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Germany Oil Imports

Energia, la Germania divorzierà dalla Russia

Le future mosse della Germania sul fronte energetico dopo la decisione di dire basta al gas russo. Fatti, numeri e prospettive

La Germania, oggi governata da socialisti, verdi e liberali, sta letteralmente decidendo di sputare nel piatto in cui ha mangiato per anni. Con la guerra in Ucraina, scatenata da Vladimir Putin, è nata una nuova Unione europea. Nuovi equilibri sono quelli che si stanno ridefinendo in termini militari, strategici ed energetici. Lo vediamo, lo stiamo raccontando, in relazione all’Italia (oggi Draghi vola ad Algeri, ndr) ma anche rispetto all’altro paese particolarmente legato a Mosca. Quello con capitale Berlino.

LA GERMANIA STOPPA IL GAS RUSSO

Come analizzato sul Corsera di ieri da Paolo Valentino, la nazionalizzazione della filiale tedesca di Gazprom ha un grosso significato. Si tratta di una prima volta, che durerà almeno fino al 30 settembre con il passaggio sotto la Bundesnetzagentur (l’Agenzia federale delle reti). La strada dell’abbandono delle forniture moscovite è iniziata. Si partirà dal carbone per poi allargare sempre più i confini. “L’industria in Germania consuma da sola un terzo del gas russo, che serve sia da combustibile, come nella metallurgia e nel settore del vetro, sia come materia prima nella produzione di fertilizzanti” scriveva ieri il corrispondente tedesco del primo quotidiano d’Italia. “Eppure, il conto alla rovescia è iniziato; non è più una questione di «se» ma di «quando» Berlino dirà sì al blocco degli acquisti di gas e petrolio russi”.

LE ALTERNATIVE ALLA RUSSIA SUL CARBONE

Gli importatori tedeschi presumono che le importazioni di carbone dalla Russia possano essere completamente sostituite da nuovi fornitori entro la fine dell’anno. Dunque, le prospettive energetiche per Berlino sembrano già acquisire concretezza. “Il carbon fossile russo può essere sostituito dal carbone di altri paesi come Stati Uniti, Sud Africa, Australia, Colombia, Mozambico e Indonesia”, ha affermato ai giornali del gruppo Media Funke il presidente dell’associazione degli importatori di carbone, Alexander Bethe. La rinuncia completa al carbone russo dovrebbe quindi essere possibile entro il prossimo inverno.

NUOVO GAS PER BERLINO, L’OPZIONE KAZAKA

Sul gas, invece, l’opzione del Kazakistan sembra essere plausibile. Questo grazie alle parole dell’ambasciatore a Berlino Dauren Karipov, che in in un’intervista al settimanale economico “WirtschaftsWoche” ha mostrato la disponibilità del suo paese ad “ampliare rapidamente e in modo completo” le relazioni economiche e commerciali con la Germania. Il ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck è stato anche invitato a far visita al paese sul Mar Caspio, che già oggi è il terzo più grande fornitore di petrolio della Germania.

LA TRANSIZIONE ENERGETICA DELLA GERMANIA

Ampliando ancor di più gli orizzonti, rimane difficile non parlare della svolta sulle rinnovabili. Meno di una settimana fa, il ministero tedesco dell’Economia e del Clima ha presentato un pacchetto di misure per accelerare l’espansione delle nuove energie. L’esecutivo, che include anche i Verdi, guarda al futuro. Ma, come per l’Italia, è difficile gestire le emergenze del presente in concomitanza con le necessità del domani.

Nel caso tedesco, però, la base è interessante. Come avevamo raccontato qui, l’eolico è un settore molto sviluppato nella Repubblica federale. A febbraio ha raggiunto il massimo storico di 20,6 terawattora, contribuendo per il 77% di tutta la produzione di energia rinnovabile del mese e per il 45% dell’intero mix energetico del Paese.

Numeri che fotografano quella che già è una realtà su cui costruire. Anche perché, secondo alcuni esperti del Forum economico, centro di ricerche legato alla Spd, serve staccarsi del tutto da Mosca il prima possibile.

 

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