideri innanzitutto la decarbonizzazione del sistema energetico. L’ambiente deve diventare l’asse portante dello sviluppo sociale e industriale dell’Italia”. Ma anche un percorso per arrivare a zero emissioni nel settore del trasporto pubblico e privato, la revisione della Sen, favorire l’autoproduzione e l’autoconsumo, un approccio alla finanza sostenibile. “Una politica climatica va rivolta al futuro e non può prescindere da misure in favore dei giovani. Il decreto clima è un’occasione mancata per sensibilizzare e formare giovani nelle scuole”, ha concluso Iannelli.

ANCE: FOCALIZZARSI SUL TEMA DELLA RIGENERAZIONE URBANA

“Noi rappresentiamo un settore che impatta per il 40% in termini climatici ma anche uno dei settore che nel caso si portino avanti le giuste norme può fare la differenza: ci sono due grandi temi da affrontare. Il tema del patrimonio costruito” cioè “andare a rigenerare l’esistente minimizzando il consumo di nuovo suolo che per buona parte è antecedente a normative di carattere energetico e sismico”. Lo ha detto Filippo delle Piane di Ance intervenendo in commissione parlando del tema della rigenerazione urbana. “È difficile intervenire su una realtà parcellizzata come quella residenziale ma anche le proprietà pubbliche hanno difficoltà, pensiamo alle scuole: il posto dove formare nostri figli, dovrebbero esempio di luoghi all’avanguardia. Per non parlare degli ospedali. Oltre a ragionare in termini di norme servirebbe un ruolo pubblico come avanguardia. Non riusciamo a tradurla in concetti efficaci perché continuiamo a operare con regole che sono le stesse. Nel frattempo la politica di incentivazione ha avuto sicuramente il vantaggio di tenere viva l’attenzione sul mercato energetico ma ha avuto grandi pecche”, come “aver agito su singole parti immobiliari. Si è fatto molto poco, infatti, per interventi su interi edifici cielo-terra, che sono quelli che possono dare maggiori benefici dal punto di vista ambientale”, ha ammesso Delle Piane. L’altro grande tema riguarda l’economia circolare e l’intervento sui prodotti esistenti. Delle Piane ha evidenziato come sia ancora molto difficile riutilizzare i materiali inerti non pericolosi “perché non riusciamo ad avere un sistema di procedure che ce lo permetta”.

ANCMA: ALLARG$ARE INCENTIVI BICI E REITRODURRE SHARING MOBILITY TRA BENI ACQUISTABILI CON BONUS

Michele Moretti, di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori) ha invece chiesto di allargare la rottamazione auto o moto-bici a tutti i Comuni, prevedendo un incentivo ridotto anche senza rottamazioni. E prevedendo, al massimo “un limite, una soglia di abitanti. Questo perché la norma per ha oltre ad avere finalità ambientali ha anche finalità culturali”. Inoltre, Moretti ha chiesto di reintrodurre la sharing mobility tra i beni acquistabili con il bonus rottamazione auto o moto-bici.

ISPRA: CHIARIRE A CHI VANNO SANZIONI DA ECOREATI

Giuseppe Bortone, in rappresentanza del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Ispra), in audizione in commissione Ambiente al Senato ha chiesto invece di chiarire meglio chi siano i destinatari degli introiti delle sanzioni amministrative previste dalla legge sugli ecoreati, devolvendoli al soggetto che commina le prescrizioni ambientali

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