Secondo Il Sole 24 Ore, il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin avrebbe chiesto al designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto di “mettere in agenda l’apertura del negoziato con Bruxelles per la riforma della norma che prevede le gare per l’assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica”
Il settore idroelettrico, specialmente in Lombardia, attrae l’interesse anche oltre i confini nazionali. Il prossimo 18 ottobre scadranno i termini delle domande per le prime due concessioni scadute messe a gara dalla Regione: Codera Ratti-Dongo, da 19 MW (gestita da Edison), e Resio, da 4 MW (gestita da A2A). Negli ultimi mesi le associazioni di categoria hanno ricevuto diverse richieste di informazioni da parte di operatori e fondi di investimento di vari Paesi.
ASSOIDROELETTRICA: NON POSSIAMO SVENDERE LE NOSTRE CENTRALI
Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica, si dice “molto preoccupato: i nostri asset idroelettrici servono a garantire energia a prezzo calmierato all’Italia, un Paese con un’intensità energetica crescente e che quindi è costretto ad importarla. L’idroelettrico serve poi alla nostra industria. Sono stati scritti dei bandi che non prevedono criteri e indennizzi chiari e senza la reciprocità tra Stati. Se svendessimo le nostre centrali idroelettriche, le conseguenze potrebbero essere gravissime. Dobbiamo negoziare con l’Europa e bloccare questo meccanismo”.
CROSIO (FDI): IMPEDIRE DI PERDERE UN ASSET STRATEGICO
Sul tema è intervenuto anche l’esponente di Fratelli d’Italia Jonny Crosio, che al quotidiano Il Giorno ha dichiarato: “dobbiamo evitare che il nostro Paese proceda in maniera solitaria sul tema del rinnovo delle concessioni, con il rischio di perdere un importante asset strategico come il patrimonio idroelettrico italiano da cui dipende un pezzo importante del nostro mix energetico. La partita vera si gioca in Europa, è lì che il governo Meloni è chiamato a correggere gli impegni sulle concessioni idroelettriche presi nel Pnrr con troppa leggerezza dai precedenti governi”.
REP. CECA E SVIZZERA INTERESSATE ALL’IDROELETTRICO ITALIANO
Secondo alcune fonti di mercato, l’azienda EPH, della Repubblica Ceca, starebbe studiando il dossier idroelettrico lombardo. Il gruppo EPH è attivo in Italia come EP Produzione, una controllata della holding fondata nel 2009 da Daniel Kretinsky che gestisce 6 centrali termoelettriche da 4,4 GW, 5 centrali a gas e una centrale a carbone. Lo scorso anno i ricavi sono stati di circa 2 miliardi di euro. Kretinsky, tra l’altro, possiede business anche fuori dal settore energetico, come la squadra di calcio dello Sparta Praga, il quotidiano Le Monde e la catena di negozi sportivi Foot Locker.
Ci sarebbe anche una società svizzera interessata, come emerge dalle risposte pubblicate da Regione Lombardia a richieste di chiarimento sui bandi che potrebbe puntare su BKW, 50 centrali idroelettriche in Svizzera e in Italia per 1,7 GW.
IDROELETTRICO: I REQUISITI DELLA REGIONE LOMBARDIA
Per partecipare, i bandi della Lombardia richiedono agli operatori un’esperienza comprovata nella gestione di impianti idroelettrici: EPH potrebbe risultare idonea grazie alla partecipata Slovenske Elektrarne, controllata al 34% dal Ministero dell’Economia slovacco, che gestisce 31 centrali idroelettriche, 2 impianti nucleari, 2 termoelettrici e 2 fotovoltaici.
PICHETTO SCRIVE A FITTO PER CAMBIARE LA LEGGE UE
Infine, come riporta Il Sole 24 Ore, il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, avrebbe chiesto al designato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, di “mettere in agenda l’apertura del negoziato con Bruxelles per la riforma della norma che prevede le gare per l’assegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica”.
L’obiettivo del ministro Pichetto sarebbe di avviare un negoziato che porti ad una revisione della norma, che attualmente stabilisce per l’Italia (unico caso tra i Paesi Ue) che, quando le concessioni per i grandi impianti arrivano a scadenza, dev’essere indetta una gara europea.