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Petrolio

Come l’Arabia Saudita beffa Trump sull’Iran

L’Arabia Saudita non aumenterà le scorte di petrolio nell’immediato per supportare le mosse americane contro l’Iran

Riad non sta al gioco di Donald Trump: l’Arabia Saudita, infatti, non aumenterà la produzione di petrolio per far fronte alla mancanza di materia prima sul mercato a causa delle sanzioni all’Iran.

TRUMP ELIMINA ESENZIONI

Donald Trump ha deciso di  mettere fine all’import di petrolio iraniano a breve e il 2 maggio Washington non rinnoverà le esenzioni di 180 giorni concesse ad otto Paesi, a pena di sanzioni.

MERCATO COMUNQUE RIFORNITO

La decisione non dovrebbe creare problemi al mercato: “Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, tre dei più grandi produttori di energia, insieme ai loro amici ed alleati, sono impegnati ad assicurare che i mercati globali del petrolio restino forniti in modo adeguato. Abbiamo concordato di prendere azioni al momento giusto per garantire che la domanda globale sia soddisfatta, mentre tutto il petrolio iraniano è rimosso dal mercato”, avevano fatto sapere dalla Casa Bianca.

RIAD SI TIRA INDIETRO

L’Arabia Saudita, però, secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’Energia di Riad, Khalid al-Falih, non aumenterà la sua produzione di petrolio nell’immediato per compensare l’eventuale riduzione dell’offerta iraniana.

“Le scorte mondiali continuano ad aumentare malgrado ciò che accade in Venezuela e l’irrigidimento delle sanzioni contro l’Iran”, avrebbe detto Khalid al-Falih.

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