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Il dl per la riforma della rete carburanti è a un passo. Ecco cosa prevede

La tanto attesa riforma della rete carburanti sembra a un passo. Il dl arriverà in Parlamento prima della pausa di Ferragosto. Tante le novità: incentivi per le bonifiche, autorizzazioni più rapide e biocarburanti, l’alternativa del futuro ai combustibili fossili. Chi c’era e cosa si è detto all’Assemblea di Unem

Il disegno di legge per la riforma della rete carburanti è in rampa di lancio. Governo, associazioni e imprese sono arrivati alla quadra e il dl arriverà in Parlamento prima della pausa di Ferragosto. Tante le novità: incentivi “significativi” per la bonifica dei benzinai e l’installazione di colonnine e la vendita di biocarburanti, rilascio dell’autorizzazione per la distribuzione dei carburanti entro 90 giorni, obbligo di includere almeno un prodotto diverso da combustibili fossili. A rivelarlo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso dell’assemblea annuale di Unem. L’associazione stima che i biocarburanti rappresenteranno la principale alternativa all’elettrico, in particolare nei settori hard-to abate

DL RIFORMA DELLE RETI CARBURANTI A GIORNI

“Il disegno di legge per la riforma della rete di carburanti arriverà in Aula prima della Pausa di Ferragosto. Tra le misure prevede il rilascio dell’autorizzazione per distribuire i carburanti entro 90 giorni dal 2025 e l’obbligo di distribuzione di almeno un prodotto diverso dai combustibili fossili perchè dobbiamo ridurre il consumo di queste fonti e aumentare la presenza delle fonti alternative, non solo quella elettrica. Affronteremo i rapporti contrattuali sugli impianti di distribuzione. Sono previsti incentivi significativi per dismettere impianti e nuove stazioni elettriche e biocarburanti. Sono previsti incentivi e premialità per edifici in cui si trova impianto dismesso per mantenere i siti produttivi attivi. Il disegno di legge sulle materie prime critiche e fondamentale per il ruolo futuro dell’Italia nel mondo. Abbiamo chiesto alla Commissione UE di alzare l’asticella dal 15 al 25% del riciclo delle materie prime”, ha aggiunto Urso.

“La riforma della rete di carburanti è fortemente strategica, in un settore con criticità evidenti: abbiamo il doppio dei distributori della media europea, spesso hanno bisogno di efficientamento. Siamo tra i primi in Ue per i biocarburanti, ma ci sono anche i sintetici, l’elettrico. Bisogna aprire all’elettrico senza dimenticare le alternative che ci vedono all’avanguardia. C’è il problema di rete, infrastrutture di ricarica, l’Europa deve essere più laica. Ieri c’è stato l’ultimo incontro con il ministro Urso, dovremmo aver chiuso il tema della contrattualistica. C’erano due posizioni estreme, grazie al presidente di Unem abbiamo trovato la soluzione che contempera i diritti dei gestori: non ci sarà l’individuazione di una tipologia contrattuale specifica, c’è già il Codice Civile che le determina, si va verso una maggiore tutela dei gestori. Ci sarà anche la tutela della parte debole, lo dico alla parte sindacale. Le garanzie di gestore, lavoratori sono temi delicati su cui abbiamo posto l’attenzione senza minare la libera iniziativa. Le compagnie potrebbero gestire direttamente, ci sarà un’evoluzione sulla gestione diretta, ma deve essere fatta secondo canoni. Si va verso razionalizzazione degli impianti, già riguardo il Codice della Strada e l’economicità del settore. Anche il tema delle bonifiche è centrale, nel dl abbiamo trovato le risorse per chiudere e adeguare l’impianto a nuove tecnologie, non solo elettrico ma anche altri carburanti, oltre ai temi di carattere amministrativo come la cancellazione del silenzio assenso”, ha affermato Massimo Bitonci, sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Abbiamo raggiunto una chiusura al Mimit sul decreto carburanti, spero ci sia il giusto equilibrio tra esigenze della filiera e transizione, altrimenti ci sarà il percorso parlamentare per migliorarla”, ha commentato Squeri, responsabile energia di Forza Italia.

TRANSIZIONE 5.0 PRONTO A PARTIRE

A giorni sarà pienamente operativo il piano Transizione 5.0, che “sarà importante per incentivare la transizione”, secondo Urso.
Il Piano potrà beneficiare di 10 miliardi le risorse aggiuntive, ricevuti dall’Ue.

“6,3 miliardi sono stati destinati ad incrementare il piano Transizione 5.0 che, insieme ai 6,4 miliari dei fondi nazionali, arriva a quasi 13 miliardi per incentivare le imprese nella transizione digitale e green, sostenendo le imprese in questi mesi. Entro il mese di luglio sara pienamente operativo. Abbiamo anche incrementato le risorse per chi vuole creare impianti produttivi, a cui vanno 2 miliardi e mezzo per tecnologie green. L’obiettivo è contrastare la de industrializzazione delle filiere. Il Piano infatti, a differenza dei precedenti, coniuga innovazione tecnologica e digitale con il comune denominatore delle tecnologie green. Parliamo dell’unico Piano europeo che mette insieme queste due dimensioni. Inoltre, un 10% delle risorse sarà destinato alla formazione. Si rivolge a tutte le imprese, senza distinzioni di dimensione e settore”, ha aggiunto Urso.

