Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, vuole portare oggi in CdM il nuovo pacchetto fiscale che include il decreto accise sui carburanti. Cosa cambia, chi ci guadagna e chi paga
Il decreto accise sarà discusso oggi durante il CdM in programma per le 17:30. Il testo finale è ancora blindato nel fortino del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma la bozza circolata nei giorni scorsi disegna una riforma che aspira a una maggiore sostenibilità fiscale ed ecologica, ma potrebbe avere importanti ricadute negative per le tasche dei cittadini e per le casse delle aziende.
TUTTO SUL DECRETO ACCISE
Il governo ha avviato un processo di equiparazione delle accise su benzina e diesel, che attualmente ammontano rispettivamente a 0,7284 €/litro e 0,6174 €/litro. La riforma pensata dai ministeri dell’Economia e dell’Ambiente, stando all’ultima bozza, prevede un aumento annuale che va da 1 a 1,5 centesimi di euro per il gasolio, a fronte di una riduzione equivalente per la benzina. L’obiettivo finale è raggiungere la parità di tassazione entro il 2030.
Tuttavia, sono previste esenzioni per i mezzi pesanti (oltre 7,5 tonnellate) con motori Euro 5 o Euro 6, veicoli che potranno continuare a beneficiare del rimborso dell’accisa sul gasolio commerciale.
QUANTO PORTERA’ NELLE CASSE DELLO STATO IL DECRETO ACCISE
La riforma delle accise porterà allo Stato un tesoretto stimato in 138 milioni di euro. L’aumento sul gasolio porterà un incremento di gettito fiscale di 216 milioni di euro, a fronte di una perdita di circa 78 milioni di euro per la riduzione delle accise sulla benzina.
Soldi che andranno a beneficio del TPL. Infatti, le risorse derivanti dall’aumento delle accise saranno destinate al rinnovo dei contratti di circa 110.000 lavoratori del settore del trasporto pubblico locale, scaduti da tempo.
DECRETO ACCISE, OBIETTIVO SOSTENIBILITA’
L’adeguamento delle accise previsto dal decreto che dovrebbe essere discusso oggi in CdM risponde anche all’esigenza di allinearsi con le direttive europee. Infatti, queste prevedono di collegare la tassazione all’impatto ambientale piuttosto che ai volumi venduti, in un’ottica di maggiore sostenibilità ambientale. L’obiettivo fissato è ridurre i sussidi ambientalmente dannosi.
CONSUMATORI E TRASPORTATORI CONTRO IL DECRETO
Le misure che dovrebbero rientrare nel decreto accise attirano le critiche delle associazioni di consumatori e trasportatori, che temono effetti negativi su famiglie e imprese.
In 5 anni, l’aumento delle accise sul gasolio costerebbe 1,21 miliardi di euro ai proprietari di auto diesel, secondo le stime del Codacons. Una riduzione di 1 centesimo sulle accise della benzina porterebbe, invece, un risparmio di 249,7 milioni di euro annui per i possessori di auto a benzina, pari a 1,25 miliardi in 5 anni. Se l’aumento delle accise sul diesel fosse di 1,5 centesimi, il costo per un pieno salirebbe di 0,915 euro (considerando l’Iva), con una spesa annua aggiuntiva di 21,96 euro per due pieni mensili e un impatto totale di 364,5 milioni annui sulle famiglie (+1,82 miliardi in 5 anni). Una riduzione equivalente sulle accise della benzina garantirebbe un risparmio annuo di 374,5 milioni per gli automobilisti (-1,87 miliardi in 5 anni).
Federconsumatori ha evidenziato che ogni aumento di 1 centesimo comporta un incremento di circa 1,30 euro al litro (inclusa l’IVA). Un incremento che si ripercuote sui costi dei beni trasportati su gomma, quindi sui consumatori.
Assoutenti in una nota sottolinea che serve una riflessione a livello europeo poiché questa tassazione porta i listini alla pompa di benzina e gasolio in Italia ad essere tra i più alti in Europa.
“Oggi le tasse (Iva e accise) pesano per il 58,5% sulla benzina e per il 54,3% sul gasolio: questo significa che su ogni litro di verde acquistato dagli automobilisti oltre 1,05 euro se ne vanno in tasse, 0,924 euro su ogni litro di diesel. Solo nel 2023, ultimo dato ufficiale disponibile, della spesa totale di 70,9 miliardi euro per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise. Al di là del riordino delle accise chiesto dall’Ue, riteniamo urgente aprire una riflessione a livello comunitario affinché si arrivi ad un sistema unico di tassazione sui carburanti, identico in tutta Europa, anche per evitare che l’Italia perda competitività rispetto a Paesi dove i carburanti costano sensibilmente meno e impattano meno su famiglie, industrie e imprese”, ha affermato il presidente Gabriele Melluso.