Claudio Descalzi, l’Amministratore Delegato di Eni, è stato ascoltato in commissione Esteri alla Camera sulle possibili iniziative e interlocuzioni del Governo italiano nei confronti dei Paesi aderenti al progetto Eastmed
L’area est del Mediterraneo rappresenta un area con grande potenziale. L’unica area ad avere una maturità di infrastrutture, sia pipeline che liquefattoti, è l’Egitto. A Israele sta nascendo adesso e sta costruendo, a livello regionale, mentre Cipro sta ancora pianificando. Lo ha detto Claudio Descalzi, l’Amministratore Delegato di Eni, in audizione in commissione Esteri alla Camera sulle possibili iniziative e interlocuzioni del Governo italiano nei confronti dei Paesi aderenti al progetto EastMed.
MEDITERRANEO RICCO DI NUOVE SCOPERTE
“Negli ultimi 10 anni l’area est del Mediterraneo si è arricchita di nuove scoperte, soprattutto direi sostanzialmente gas. Scoperte che hanno avuto una, diciamo un primo punto importante in Egitto e in Cipro con Afrodite, che è hai confini fra Cipro, Israele e l’Egitto. Nel frattempo, sono continuate le esplorazioni a Cipro, anche se in modo altalenante poiché ad un certo punto la Turchia, per ragioni di acque contese, ha bloccato alcuni pozzi esplorativi. Cipro dal punto di vista delle sue riserve – anche se non così copiose come l’Egitto o come in Israele – non è ancora riuscita a metterle in produzione. Inoltre, si è aggiunto recentemente il Libano perché si è sbloccato un accordo fra il Libano e Israele; un accordo direi storico. Che ha permesso anche a la joint venture Total di Eni – penso quest’anno – di perforare un pozzo nel blocco 9. Come Eni siamo la prima compagnia in Egitto, la prima compagnia come numero di blocchi con Total a Cipro e siamo con Total in Libano”. Queste le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Eni S.p.A, Claudio Descalzi, nel suo intervento in Audizione alla Camera dei Deputati, nell’ambito della discussione della risoluzione n. 7-00009 Formentini, sulle possibili iniziative e interlocuzioni del Governo italiano nei confronti dei Paesi aderenti al progetto EastMed in Audizione alla Camera dei Deputati in commissione Esteri.
“Quindi, la scena è una scena ricca di gas che per il momento ha trovato e sta trovando sempre di più delle connessioni a livello regionali e Israele sta investendo per renderle ancora più capaci. Prendere ancora più capaci, quindi Israele verso l’Egitto, Israele verso la Giordania, con anche con un nuovo tratto che possa bypassare l’Araba pipeline che è condotta molto importante che arriva fino fino alla Siria e porta del gas in Paesi che ne hanno bisogno. Israele, sta sviluppando un mercato domestico regionale e ha trovato un accordo politico con Cipro che offre la possibilità di usare Cipro, appunto, come mini piattaforma per l’export del gas israeliano. lasciando del gas domestico a Cipro”.
L’IMPORTANZA DELLE RISERVE
“Le riserve sono importanti. Bisogna capire quanto si possano sviluppare, perché in tutta quest’area – l’area EastMed – l’unica area che ha una diciamo una maturità di infrastrutture, sia pipe che liquefattoti è l’Egitto. A Israele sta nascendo adesso e sta costruendo, a livello regionale. Cipro sta ancora pianificando. Quindi, è una regione che è ricca di potenziale, ma l’espressione di questo potenziale in energia cinetica non è una cosa immediata”.
PROGETTO FATTIBILE MA SFIDANTE
“Il progetto è fattibile ma molto sfidante, non sono un esperto di EastMed come gasdotto, perché non siamo concepiti dall’inizio come shareholder, visto che l’investimento lo fa chi ha il gas”. Queste le parole dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, in audizione alla Camera dei Deputati, nell’ambito della discussione della risoluzione sulle possibili iniziative e interlocuzioni del governo nei confronti dei Paesi aderenti al progetto EastMed.
Il progetto sarebbe “sfidante perché va a 2.500-3mila metri. Questa profondità risponde anche al problema della sicurezza, visto che i pipeline sono vulnerabili quando sono superficiali, circa 60-70 metri, come nel caso del North Stream”, sostiene Descalzi.
EDISON (NEL FRATTEMPO) CHIEDE UN OMBRELLO POLITICO
Un ‘ombrello politico’ per provare a realizzare il gasdotto EastMed che potrebbe portare gas dai giacimenti israeliani all’Europa. Il tutto nell’ottica di una maggiore diversificazione e sicurezza degli approvvigionamenti europei, nel solco del Repower Eu. Lo ha chiesto Nicola Monti, ad di Edison, lo scorso 14 febbraio 2023 in audizione in commissione Esteri alla Camera sulle possibili iniziative e interlocuzioni del Governo italiano nei confronti dei Paesi aderenti al progetto EastMed.
“Abbiamo di fronte a noi un orizzonte di 30 anni” per arrivare alla decarbonizzazione completa del 2050, “in cui l’Europa dunque continuerà a consumare gas che ha almeno un ciclo di investimenti di fronte a se” e “non crea un problema di non utilizzo dell’infrastruttura”, ha spiegato Monti in audizione. “Un progetto – ha proseguito l’ad di Edison – che darebbe all’Italia il ruolo di paese veicolo, di hub che può fare se realizza altri collegamenti con un mix di impianti di rigassificazione e gasdotti”.
“Un progetto politico così grande” come quello di EastMed “ha bisogno di un ombrello politico che è quello che chiediamo noi adesso. Considerare cioè alla luce di quanto successo nell’ultimo anno di diversificare le fonti di approvvigionamento in Europa e del nuovo corso politico che abbiamo in Italia, di riconsiderare l’adesione al progetto, un ombrello politico molto ampio che consentirebbe di mantenere il progetto nel Repower Eu tra i progetti di interesse comunitari e di accedere i fondi del Pnrr”.
L’EASTMED
L’EastMed pipeline è un gasdotto di 2.000 chilometri che sarà in grado di trasferire tra i 9 e i 12 miliardi di metri cubi all’anno, correndo attraverso il Mediterraneo dalle riserve di gas offshore del bacino israeliano a Cipro, l’isola di Creta, la terraferma greca, fino in Italia, ha riferito l’Associated Press.