IL RUOLO DEI BIO-CARBURANTI

I biocarburanti sono la chiave della decarbonizzazione dei combustibili fossili e la domanda aumenterà fino a 6 milioni di tonnellate al 2030 e 9 milioni nel 2040, secondo Gianni Murano, presidente di Unem.

“Sono anni che inseguiamo il picco di domanda di Oil & Gas, ma continua a rimanere sostenuta. Abbiamo sostenuto circa 6.000 investimenti in ambito energetico, 2.000 nelle rinnovabili di cui 500 nel solare. C’è una giusta attrazione sulle rinnovabili ma bisogna mantenere l’esplorazione dell’Oil&Gas per il futuro. C’è bisogno di più energia con la crescita demografica. Quello che diminuisce è la domanda di energia in Ue e Italia. Non sarebbe un dato negativo se non fosse legato alla crisi economica e al prezzo dell’energia elettrico. Il petrolio è rimasto negli ultimi due anni la fonte più importanti, intorno a 50 milioni di tonnellate. C’è un travaso post Covid dal trasporto collettivo ad individuale, che va assolutamente corretto. La scelta preponderante va sull’ibrido, che porta maggiore efficienza ma maggiori consumi di energia. Vediamo una crescita della domanda di benzina nel vettore dei prodotti energetici e una sostanziale tenuta della domanda di petrolio, sempre più invaso dai low carbon fuel. Al 2030-2040 avremo sempre più biocarburanti, circa 6 milioni al 2030, 9 nel 2040. C’è bisogno di una trasformazione, che non rinnega gli obiettivi di decarbonizzazione, ma sia pragmatica. Dobbiamo difendere le competenze e gli asset del nostro Paese”, ha detto Murano.

“Gli investimenti in E&P di petrolio e gas, nel 2023 sono stati pari a 538 miliardi di dollari (+9% rispetto al 2022). inferiori del 27% rispetto al picco del 2015 grazie agli avanzamenti tecnologici intervenuti nel frattempo. Per il 2024 si prevede che la spessa ammonterà a 576 miliardi di dollari, con un progresso del 7%. Spicca ancora una volta il ruolo centrale delle NOC (National Oil Company), che hanno coperto oltre il 40% di questi investimenti rispetto al 25% di dieci anni fa, a fronte di un meno 20% da parte delle IOC (International Oil Company). La rete di carburanti è ridondante e ha bisogno di un ammodernamento. L’obiettivo è essere competitivi e decarbonizzare”, ha aggiunto il presidente di Unem.

“Prevediamo un importante e consistente aumento dei biocarburanti. In Italia abbiamo ben 3 bioraffinerie. Non è vero che non abbiamo biomasse, sono le uniche sottraggono CO2 e la stoccano nella molecola. Il 50% della filiera va utilizzata per usi energetici, per non parlare delle biomasse zuccherine per produrre biometano, che dovrà arrivare a 6 miliardi t al 2030, secondo quanto prevede il Pniec. Siamo allineati con gli obiettivi al 2030”, ha affermato Franco Cotana, amministratore delegato di Rse.

“I biocarburanti rappresentano una concreta alternativa per il futuro. Unem promuove innovazioni di processo, elemento cardine per una transizione green. Bisogna tenere presente che la sostenibilità ambientale deve essere accompagnata da quella sociale ed economica. L’autorità ha adottato atti per migliorare efficienza e qualità del TPL, che prevedono indicatori stringenti in materia di sostenibilità ambientale, ad esempio gli obiettivi green nei contratti di servizi, oltre a servizi di premiazione per migliorare ancora di più i servizi. Serve dialogo per promuovere la mobilità sostenibile e garantendo la sostenibilità economica degli investimenti necessari”, ha affermato Nicola Zaccheo, presidente di Art.

NUCLEARE E RINNOVABILI, IL MIX DEL FUTURO?

Nucleare e rinnovabili possono andare di pari passo, secondo Luca Squeri e Silvia Fregolent, la “coppia nucleare”.

“Condivido l’appello al 100 per cento di rinnovabili. Non condivido pero il dualismo con il nucleare, contro cui si concentrano le critiche. La quarta generazione porta ulteriori vantaggi, che non c’entrano nulla con la sicurezza, perche gia oggi gli impianti sono sicuri Parliamo di un percorso non facile il superamento di questo dualismo. Le stesse bioenergie sono viste come una fonte inquinante”, ha affermato Luca Squeri, responsabile energia di Forza Italia.

“Il nucleare rappresenta la nuova frontiera Nell’energia. Attualmente ci sono diversi ricercatori italiani che fanno studi su questa fonte all’Estero. Almeno facciamo si che queste menti tornino in Italia. Smettiamo di fare norme come il Dl Agricoltura o quello aree idonee. Serve un approccio più coraggioso”, ha affermato Silvia Fregolent, senatrice di Italia Viva.

“L’Intelligenza Artificiale sta aumentando in maniera esponenziale la domanda di energia, probabilmente dovremo costruire centrali nucleari”, ha detto Franco Cotana, amministratore delegato di Rse.

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