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Ndc

Gli impegni dei Paesi sul clima e la questione dell’ambizione

Una nuova analisi valuta il fatto che gli obiettivi dei governi siano legalmente vincolanti, che abbiano dei piani politici “credibili” e che le politiche a breve termine mettano le emissioni su un percorso discendente

“L’ambizione” è un ritornello costante ai vertici sul clima, ma una nuova analisi trova poche ragioni per credere che la maggior parte dei Paesi manterrà i propri impegni aggressivi sulle emissioni. La nuova ricerca, pubblicata su Science, ha analizzato gli impegni sul net zero dei Paesi, assegnando loro un “punteggio di fiducia” superiore, inferiore o molto inferiore.

GLI IMPEGNI DEI PAESI SUGLI OBIETTIVI CLIMATICI

L’analisi valuta il fatto che siano legalmente vincolanti, che abbiano dei piani politici “credibili” e che le politiche a breve termine mettano le emissioni su un percorso discendente. La conclusione principale è che il 90% dei 35 obiettivi analizzati si trova nella fascia di confidenza “inferiore” o “molto inferiore”.

“Guardare alle politiche, anziché alle promesse – osserva lo studio – indica che gli obiettivi climatici globali potrebbero essere mancati con un ampio margine”. Il gruppo dei Paesi con fascia di confidenza “inferiore” include Stati Uniti e Cina – i primi due emettitori mondiali – mentre l’Unione Europea è nella fascia “superiore”.

L’OBIETTIVO DEL NET ZERO

Raggiungere lo zero netto a livello globale intorno al 2050 è un indicatore per raggiungere gli obiettivi sempre più ambiziosi dell’accordo di Parigi, che prevedono di mantenere gli aumenti della temperatura al di sotto dei 2°C – idealmente a 1,5°C – rispetto al periodo preindustriale.

Gli autori hanno esaminato le emissioni e le temperature future in 5 scenari: si va dalle sole politiche attuali alla loro combinazione con una diversa quantità di fiducia in obiettivi net zero, agli impegni di Parigi a breve termine (“contributi determinati a livello nazionale”, NDC).

I RISULTATI DELLO STUDIO

Il caso più ottimistico presuppone che gli Stati attuino pienamente i loro NDC e gli obiettivi net zero a lungo termine, indipendentemente dalla credibilità assegnata dagli autori. Il caso più prudente, guardando solo alle politiche esistenti, vede le temperature aumentare di una stima mediana di 2,6°C nel 2100, con un’ampia fascia di incertezza in entrambe le direzioni.

Quando vengono lanciati obiettivi net zero di “maggiore fiducia”, l’aumento medio è di 2,4°C, ben oltre l’accordo sul clima di Parigi. Il caso più ottimistico vede un aumento medio di 1,7°C, non troppo lontano dall’obiettivo di Parigi.

Il nuovo documento arriva mentre uno studio separato avverte che, solo negli ultimi 3 anni, “il mondo ha eliminato metà del suo budget di carbonio rimanente per mantenere il riscaldamento a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali”.

Le raccomandazioni per i Paesi includono la conversione in legge degli impegni sul net zero – solo 12 su 35 di quelli valutati sono vincolanti – per creare dei piani di attuazione più forti, più dettagliati e specifici per settore. “Gli obiettivi sui cambiamenti climatici sono per loro natura ambiziosi: non ha senso fissare un obiettivo che ha una conclusione scontata, ma l’implementazione deve seguire “, ha affermato Taryn Fransen del World Resources Institute, co-autore dello studio.

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